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Unioni civili: oggi inizia la discussione del ddl alla Camera

Al via questo pomeriggio alle 15 e 30 l’iter a Montecitorio per la proposta di legge Cirinnà. Ieri Renzi ha annunciato che, con ogni probabilità, verrà posta la fiducia sul ddl “martedì o mercoledì e il 12 la legge sarà votata”.
A cura di Claudia Torrisi
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Update 18:00 – Nel primo pomeriggio di oggi è iniziato il dibattito alla Camera dei deputati sul ddl Cirinnà. L'iter entrerà nel vivo da domani: alle 12:00 la seduta è convocata per il voto sulla questione pregiudiziale di costituzionalità presentata dalla Lega Nord e quelle di merito dei gruppi di opposizione sul testo. A seguire il governo dovrebbe annunciare la fiducia, ed entro giovedì 12 maggio dovrebbe arrivare il via libera definitivo alla legge sulle unioni civili.

Il presidente del Consiglio Matteo Renzi l'ha ripetuto anche ieri sera, ospite della trasmissione di Rai3 "Che tempo che fa": entro questa settimana dovrebbe arrivare il via libera definitivo al ddl unioni civili. Il testo inizierà oggi pomeriggio il suo iter alla Camera, con la discussione generale. Il premier ha già annunciato che, con ogni probabilità, verrà posta la fiducia sul ddl "martedì o mercoledì e il 12 la legge sarà votata". Renzi ha anche detto di sentirsi "tranquillo che questa volta passi" e che altre volte ha "rischiato di più".

La scelta di porre la fiducia non era piaciuta a parte delle opposizioni: esponenti di Forza Italia, Lega e Area Popolare si erano astenuti dal voto per il mandato al relatore in commissione Giustizia "per protesta contro l’imposizione della fiducia". Questo "è il primo governo che mette la fiducia sui temi etici, espropriando la Camera della possibilità di discutere e votare liberamente e i cittadini di rendersi conto di quanto sta avvenendo. Renzi scardina l’assetto millenario della società senza colpo ferire", aveva annunciato il forzista Antonio Palmieri, che, per lo stesso motivo, ha dichiarato che il suo gruppo voterà contro il provvedimento.

Dopo l'avvio di oggi, la prima vera "prova" per il ddl è attesa per la mattina di domani, quando si voterà la questione pregiudiziale di costituzionalità presentata dalla Lega, e, successivamente quando la Camera si pronuncerà su correzioni e modifiche dei centristi della maggioranza. Come, ad esempio, quella che chiede la possibilità per i sindaci di esercitare l'obiezione di coscienza sulla celebrazione delle unioni civili.

Ad ogni modo, dopo l'accesa discussione di qualche mese fa in Senato – culminata con il voto di fiducia sul maxi emendamento – il passaggio alla Camera dovrebbe avere meno ostacoli. I numeri di Montecitorio, infatti, sono decisamente più favorevoli per la maggioranza di Governo, con 309 deputati per il Partito democratico cui sommare i voti di Ncd, Verdiniani e Scelta Civica. Più quelli di esponenti di altri partiti disposti a esprimersi positivamente sulla legge, come Mara Carfagna e Stefania Prestigiacomo. Il Movimento 5 stelle, invece, ha dichiarato che non farà ostruzionismo, ma pretendono la fiducia è "inaccettabile". Sinistra italiana, infine, sta ancora decidendo sulla linea da tenere: voto contrario sul governo, ma non ancora chiaro sul pacchetto di norme.

La decisione del governo di mettere la questione di fiducia sul testo è dipesa dall'intenzione di evitare ostruzionismi. Secondo Micaela Campana, responsabile Pd per il Welfare e neo relatrice del ddl, la proposta di legge Cirinnà "si trova tra Camera e Senato dal 2013. E ci sono state 62 sedute di commissione al Senato, centinaia di audizioni, anche in commissione Giustizia alla Camera ci sono stati tanti momenti di approfondimento. Tutti hanno potuto dire la loro. Chi dice oggi che la discussione è strozzata lo fa per l'ennesimo tentativo di provare a fare ostruzionismo".

Il testo che approda questo pomeriggio in Aula, comunque, è monco di alcune parti, stralciate nel corso dell'iter al Senato. Manca l'articolo 5, che prevedeva la stepchild adoption – adozione del figlio del convivente omosessuale – oggetto delle più aspre polemiche tra i membri di Palazzo Madama, a causa di un presunto collegamento con la pratica della maternità surrogata. Sono saltati anche i riferimenti all'istituto del matrimonio e l'obbligo di fedeltà. Un ddl, insomma, che è più che mai frutto di un compromesso con i centristi.

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