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Vertice fra Conte e i due vice, Salvini: “Inutile tirarla per le lunghe se non cresciamo”

Questa sera si attende un vertice fra Giuseppe Conte e i due vicepresidenti del Consiglio, Matteo Salvini e Luigi Di Maio. La riunione apre una settimana calda per il governo, sia dal fronte dell’Unione europea, che si troverà a ridiscutere se avviare o meno una procedura d’infrazione, sia da quell’interno. Conte dovrà infatti testare se ci sia un’effettiva volontà di andare avanti con il contratto di governo, in spirito di collaborazione.
A cura di Annalisa Girardi
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È previsto in serata il vertice fra Giuseppe Conte e i due vicepresidenti del Consiglio, Matteo Salvini e Luigi Di Maio, ad aprire una settimana che si prospetta piuttosto calda per il governo. Per domani si attende infatti un Consiglio dei ministri e l'incontro del Comitato economico e finanziario, composto dai direttori del Tesoro dei Paesi comunitari, che tratterà la questione del debito pubblico italiano. A fine settimana si riuniranno i ministri dell'economia dei Paesi Ue, concentrati sempre sui conti pubblici italiani. Nel frattempo Conte incontrerà anche Manfred Weber, presidente dei popolari all'Europarlamento. Le nomine in Europa saranno quindi sicuramente oggetto del faccia a faccia di questa sera, per cui il presidente del Consiglio tenterà di attenuare i toni degli alleati di governo in vista dell'inizio dei negoziati, in cui l'Italia si presenta isolata e marginale. Oltre ad affrontare il tema dei rapporti con le istituzioni europee, nella riunione di stasera Conte dovrà anche fare di nuovo il punto sullo stato di salute dell'Esecutivo, riprendendo quanto già comunicato nella conferenza stampa della scorsa settimana. Vediamo quindi passo a passo gli argomenti che verranno probabilmente affrontati tra qualche ora da Conte, Salvini e Di Maio.

Rilanciare il governo ed evitare lo scontro con Bruxelles

Prima di affrontare qualsiasi questione, è importante verificare che il messaggio della scorsa settimana, pronunciato da Conte prima della partenza per il Vietnam, sia arrivato a destinazione. Il richiamo ai leader di Lega e Movimento 5 Stelle voleva corrispondere ad un ultimatum, con cui il capo del governo chiedeva piena collaborazione per continuare sulla strada del contratto stipulato. Lo stesso concetto è stato rimarcato in un'intervista al Corriere della Sera, in cui Conte ha affermato che "se la Lega aspira a capitalizzare un consenso politico in un sistema fondato sulla democrazia parlamentare come il nostro, non può che passare da elezioni politiche", confidando però che il Carroccio "non si senta forte del risultato" e non si lasci prendere da "prospettive di predominio" assumendo "atteggiamenti sempre più strumentali". Il vertice di questa sera dovrebbe quindi inaugurare un fase due dell'esecutivo, in cui le forze politiche si buttano alle spalle le tensioni accumulate in campagna elettorale per ritrovare la sintonia necessaria a far fronte alle difficoltà imminenti.

Prima fra tutte, la procedura d'infrazione per disavanzo eccessivo del debito che potrebbe venire aperta a carico del nostro Paese. Il presidente del Consiglio e il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, continuano ad affermare che l'aggiustamento dei conti pubblici non includerà una manovra correttiva: parrebbe che una rettifica sia possibile andando a ripescare quei risparmi prodotti da reddito di cittadinanza e quota 100, circa 3 miliardi di euro avanzati in quanto i fondi stanziati si sono rivelati sovrabbondanti rispetto alle richieste effettivamente ricevute. Questi soldi dovrebbero confluire negli aggiustamenti al bilancio, precisamente per abbassare il deficit, e non essere spesi per ulteriori misure come sembrano suggerire i due leader. Per Conte è fondamentale evitare il confronto aperto con Bruxelles sul debito: "Se viene avviata la procedura, farà davvero male all'Italia", ha detto il presidente del Consiglio, in quanto non si tratta "solo di una multa, ma ci assoggetterà a controlli e verifiche per anni". In tal modo, si andrebbe a compromettere "la nostra sovranità in campo economico, una bella eterogenesi dei fini per questo governo che è geloso custode dell'interesse nazionale". Inoltre, anche i risparmi degli italiani potrebbero essere messi a rischio, ha avvertito Conte, rimarcando la necessità di ascoltare l'Europa ed essere collaborativi. Bisognerà attendere la reazione di Salvini e Di Maio, meno ben disposti nei confronti delle istituzioni Ue: in passato i due vicepresidenti del Consiglio hanno già affermato di non avere nessuna intenzione di farsi dettare l'agenda da Bruxelles e potrebbero quindi ostacolare la linea della prudenza voluta da Conte e Tria. Un atteggiamento sostenuto anche dal ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, che a Rai3 ha affermato di essere d'accordo con il ministro dell'Economia rispetto ad una trattativa con la Commissione, perché anche se un'eventuale infrazione "non sarebbe una sciagura immediata, porterebbe comunque una spirale negativa", minando la fiducia dei mercati verso l'Italia.

Agenda interna tra minibot, rimpasto e salario minimo

Non solo Ue. Conte dovrà affrontare con Salvini e Di Maio anche questioni relative all'agenda di governo. E dovrà ripetere la necessità di uscire dalla stagnazione dovuta al continuo battibecco fra gli alleati di governo, per rilanciare le misure presentate. Il presidente del Consiglio dovrà quindi capire se alle risposte ricevute in seguito alla sua conferenza stampa corrisponda o meno una reale intenzione di andare avanti. Si discuterà quindi del decreto sicurezza bis, della flat tax, dei minibot (anche se la proposta della Lega è già stata bocciata dal ministro Tria), delle autonomie, dello sblocca cantieri, del salario minimo e della questione rimpasto.

Su questa, che vorrebbe un mutamento degli equilibri di forza all'interno della compagine di governo all'indomani dei risultati delle europee, la Lega spingerà probabilmente i direzione del ministero delle Infrastrutture, ma anche di Ambiente e Difesa. Il Carroccio farà anche pressione perché vengano discussi in Aula il decreto sicurezza e il dossier sulle autonomie, su cui sembra ancora lontana un'intesa con i pentastellati. Sulla flat tax da realizzare in deficit invece pare si sia raggiunto un accordo: manca però una linea comune riguardo alla modalità di realizzazione e soprattutto non si è ancora pronunciato Conte, che potrebbe frenare in vista alla luce dell'eventualità di una procedura d'infrazione. Salvini probabilmente incalzerà anche sulla realizzazione delle grandi opere, fronte su cui si è già mosso con rinnovata forza dopo il 26 maggio. Da parte sua, Di Maio afferma: "Il vertice andrà bene se rimettiamo al centro della stanza i cittadini". Intervenendo a Radio Cusano Campus, il leader M5S aggiunge: "Mi aspetto risposte sul salario minimo e che la Lega ritiri gli emendamenti che provano a fermarlo. Mi aspetto l'accordo sull'abbassamento delle tasse con il carcere per i grandi evasori. Mi aspetto il sì alla lotta ai privilegi, perché siamo in ritardo sul taglio degli stipendi dei parlamentari".

Matteo Salvini in conferenza stampa

Subito arriva anche la risposta di Salvini, in conferenza stampa dalla sede della Lega in via Bellerio. "All'amico Di Maio, con cui c'è una ritrovata e spero duratura sintonia, dico che sono disponibilissimo a ragionare sul salario minimo per i lavoratori, ma sono le imprese che lo garantiscono e quindi se non riduci la pressione fiscale sulle imprese come fanno a garantirlo?" afferma il leader del Carroccio, assicurando che "noi le idee le abbiamo chiare". Salvini poi anticipa che nell'incontro previsto in serata si parlerà "dell'agenda di lavoro per i prossimi mesi e i prossimi anni che ci vede concordi nel mettere al centro il lavoro, meno tasse e meno disoccupati".

Per quanto riguarda le parole del presidente di Conte al Corriere della Sera, Salvini risponde: "Io mantengo la parola, non capisco le preoccupazione del presidente del Consiglio o altri, io non ambisco ad altro che fare il ministro dell'Interno, ho firmato un patto, ho dato la mia parola, se tutti mantengono la parola si va avanti". Poi torna sulla direzione da prendere nei confronti di Bruxelles: "L'unico modo per far scendere il debito e' far lavorare gli italiani. Se gli italiani lavorano e pagano le tasse, il debito scende, lo ribadirò a Conte e Tria". Il ministro dell'Interno poi conclude: "Io sto al Governo se posso aiutare italiani. Se qualcuno pensa di stare al Governo per tirarla in lungo o crescere dello zero virgola, non è quello di cui abbiamo bisogno. Gli italiani ci chiedono di lavorare di più‘".

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