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Draghi dice che non cambierà i ministri del governo, dopo la scissione dei 5 stelle

Draghi, in conferenza stampa da Bruxelles, parla del nodo gas e dello status di candidata dato all’Ucraina (e non solo) deciso al Consiglio Ue. Poi nega ci possa essere un rimpasto di governo dopo la scissione del Movimento 5 Stelle.
A cura di Tommaso Coluzzi
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La squadra dei ministri del governo Draghi non cambia. "La risposta è no e il mandato è lo stesso", risponde secco il presidente del Consiglio da Bruxelles all'ipotesi di un rimpasto dopo la scissione del Movimento 5 Stelle, né sente in alcun modo cambiato il suo mandato. "L'Unione europea sta crescendo, sta diventando sempre più importante, sta diventando quell'istituzione a cui tutti i Paesi d'Europa guardano come un'istituzione capace di dare loro stabilità, prosperità e sicurezza". Comincia così, Mario Draghi, la sua conferenza stampa dal Consiglio europeo. "È un passo straordinario della storia dell'Unione. Paesi che prima della guerra non avevano mai pensato di entrare nell'Unione oggi vogliono avere rapidamente lo status di candidati – spiega – L'Ue vuole rispondere a questa proposta, ma è un salto identitario dell'Unione".

Per il presidente del Consiglio si tratta di "un passaggio storico in cui l'Ue sta acquisendo un'identità diversa e più importante". E cita le decisioni prese "sul dare lo status di candidato a Ucraina, Moldavia e Georgia, di avviare il più rapidamente possibile". Poi aggiunge: "La volontà è quella di avere i sei Paesi dei Balcani occidentali membri dell'Unione. Si è deciso che questo processo così esigente per essere ammessi all'Unione, sarà molto meno burocratico". Oggi "l'Unione proietta un'immagine meno arcigna e burocratica, fiscale del passato – continua Draghi – Molto più aperta e cooperativa". Ma per l'ingresso nell'Unione "servirà ancora un forte impegno dei governi, quello che è cambiato è la disponibilità dei Paesi dell'Ue e della Commissione ad aiutare questi Paesi per compiere queste riforme".

"È un passaggio storico – insiste ancora Draghi – Noi siamo stati molto attivi nel promuoverne la candidatura. È importante per l'Ucraina ma anche per il resto d'Europa. Questi Paesi hanno deciso che la loro ancora di sicurezza sta in Europa, non altrove".

Poi passa ai temi che riguardano l'economia: "Noi stiamo andando bene grazie al turismo, ma in generale nell'area dell'Euro le previsioni economiche sono per un rallentamento, un po' ovunque – spiega – In Italia siamo impegnati a sostenere il potere di acquisto dei cittadini. Si è parlato molto di energia, di cosa fare per i prezzi così alti". L'Italia "per quanto riguarda gli stoccaggi sta andando molto bene, quanto alla dipendenza dal gas russo siamo scesi dal 40% al 25%. Altri fornitori di gas cominciano a sostituire il gas russo".

Niente da fare, però, sul famoso price cup: "La Commissione ha promesso uno studio sul tetto al prezzo del gas e sulla riforma al mercato dell'elettricità – spiega ancora Draghi – Tutto questo per settembre, da discutersi al Consiglio di ottobre. È un risultato soddisfacente".

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