79 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Truffa dei falsi tamponi, arrestati l’infermiera di Civitavecchia e il compagno

Una infermiera di 35 anni della Asl di Civitavecchia e il suo compagno, un uomo di 50 anni, da oggi si trovano agli arresti domiciliari. Dovranno rispondere dei reati di peculato, esercizio abusivo della professione medica e falsità materiale. Sono i protagonisti della cosiddetta ‘truffa dei tamponi’. Avrebbero prodotto 14 referti falsi per altrettanti tamponi per la ricerca del coronavirus.
A cura di Enrico Tata
79 CONDIVISIONI
Immagine

Hanno prodotto quattordici referti falsi per altrettanti tamponi molecolari mai eseguiti. Di questo sono accusati una infermiera di 35 anni della Asl di Civitavecchia e il suo compagno, un uomo di 50 anni, che da oggi si trovano agli arresti domiciliari. Dovranno rispondere dei reati di peculato, esercizio abusivo della professione medica e falsità materiale. La misura cautelare, emessa dal gip di Civitavevcchia, è stata eseguita questa mattina dai carabinieri. Stando a quanto ricostruito nel corso delle indagini, l'infermiera si sarebbe appropriata di materiale e strumenti medici, sacche per urina, garze, lacci emostatici, provette e medicine della farmacia interna dell'ospedale  San Paolo e di diversi reparti. La donna avrebbe rubato anche alcuni tamponi per eseguire presunti test molecolari per la ricerca del virus Sars-CoV-2. I due avrebbero effettuato i tamponi su quattordici persone e avrebbero emesso falsi referti medici apparentemente rilasciati da due diversi ospedali di Roma. In realtà erano dei semplici copia-incolla.

Il compagno dell'infermiera avrebbe assistito la donna nell'effettuare i tamponi e per questo è accusato di aver esercitato abusivamente tale professione. L'uomo, infatti, è abilitato come operatore socio-sanitario, ma non come infermiere. Inoltre ha rilasciato falsi certificati medici che attestavano la negatività dei pazienti a Covid-19. La truffa è iniziata lo scorso aprile, ma le indagini continuano tuttora per verificare se vi siano state persone che abbiano ricevuto il referto falso, ma che in realtà erano ancora positive al coronavirus e che quindi, a causa della truffa, abbiano interrotto la quarantena prima del dovuto. Ad accorgersi della truffa erano stati i dirigenti della Asl Roma 4 e ancora prima i medici dell'ospedale San Camillo: "Una signora ha eseguito un presunto tampone, ma non riuscendo a capire il referto, si è recata presso il San Camillo. I medici del San Camillo hanno visto il foglio e si sono resi subito conto che non era un documento originale, ma parte di un vecchio modello e parte di uno nuovo. Era in pratica un copia e incolla maldestro che non poteva essere uscito dal loro laboratorio", ha raccontato a Fanpage.it la direttrice del dipartimento di Prevenzione e Igiene della Asl Roma 4, Simona Ursino.

D'Amato: "Infamia ai danni dei cittadini"

"In merito ai fatti gravi di Civitavecchia voglio rivolgere un ringraziamento alla Magistratura e all’Arma dei Carabinieri per il lavoro svolto che ha permesso di far emergere una truffa sui tamponi falsi e alla Asl Roma 4 che ha collaborato con gli inquirenti. Immediati i provvedimenti nei confronti di chi ha compiuto questa infamia ai danni dei cittadini e del Sistema sanitario pubblico in un momento di pandemia come quello che stiamo vivendo", ha dichiarato l'assessore regionale alla Sanità, Alessio D'Amato.

79 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views