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“Predatori sessuali a Venezia”, il direttore Barbera risponde: “Distinguiamo l’uomo dall’artista”

I giornali internazionali hanno attaccato la Mostra Internazionale del Cinema di Venezia per aver invitato Luc Besson, Roman Polanski e Woody Allen, sospettati di violenza sessuale, ma il direttore Alberto Barbera rivendica la scelta: “Sono per la giustizia ma non per la persecuzione”.
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I giornali internazionali hanno attaccato la Mostra Internazionale del Cinema di Venezia per aver invitato Luc Besson, Roman Polanski e Woody Allen, sospettati di violenza sessuale, ma il direttore Alberto Barbera, intervistato da Le Monde, ha difeso e rivendicato la scelta: "Sono per la giustizia ma non per la persecuzione: distinguiamo l'uomo dall'artista". 

La denuncia dei giornali

I giornali si concentrano sulla selezione dei tre registi sospettati di violenza sessuale, Luc Besson, Woody Allen e Roman Polanski ma denuncia anche la presenza di numerose produzioni che saranno trasmesse esclusivamente sulle piattaforme, una situazione che è ormai assolutamente comune. Il direttore della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia difende la sua scelta proprio sulle pagine di Le Monde:

Sono per la giustizia, non per la persecuzione. Besson ha beneficiato di un non luogo a procedere. Allen è stato assolto due volte negli anni ’90. Quanto a Polanski, chiese le scuse alla vittima, che le accettò. Lei chiede di smettere di rivangare questa vicenda, che risale a più di quarant’anni fa. […] La storia dell’arte è piena di delinquenti sessuali, anche criminali: dovremmo smettere di ammirare i dipinti di Caravaggio? Tra qualche decennio continueremo ad ammirare i film di Polanski allo stesso modo. Non vedo alcun motivo valido per non selezionare uno degli ultimi maestri del cinema ancora attivi, a 90 anni.

La polemica sul mercato dello streaming

Polemiche anche per quanto riguarda il mercato dello streaming. Alberto Barbera rivendica la scelta di invitare produzioni che non sono destinate esclusivamente al cinema: "Boicottare Netflix, Apple o Amazon equivarrebbe a impoverire l’offerta dei principali festival cinematografici. Cannes è un’eccezione. Se la legge francese lo permettesse, Thierry Frémaux sarebbe felice, credo, di selezionare i loro film, che sono tra i più attesi del momento. Mostriamoli, confrontandoli con le scoperte di tutti i ceti social". 

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