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Falsi tamponi a Civitavecchia, la Asl: “Ci siamo accorti subito che si trattava di una truffa”

“Abbiamo contattato il presunto medico e abbiamo immediatamente capito che era stato bypassato completamente il circuito della Asl e per questo ci siamo messi in contatto con i carabinieri e abbiamo denunciato questa situazione”, ha spiegato a Fanpage.it la direttrice del dipartimento Igiene e Prevenzione della Asl Roma 4, Simona Ursino.
A cura di Enrico Tata
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La procura di Civitavecchia sta indagando su una truffa che vede coinvolta un'infermiera dell'ospedale San Paolo e il suo compagno, che si fingeva medico. I due effettuavano falsi tamponi a pagamento, ma in realtà senza farli analizzare e ovviamente erano del tutto estranei al circuito della Asl che si sta occupando dell'emergenza Covid del Lazio. L'infermiera prelevava il kit nel suo ospedale e per il referto veniva creato un documento frutto di un copia e incolla di vecchi esami dell'ospedale San Camillo di Roma.

La Asl Roma 4 a Fanpage.it: "Ci siamo accordi subito che si trattava di una truffa"

Ad accorgersi della truffa è stata la direttrice del dipartimento di Prevenzione e Igiene della Asl Roma 4, Simona Ursino, che ai microfoni di Fanpage.it ha spiegato la vicenda: "Una signora ha eseguito un presunto tampone, ma non riuscendo a capire il referto, si è recata presso il San Camillo. I medici del San Camillo hanno visto il foglio e si sono resi subito conto che non era un documento originale, ma parte di un vecchio modello e parte di uno nuovo. Era in pratica un copia e incolla maldestro che non poteva essere uscito dal loro laboratorio". L'ospedale ha chiamato la Asl Roma 4, perché nel referto falso si leggeva che la richiesta diagnostica veniva effettuata da quella Asl. Tramite la paziente la dottoressa Ursino ha capito che l'impresa dove la signora è impiegata aveva contattato due persone per eseguire i tamponi al personale: "Abbiamo contattato il presunto medico e abbiamo immediatamente capito che era stato bypassato completamente il circuito della Asl e per questo ci siamo messi in contatto con i carabinieri e abbiamo denunciato questa situazione. Ho capito che non era un sanitario e che non rientrava nel circuito della Asl. Ho capito subito che era una persona completamente estranea a noi e che si trattava di una truffa".

L'ospedale San Paolo si è detto estraneo alla vicenda e l'assessore regionale D'Amato ha detto che se il fatto verrà acclarato, l'operatrice sanitaria al centro della vicenda verrà licenziata: "E' un fatto inaccettabile speculare sulla pandemia. Massima collaborazione con i Carabinieri e la Magistratura".

ha collaborato Simona Berterame

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