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Ravenna, Giulia uccisa a bastonate, il pm: “Condannate Matteo Cagnoni all’ergastolo”

Ergastolo con isolamento diurno, questa la richiesta di condanna per Matteo Cagnoni, il ‘dermatologo dei vip’ imputato con l’accusa di aver ucciso a bastonate la moglie Giulia, madre dei suoi figli. Durante la requisitoria del pm andata in scena nell’udienza di oggi al tribunale di Ravenna, Cagnoni non era presente.
A cura di Angela Marino
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Ergastolo con isolamento diurno di un anno per Matteo Cagnoni, accusato di aver ucciso a bastonate la moglie Giulia Ballestri. Questa la richiesta del pm Cristina D’Aniello alla ventesima udienza del processo per omicidio a carico di Matteo Cagnoni, accusato di aver ucciso la moglie Giulia nel corso di una feroce aggressione a bastonate, nella villa di famiglia. Grande assenza all'udienza del 14 giugno proprio lui, l'imputato, il noto dermatologo ravennate che dal settembre 2016 è recluso in carcere e che si è sempre fatto notare a tutte le udienze del processo per la compostezza e l'autocontrollo.

Il pm ha ricostruito i fatti partendo dal settembre di due anni fa, quando Giulia Ballestri è stata dichiarata scomparsa dopo un'assenza di 48ore da casa. Assente anche il marito con il quale conviveva ancora in attesa della separazione e che negli stessi giorni aveva lasciato la casa di Ravenna e si trovava ospite con i figli nella casa del padre a Firenze. Proprio lì i poliziotti lo hanno arrestato al termine di una rocambolesca fuga nelle campagne toscane, dove il cinquantenne si era lanciato dalla finestra della villa per sottrarsi alle forze dell'ordine. "Sono stato colto dal panico" dirà alle forze dell'ordine, mentre gli viene notificata l'accusa di omicidio premeditato. Poche ore prima, infatti, la povera Giulia a era stata trovata cadavere con il corpo nudo sfigurato dai terribili colpi ricevuti, nel seminterrato della vecchia villa dei Cagnoni a Ravenna. Lì, secondo l'accusa, sarebbe stata attirata con dal marito con il pretesto di vedere insieme alcuni quadri fa spartire in vista della separazione.

La ricostruzione si basa sul ritrovamento di tracce di DNA e sangue di Giulia e di Cagnoni trovati su una torcia all'interno dell'auto del dermatologo e sulla presenza di un'impronta dello stesso in una chiazza di sangue presente sul frigorifero all'interno della villa. Il movente, invece, viene identificato nella frustrazione dell'uomo per la fine del matrimonio e per la nuova relazione di Giulia. Nei mesi precedenti infatti, il dermatologo aveva dato mandato a un investigatore privato di seguire sua moglie e di intercettare il suo cellulare.  Nel corso del processo hanno sfilato numerosi testimoni tra il compagno di Giulia, Stefano Bezzi, l'amica Elisabetta Amicizia. Secondo entrambi Giulia avrebbe manifestato forti preoccupazioni riguardo alla propria incolumità. Giulia – stando al racconto dei testimoni – avrebbe avuto paura di prendere cibo e acqua dal marito, tanto che a casa teneva una bottiglia d'acqua personale.

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