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Covid 19

Infermiera ruba tamponi dall’ospedale, poi finto medico li esegue a pagamento

Indagini sono in corso da parte dei carabinieri, il rischio è che tra le decine di persone che hanno eseguito il tampone con il finto medico ce ne sia stata qualcuna positiva. Secondo quanto riportato da Il Messaggero, le ipotesi di reato al momento sono concorso in falsità materiale, sostituzione di persona ed esercizio arbitrario della professione medica.
A cura di Natascia Grbic
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Si erano accordati in modo preciso, pensando di non essere mai scoperti: protagonisti della vicenda, un'infermiera dell'ospedale San Paolo di Civitavecchia e il suo compagno, accusati di aver effettuato falsi tamponi a decine di persone che dovevano sottoporsi al test. Il sodalizio era molto semplice: lei rubava i tamponi dal reparto di ortopedia dell'ospedale in cui lavorava, lui si fingeva medico e li eseguiva a pagamento, falsificando poi i referti con la firma dello Spallanzani. Una vera e propria truffa che potrebbe costargli cara se dimostrata. La vicenda è riportata su Il Messaggero. Per ora le ipotesi di reato sono concorso in falsità materiale, sostituzione di persona ed esercizio arbitrario della professione medica. Ma i capi d'imputazione potrebbero essere molti di più: i carabinieri che indagano sulla vicenda stanno verificando se tra le persone che la coppia ha sottoposto a tampone ce n'è qualcuna che era in realtà positiva al coronavirus. E così, ignara di essere infetta, ha diffuso ancora di più il virus che in questi mesi si è cercato di contenere.

L'indagine partita dal sospetto di una lavoratrice

Secondo quanto emerso dalle indagini, la truffa sarebbe iniziata ad aprile. E forse sarebbe continuata ancora per molto, se non fosse stato per la dipendente di una ditta di pulizie insospettita dal referto. La donna e i colleghi erano stati sottoposti a tampone dal finto medico, chiamato dal titolare della ditta che ignorava di aver a che fare con un impostore. Quando la signora ha avuto il referto di negatività ‘firmato' dallo Spallanzani, ha visto che c'era scritto anche che ‘non si escludeva la positività'. È così andata all'ospedale a chiedere spiegazioni. Ma allo Spallanzani non avevano mai prodotto quel foglio, e dopo un breve controllo lo hanno collegato alla Asl Roma 4. La donna è quindi andata a Civitavecchia: ma nemmeno lì avevano mai visto quel foglio. Ed è a quel punto che la Asl Roma 4, come riportato da Il Messaggero, fiuta la truffa e fa partire le indagini. Che conducono gli inquirenti all'infermiera e al suo compagno.

Perquisito l'appartamento, in casa stick e tamponi

Nei giorni scorsi l'appartamento dei due è stato sottoposto a perquisizione. All'interno sono stati trovati stick e tamponi, oltre a una vasta quantità di materiale medico che molto probabilmente non poteva essere prelevato dall'ospedale. Decine invece le persone ascoltate dai carabinieri di Civitavecchia e che sarebbero state sottoposte a finto tampone: il dubbio è che però potrebbero essere molte di più.

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