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Alessia Marcuzzi verso i David: “Mi consigliarono di fare l’Actor’s Studio, incontrai Inzaghi e non andai”

Alessia Marcuzzi si sta preparando alla conduzione dei David di Donatello accanto a Carlo Conti. La conduttrice racconta di aver sognato di fare l’attrice, ma dopo aver incontrato Inzaghi, padre di suoi figlio, non ha seguito il consiglio di frequentare l’Actor’s Studio.
A cura di Ilaria Costabile
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Alessia Marcuzzi condurrà accanto a Carlo Conti i prossimi David di Donatello, una veste diversa rispetto a quella a cui si è soliti vedere la nota conduttrice. Da sempre volto della tv, è stata anche attrice, recitando in quattro film, ma la passione per la recitazione non è stata poi approfondita per svariati motivi, dal lavoro agli incontri che le hanno cambiato la vita. È quello che racconta in un'intervista al Corriere della Sera, alla vigilia della serata italiana dedicata al cinema, che l'ha vista protagonista anche di una rocambolesca caduta in conferenza stampa: "Cado spesso, sono maldestra. Il mio film straniero preferito ai David è quello che si premierà, Anatomia di una caduta di Justine Triet".

La preparazione per i David di Donatello

Se si dovesse pensare ad una caratteristica che appartiene ad Alessia Marcuzzi, immediatamente si pensa alla leggerezza, sebbene lei stessa ammette di essere una donna che, invece, dell'inquietudine ha fatto la sua compagna di viaggio: "Non a caso la mia attrice preferita è Monica Vitti. Ogni tanto qualcuno dice che fisicamente le somiglio. La bionditudine, la voce afona…Una fuoriclasse che ha unito la commedia al cinema d’autore". A proposito di autori, nella serata dei David ne incontrerà diversi e a questo proposito dichiara: "Io non voglio averla la responsabilità di portare sorrisi, anche se non mi hanno chiamata certo per aprire le buste con i nomi dei vincitori. Cercherò di fare quello che mi verrà sul momento". 

Alessia Marcuzzi e il sogno di diventare attrice

Il suo rapporto col cinema è stato altalenante, il primo film visto è stato E.T: "Al Drive In, il cinema all’aperto a Casal Palocco, dove vivevo. Avevo 12 anni, per tanto tempo ho desiderato di volare con la mia bici e quel mostriciattolo nel cestino". Però, non è stata solo spettatrice, ma anche attrice, comparendo nel film Il mio west di Giovanni Veronesi:

Sono la maïtresse del bordello, amante di Harvey Keitel, mentre David Bowie mi violenta e uccide. Avevo 26 anni, mi sentivo in Paradiso. Non è da poco essere ammazzata da David Bowie. La sua presenza metteva a tutti una tensione incredibile, spaventava già prima del suo arrivo. Era educato, sempre vestito da cowboy, anche quando non doveva girare. Con Keitel siamo diventati amici, mi ha fatto un sacco di complimenti e mi ha consigliato di seguire i corsi di recitazione all’Actor’s Studio. Non l’ho fatto perché ho incontrato il papà di mio figlio Tommaso. Ma io da quando ero piccola sognavo di diventare attrice.

Pur avendo il sogno di diventare attrice, Marcuzzi ha poi scelto di fare altro: "Mi iscrissi a Lettere con indirizzo Spettacolo. Quando a una lezione proiettarono La corazzata Potemkin mi addormentai, a me quel film ricordava Fantozzi. Poi cominciai a presentare in tv. Non ho rimpianti, ho fatto altro, forse non ero abbastanza portata"Negli anni, infatti, è diventata il volto di programmi di intrattenimento come i reality show: "Sono i cliché italiani. In America si può fare sia piccolo che grande schermo. Io il cinema lo amo. E l’amore aumentò quando stavo con Pietro Sermonti". 

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