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Festival di Sanremo 2025

Carlo Conti rompe con i Sanremo di Amadeus e cambia la serata cover per evitare un caso Morandi bis

Le novità di Sanremo 2025 non sono pirotecniche ma sostanziali. Se Amadeus nei cinque anni ha accolto delle sgrammaticature a beneficio dell’intrattenimento e della polemica, Conti sembra andare in una direzione più cauta, la scelta sulla serata Cover ne è testimonianza. Strategia di contenimento sensata per l’inizio di un nuovo ciclo.
A cura di Andrea Parrella
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Il ritorno di Carlo Conti al Festival di Sanremo sarà nel segno del cambiamento. Chi si aspettava una continuità totale con l'era Amadeus rimarrà deluso, perché quella del 2025 sarà una kermesse fatta cambiamenti, senza effetti pirotecnici, ma sostanziali. Conti aveva dato il La al suo nuovo corso con la scelta di ripristinare una separazione nella gara tra giovani e big, riproponendo dunque le Nuove Proposte. Una scelta che va in direzione nettamente opposta alle ultime due edizioni dei Sanremo di Amadeus, in cui questa distinzione era stata azzerata, con i suoi pro e contro: da una parte la possibilità di avere sorprese inaspettate e fenomeni anomali come quello del fortunatissimo ultimo posto di Tananai, o guardando più indietro all'era Baglioni l'exploit di Mahmood; dall'altra il rischio di includere nella stessa gara artisti di grande fama con altri decisamente meno strutturati, ma allo stesso tempo popolarissimi grazie alla visibilità sui social e agli stream. Conti torna al passato in questo senso e solo dopo febbraio si potrà capire se si tratti di un bene o un male, considerando anche alcune critiche emerse sui social per l'abbassamento dell'età per candidarsi, da 29 a 26 anni, per presentarsi in gara, che potrebbe tenere fuori molti artisti al di sopra di questa soglia.

Come cambia la serata Cover

L'altro cambiamento importante nel regolamento di Sanremo 2025 riguarda la serata delle Cover, che Carlo Conti non sopprimerà ma riporterà a una condizione di marginalità rispetto alla gara. Nella serata del venerdì avrà un vincitore o una vincitrice, ma il risultato non inciderà sulla classifica generale del Festival di Sanremo. Un aspetto che non è irrilevante, perché la serata Cover negli ultimi Festival di Sanremo ha spostato l'ago della bilancia. Accadde in particolare nel 2022, quando l'improvviso arrivo all'ultimo minuto di Jovanotti come ospite di Gianni Morandi, consentì a quest'ultimo di vincere (meritatamente a giudizio di chi scrive) la serata Cover, finendo tuttavia per "dopare" la gara, visto che il risultato che fece fare un balzo in avanti in classifica a Morandi, il quale finì sul podio. La stessa serata Cover, per altro, non smette di essere oggetto di critiche da parte di addetti ai lavori, perché considerata una serata assai costosa per le case discografiche, senza alcun ritorno effettivo sul mercato, ma solo a beneficio dello spettacolo televisivo.

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Cambia il sistema di voto per la finale

Altra variazione riguarda il sistema di voto della finale e il momento in cui si riapriranno le votazioni sui 5 finalisti. A differenza di quanto accadeva lo scorso anno non saranno azzerati i voti ottenuti dai 5 cantanti fino a quel momento, ma l’ultima sessione di voti andrà ad aggiungersi a quelli ottenuti durante le serate precedenti, esclusa naturalmente la serata Cover come precisato in precedenza.

Insomma, quella di Conti è un'azione di ristrutturazione che, considerando lo snellimento delle serate annunciato dal direttore artistico che non vorrebbe arrivare a notte fonda, sembra andare nella direzione di una maggiore cautela. Se Amadeus nel corso del suo quinquennio ha accolto delle forzature del perimetro a beneficio dell'intrattenimento e della polemica – secondo la legge da non pronunciare mai ad alta voce per cui si accetta la sgrammaticatura purché si parli di Sanremo – diverso pare l'approccio di Conti, che punta a una manifestazione più quadrata e meno attaccabile. Una strategia di contenimento tutto sommato sensata per l'inizio di un nuovo ciclo.

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"L'avvenire è dei curiosi di professione", recitava la frase di un vecchio film che provo a ricordare ogni giorno. Scrivo di intrattenimento e televisione dal 2012, coltivando la speranza di riuscire a raccontare ciò che vediamo attraverso uno schermo, di qualunque dimensione sia. Renzo Arbore è il mio profeta.
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