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Tamponi a vaccinati per cinema e teatri: per Salvini, Renzi e M5s è un errore

L’idea di introdurre l’obbligo di tamponi per i vaccinati nei cinema e nei teatri non piace né alla Lega né a Forza Italia. Anche M5s e Forza Italia si dichiarano contrari.
A cura di Annalisa Cangemi
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I tamponi obbligatori anche per vaccinati e guariti, per tentare di arginare la diffusione dei contagi. La questione verrà affrontata durante alla cabina di regia di giovedì 23 dicembre, quando il governo dovrebbe varare il nuovo pacchetto di misure anti Covid per le festività natalizie.

La stretta dovrebbe riguardare tra le altre cose i test obbligatori per i luoghi della socialità in cui è più facile che si creino assembramenti, come concerti, stadi e discoteche, ma anche cinema e teatri: in tutte queste situazioni quindi non basterebbe più il Super Green Pass, ma sarebbe necessario effettuare un tampone, nelle 48 ore precedenti. Prima di varare altre norme però l'esecutivo vuole aspettare i dati epidemiologici sulla circolazione della variante Omicron.

Le misure prese fino ad ora, con l'obbligo di tampone per chi arriva dall'estero, con l'aggiunta della quarantena di cinque giorni per chi non è immunizzato, non sembrano sufficienti a garantire un'adeguata protezione di fronte alla diffusione della variante Omicron, che presto diventerà la mutazione prevalente in Europa.

Per il sottosegretario alla Salute Costa nella Cabina di regia del 23 dicembre "andrà fatta una riflessione in merito alla riduzione del Green Pass", ma non sui tamponi ai vaccinati: "Non sono sicuro che quella sia la strada dal momento che abbiamo sostenuto con decisione la campagna vaccinale". E anche sull'eventuale allargamento dell'obbligo di Green pass agli studenti, a partire dalle elementari fino alle superiori frena: "Non penso poi che la proposta di tanti sindaci di avanzare il Green Pass nelle scuole possa essere oggi una strada percorribile: siamo vicino alle vacanze di Natale e abbiamo tutto il tempo per valutare e fare il punto sulla campagna vaccinale per gli under 12".

Resta sul tavolo l'allargamento della platea che rientra nell'obbligo vaccinale, ma di questo se ne riparlerà a gennaio: "Oggi è previsto per alcune categorie, valuteremo nelle prossime settimane se sia il caso di estenderlo ad altre ancora", ha detto Costa.

Tutti i contrari al tampone per i vaccinati

Ma l'idea di costringere i vaccinati a ricorrere a un tampone per poter accedere a determinati contesti sociali incontra non poche perplessità in diverse forze politiche. Oggi il M5s si è detto contrario all'introduzione di ulteriori limitazioni per andare al cinema o al teatro, perché la misura rischierebbe di dare una mazzata definitiva a un settore che invece sta provando lentamente a rialzarsi dopo mesi di chiusure: "In questi mesi la politica non ha fatto altro che ripetere e ripetersi quanto il mondo della cultura abbia sofferto le conseguenze nefaste della pandemia. Da pochissimo tempo si registrano timidi segnali di ripartenza, che abbiamo il dovere di sostenere con tutte le forze. Introdurre l'obbligo di tampone anche per i vaccinati per recarsi al cinema ed al teatro rischia di essere un colpo quasi impossibile da sostenere. Dobbiamo continuare a investire nella comunicazione sui vaccini, sulle terze dosi e sulle misure di sicurezza, ma al momento non possiamo avallare un'ipotesi che rischia di affossare definitivamente la ripresa di settori culturali strategici", hanno detto le senatrici del Movimento 5 stelle in commissione Cultura.

Nettamente contraria la Lega, e Matteo Salvini è pronto ad arrivare allo scontro nella maggioranza: "Aver chiesto un sacrificio a 50 milioni di italiani che hanno fatto 1-2 o 3 dosi di vaccino e poi pensare di obbligarli al tampone per vivere, vuol dire che c'è qualcosa che non funziona", ha detto oggi a margine della riunione con i suoi ministri in corso a Roma. "Le misure che Draghi proporrà le valuteremo quando le proporrà", ha aggiunto, specificando che "ora la mia emergenza è il taglio tasse e aiutare la gente sul caro bollette".

Anche per Matteo Renzi la misura non è la strada giusta per fermare il virus: "Si fa un gran parlare di tamponi, restrizioni, nuove regole. Ma la verità è solo una, semplice: servono vaccini. Bisogna anticipare sulla terza dose, come stiamo dicendo da settimane. Molte delle persone che si stanno contagiando sono persone che hanno ricevuto la seconda dose ma che non hanno ancora fatto la terza. E, se è vero che per i vaccinati il contagio ha effetti decisamente meno gravi, è altrettanto vero che potremmo risparmiarci migliaia di contagi semplicemente accelerando la terza dose. Il Regno Unito sta vaccinando con la terza dose dopo tre mesi dalla seconda. La Francia sta vaccinando con la terza dose dopo quattro mesi dalla seconda", ha detto il senatore nella sua enews.

"Io dico da settimane: allineiamoci con loro, oppure – se proprio AIFA vuole mantenere i cinque mesi – che si mantengano i cinque mesi dalla Prima dose, non dalla seconda. Questo porterà a evitare molti contagi. Non è il tampone che blocca il contagio: è il vaccino che blocca il contagio. Mi spiace che il Ministro Roberto Speranza non stia cogliendo l'importanza di questa scelta: credo sia un errore". 

Anche i governatori si sono opposti al tampone per vaccinati e guariti. Il presidente della Calabria, l'azzurro Roberto Occhiuto, ha proposto di estendere eventualmente l'obbligo di test per gli immunizzato solo per prendere parte alle feste organizzate per Capodanno nei locali.

"Nelle prossime ore molto probabilmente il governo adotterà delle nuove misure per tentare di contrastare la diffusione del Covid. A mio avviso due devono essere le direttrici da seguire: incentivare quanto più possibile la vaccinazione, e salvaguardare da eventuali restrizioni i vaccinati. Dunque, va bene accorciare la validità del green pass: 9 mesi sembrano essere troppi, anche in relazione alle evidenze scientifiche che ci segnalano come dopo 4/5 mesi la copertura data dal vaccino vada gradualmente deteriorandosi. E va bene anche estendere il cosiddetto super green pass ad altre categorie di lavoratori o ad altri settori. Non troverei corretto, invece, costringere al tampone anche coloro che si sono vaccinati – si potrebbe, semmai, in via eccezionale, valutare una misura di questo tipo solo per i cenoni o le serate in discoteca organizzate per l'ultimo dell'anno – né tantomeno ipotizzare mini lockdown per i giorni di festa che possano coinvolgere anche coloro che hanno deciso di immunizzarsi", ha detto in una nota Roberto Occhiuto.

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