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Claudio Gubitosi: “Giffoni a rischio senza sblocco dei fondi, siamo vittime di un paradosso”

Il fondatore e direttore di Giffoni denuncia pubblicamente la situazione dello stop ai Fondi di Coesione. Un blocco dovuto anche alla conflittualità tra Governo e Regione Campania: “Promossi a pieni voti come esempio virtuoso in Italia, ma rischiamo di non poter programmare, situazione senza precedenti”. Gubitosi non esclude uno sciopero ma rassicura: “Non ci siamo fermati con il terremoto dell’80 e il Covid, non accadrà neanche stavolta”.
A cura di Andrea Parrella
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Il Festival di Giffoni si ferma? Ha fatto molto rumore l'appello del fondatore e direttore dell'evento, Claudio Gubitosi, che nelle scorse ore ha denunciato sui social i rischi dovuti allo stop temporaneo dei Fondi di Coesione che il Governo eroga in favore delle regioni, di fatto il principale strumento di investimento dell'Unione europea per sostenere la crescita economica. Una situazione di stallo che ha spinto Gubitosi a lanciare l'allarme per un ritardo che rischia di limitare fortemente le capacità di programmazione per tutto il settore culturale della Campania e delle regioni del sud che non hanno ancora chiuso gli accordi con il Ministero per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR che fa capo a Raffaele Fitto non sono stati ancora assegnati alle Regioni del Sud. Abbiamo parlato proprio con Gubitosi, per capire cosa stia accadendo.

Direttore, quello che si verifica in questi giorni è una situazione senza precedenti?

È la prima volta dopo 54 anni, mezzo secolo di storia di Giffoni. I momenti difficili non sono mancati, tra ritardi nelle liquidazioni ed erogazione dei fondi, ma queste sono cose che rientrano nei normali rapporti tra finanziato e finanziatore. In questo caso non è in gioco solo l'evento, ma tutto un sistema culturale che abbraccia anche le altre regioni del mezzogiorno. Non è mai successo che nel mese di febbraio non si conoscano i tempi entro i quali i fondi di coesione vengano inviati alle rispettive regioni. Solitamente ci aggiriamo tra ottobre e novembre dell'anno precedente.

Anche perché in questo caso non parliamo di finanziamenti relativi solo a quest'anno. 

Questi sono fondi di programmazione per i prossimi anni. È evidente che chi deve programmare un evento come il nostro, locale ma dal respiro nazionale e internazionale, diventa complicato, quasi impossibile. Giffoni si programma anni prima per molte attività, non si prepara dalla sera alla mattina. La situazione è davvero molto critica. Anche la parte relativa alle collaborazione, qui abbiamo 140 giovani fissi a lavorare tutto l'anno. Quando esce Giffoni esce la Campania, l'Italia nel mondo. L'unico elemento che ci mette nelle condizioni di essere sereni è la programmazione. Se manca questo, si campa alla giornata.

Questa uscita si muove in sintonia con quella di Regione Campania che ha denunciato lo stop a questi fondi. Sono arrivate spiegazioni almeno orientative sui ritardi, o si brancola nel buio?

Parlo per parte mia e dico che io sono intervenuto mettendoci la faccia, lo dico assumendomi le mie responsabilità. Come ho detto in tanti interventi, Giorgia Meloni è venuta a Giffoni molto tempo fa, ci conosce bene così come conosco bene molti ministri di questo governo. Qui le istituzioni trovano accoglienza, parlano con i ragazzi. La mia presa di posizione riguarda il settore della cultura. Quello che mi ha stupito è il silenzio su questo vicenda, possibile non aver sentito altre voci in merito? Chi opera in questo settore dal mattino alla sera si aspetta solo che i problemi vengano risolti? Molti problemi dobbiamo provare a risolverli anche noi, come soggetti attivi di questo settore. Mi sorprende una cosa…

Gubitosi con Vincenzo De Luca
Gubitosi con Vincenzo De Luca

Dica pure. 

Prima di Natale, all'antivigilia, proprio dalla presidenza del Consiglio dei Ministri e dal nucleo di valutazione specifico (NUVAP, ndr) ci è arrivato risultato dell'indagine durata oltre un anno e mezzo per monitorare gli investimenti fatti e l'utilizzo dei fondi. Per la Campania  Giffoni è stato uno dei casi scelti e questo nucleo, che rientra nello stesso ministero di Fitto, ci ha promossi a pieni voti come esempio virtuoso in Italia di come lo Stato ha investito e ha ricevuto con moltiplicatori a più zeri. Questo testimonia che la cultura, quando viene messa in condizione di potersi esprimere bene, funziona. Sulla base di questo esito, non capisco cosa dovrei auspicarmi.

La conflittualità politica tra governo centrale e nazionale sembra quasi schiacciare un evento come Giffoni. È uno scenario che la preoccupa?

Nelle posizioni contrastanti tra governo centrale e governo regionale, stiamo solo assistendo sulla nostra pelle a una situazione davvero drammatica. È un paradosso perché, lo dico chiaro e tondo, non esiste un'altra linea di finanziamento non c'è un'altra linea economico-finanziaria della Campania che possa promuovere e sostenere le attività culturali come la nostra. Se vengono meno queste attività questo si chiama scandalo, omicidio. Io non voglio parlare male di nessuno, ma rendiamoci conto che questa situazione non riguarda solo Stato e governo regionale, ma l'intero comparto con migliaia di persone che lavorano nel settore culturale.

Realisticamente che tempistiche si immagina per lo sblocco della situazione?

Impossibile dirlo, anche perché io conosco tutte le successive procedure e so che fino a quando non si mettono d'accordo, poi si sbloccano i fondi, poi arrivano, il rischio è che tra aprile e maggio molte attività potrebbero non essere fatte, mettendo a rischio Giffoni. Ma questo io non lo permetterò, da direttore e cittadino italiano. Spero che questo tavolo di concertazione si apra al più presto. Non si può stare zitti.

Raffaele Fitto, Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR
Raffaele Fitto, Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR

La cosa che emerge non è solo il quando, ma il quanto. Non si conosce l'entità di questi fondi, su che cifre ci aggiriamo?

Il primo punto è la firma dell'accordo tra Stato e Regione, in cui verrano stabilite le cifre che spettano alla Campania, che poi stabilirà quali sono i fondi destinati alla cultura, anno su anno. Mediamente si parla di 200-250 milioni nei sette anni, che andranno ripartiti. Non si sa ancora e fino a che non ci sarà accordo non si potrà dire nulla.

Prevede altre iniziative per far sentire la sua voce?

Se dobbiamo arrivare a fermarci un momento e fare uno sciopero non lo escludo, per far capire che questo comparto è una delle fonti principali della Regione Campania, una delle risorse più importanti. Giffoni non può essere tagliato, non si è fermato con il terremoto del 1980, né col Covid, unici nel nostro ambito a realizzare un evento del genere in una situazione di depressione totale.

Uno stop di Giffoni per quest'anno, o comunque un rinvio, è una cosa concretamente prevedibile?

Noi non ci fermiamo, ma dobbiamo rivendicare tutto quello che c'è da fare al più presto. Mi è dispiaciuto turbare l'opinione pubblica con questo annuncio. Questo evento non può essere ridotto, né sospeso, è una macchina che deve continuare a funzionare, migliaia di ragazzi lo attendono, c'è un'economia locale che non aspetta altro, come si fa all'improvviso a mettere in stand by una realtà del genere? Si deve capire che questa non è un'attività musicale in cui tagli dei concerti e risolvi, l'industria della cultura si chiama così proprio perché è un meccanismo complesso che non si può arrestare o mettere in pausa.

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