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Spostamenti tra Regioni, dove saranno permessi (forse) per andare a trovare i congiunti

Dal prossimo 18 maggio gli spostamenti all’interno della Regione saranno permessi e non dovranno più essere giustificati tramite il modulo di autocertificazione. Ma per andare fuori Regione bisognerà attendere ancora. Probabilmente fino al 3 giugno: una data che per molte famiglie che abitano in Regioni diverse e sono state divise dal lockdown appare troppo lontana. Per questo alcuni governatori starebbero pensando ad accordi bilaterali che permettano ai congiunti che vivono al confine regionale di riabbracciarsi.
A cura di Annalisa Girardi
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Dal prossimo 18 maggio saranno revocati i limiti alla circolazione all'interno delle Regioni. Ma per muoversi da una Regione all'altra si dovrà ancora aspettare l'arrivo di giugno.  Questo il contenuto della bozza del decreto che il governo si prepara ad approvare: ciò significa che chi ha famiglia al di là del confine regionale dovrà attendere ancora oltre due settimane per far visita ai propri cari. Ma alcune Regioni starebbero lavorando ad accordi bilaterali che permettano alle famiglie divise dal lockdown di riabbracciarsi prima. Il Veneto, ad esempio, si avrebbe già raggiunto un'intesa con Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia per permettere ai congiunti separati di vedersi. Bisognerà però aspettare le conferme ufficiali e soprattutto le disposizioni finali del decreto, in modo da verificare se deroghe di questo tipo saranno concesse o meno alle autorità regionali.

Nel caso in cui non lo fossero, fino a inizio giugno gli spostamenti al di fuori della propria Regione saranno concessi esclusivamente per motivi di lavoro, di salute o di urgente necessità. In altre parole, le stesse ragioni per cui erano permessi durante i mesi di lockdown. Dallo scorso 4 maggio, però, chi si trova bloccato al di fuori della propria Regione può fare rientro al proprio domicilio.

Questi sono gli unici motivi che hanno legittimato in queste settimane gli spostamenti tra una Regione e l'altra. Per chi non li rispettasse dopo il 18 maggio, le conseguenze rimangono le stesse: una sanzione che potrebbe andare dai 400 ai 3mila euro. In assenza di reato, le violazioni al decreto che sarà in vigore da lunedì prossimo saranno sempre "punite con la sanzione amministrativa di cui all’articolo 4, comma 1, del decreto-legge n.19 del 2020". Come accadeva in precedenza, le multe potrebbero aumentare nel caso in cui la violazione sia commessa con l'utilizzo di un veicolo, come l'automobile, o in caso di reiterazione.

Nelle prossime due settimane proseguirà il monitoraggio dell'evoluzione dell'epidemia di coronavirus sul territorio. Se i dati lo permetteranno si potrà procedere, probabilmente dal 3 giugno, ad autorizzare gli spostamenti anche tra Regioni diverse. Al momento preoccupano però i numeri in risalita in alcuni territori. I livelli di allerta rimangono alti soprattutto in Lombardia, ma la situazione in Piemonte, Liguria e anche il Molise, una Regione dove i contagi erano in discesa ma è bastata la celebrazione di un funerale per innescare un nuovo focolaio. Un campanello d'allarme a pochi giorni dalla riapertura del Paese.

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