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Terre sotto esproprio nell’Agro Romano: “Sono nostre da 100 anni, nuovi palazzi non sono modernità”

Giulia Marrocchini è una ragazza che ha un’azienda agricola alla Cecchignola. I suoi terreni sono a rischio esproprio perché in quell’area è in costruzione un nuovo complesso di edilizia pubblica. Lei non vuole abbandonare la sua terra e si è rivolta al Tar. Ma i costruttori ribadiscono: “Siamo in regola”.
A cura di Natascia Grbic
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"Se l'esproprio dovesse andare in porto, dopo un secolo io e la mia famiglia dovremmo dire addio alla nostra terra e l'azienda agricola chiuderà, lasciandomi senza lavoro". Mentre racconta la sua storia e quello che sta vivendo in questo periodo, Giulia Marrocchini mostra le foto che ritraggono la sua famiglia davanti i terreni nell'Agro Romano, di loro proprietà da cent'anni. Ci sono i bisnonni, i nonni, i genitori: tutti che posano fieri davanti gli orti che coltivano da mattina alla sera. Quel terreno però è sotto esproprio: nella zona il consorzio Colle delle Gensole sta costruendo diverse palazzine, nel progetto anche un'area verde e sette scuole, oltre a parcheggi e luoghi di culto. Ma Giulia e i suoi genitori hanno deciso di non vendere la loro terra e non entrare a far parte del consorzio. E adesso si sono rivolti al Tar per bloccare l'esproprio. Sostengono che la pubblica utilità dell'opera è scaduta. "Siamo in regola", ribadisce invece il vicepresidente del consorzio Giancarlo Goretti. Dietro queste posizioni, due idee diverse di città e futuro.

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Il Consorzio: "Tutti i nostri permessi sono in regola"

"L'operazione di permessi ne ha tantissimi perché ha radici lontane. I terreni sono diventati edificabili nel 1962 con il piano regolatore e poi sviluppati successivamente – dichiara a Fanpage.it Goretti – Il consorzio si è costituito nel 1992 e venne chiesto di partecipare a tutti i proprietari, ma i genitori della signora Giulia non hanno voluto farlo né allora né in seguito. So che una delle questioni poste è quella che la pubblica utilità dell'accordo di programma non fosse valida al momento dell'esproprio: in questo non possiamo che rifarci alle carte ufficiali, quindi al decreto di esproprio che è stato pubblicato dalla Regione Lazio ed emesso dal Comune di Roma".

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"Pubblica utilità sono spazi verdi, non palazzi"

"Loro pensano che così la zona sarà più riqualificata, saranno portati servizi e modernità – continua Giulia – Per quanto mi riguarda non è quella la modernità che dobbiamo andare a cercare nel 2021 dati tutti i problemi che il nostro pianeta ha dal punto di vista atmosferico e naturale. Per me l'utilità pubblica è avere uno spazio verde dove la gente può camminare e portare i bambini a giocare, soprattutto durante una pandemia". Dall'orto di Giulia si riforniscono una ventina di famiglie della zona, che apprezzano la genuinità dei suoi prodotti. "In tante città del mondo fanno gli orti sui tetti dei palazzi. Qui invece gli orti, che stanno dove dovrebbero stare, ossia per terra, li vanno a distruggere".

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