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Lavinia investita all’asilo, il papà della piccola: “Ogni udienza è sempre più difficile”

“Le tecniche dilatorie che stanno mettendo in atto dimostrano che non vogliono arrivare alla verità”, dice a Fanpage.it il papà di Lavinia. La prossima attesa per il 20 novembre.
A cura di Beatrice Tominic
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Lavinia nella sua cameretta, circondata dai macchinari necessari per le sue cure.
Lavinia nella sua cameretta, circondata dai macchinari necessari per le sue cure.

Si è conclusa da poco la nuova udienza sull'incidente che ha visto investita nell'agosto del 2018 la piccola Lavinia, all'epoca di 16 mesi, che da quel momento si trova in stato vegetativo. Nell'appuntamento di oggi la giudice, la cui astensione è stata rifiutata dal presidente del Tribunale di Velletri, ha respinto la richiesta della difesa che mirava alla messa alla prova della maestra, imputata per lesioni personali gravissime (insieme alla seconda imputata, la donna alla guida dell'auto che ha investito la piccola) e abbandono di minori.

Respinta anche la richiesta di dividere il processo in due, uno per l'insegnante e l'altro per la donna al volante: i reati sono stati giudicati indissolubilmente collegati ed il procedimento resterà unico.

Le reazioni del papà di Lavinia

"Abbiamo vinto una battaglia, ma non la guerra – spiega a Fanpage.it il papà della piccola, Massimo Montebove – Volevamo un'unica sentenza: la strada è stata tracciata". Resta, invece, ancora da decidere per quanto attiene alle richiesta di ricusazione nei confronti della giudice da parte della difesa della maestra: ci vorranno ancora due tre settimane prima che la Corte d'Appello decida su questo. Nel frattempo è stata già fissata la prossima udienza, il 20 novembre.

"Ciò che stanno facendo, ci sembra assurdo – continua il papà della piccola Lavinia – Ogni udienza è sempre più faticosa perché le tecniche dilatorie consentite dalla legge che l'avvocato mette in atto sono davvero qualcosa che raramente si vede nei processi. Si percepisce la volontà di non arrivare alla verità".

La richiesta di messa alla prova

Si è opposta alla richiesta di messa alla prova la giudice del Tribunale di Velletri che ha scelto di valutare i capi d'imputazione della maestra, accusata di lesioni personali gravissime nei confronti della piccola Lavinia e di abbandono di minori nei confronti del gruppetto di bambini lasciati da soli all'asilo per soccorrerla fra cui il fratellino di Lavinia, in un unico procedimento.

Affinché la richiesta della messa alla prova fosse approvata, la maestra avrebbe dovuto dimostrare consapevolezza di quanto avvenuto: "Invece ci ha proposto soltanto un euro di risarcimento. E, anzi, si è proposta anche come assistente per aiutarci con Lavinia, pur non essendo un'operatrice sanitaria . Una provocazione enorme per noi che, da quando è avvenuto l'incidente, possiamo fare affidamento soltanto sul risarcimento dell'assicurazione auto della donna che ha investito Lavinia e sul servizio della Asl attivo soltanto per 12 ore su 24″.

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