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Salvini: “Se i vicini fanno festa io non denuncio, la delazione non fa parte del mio Paese ideale”

Matteo Salvini torna a parlare di riaperture, di coprifuoco e del ministro Speranza. Intervenuto a Un giorno da pecora su Radio 1, il leader della Lega ha spiegato anche che se scoprisse una festa dai suoi vicini di casa non li denuncerebbe: “Gli faccio un colpo di campanello e gli chiedo se possono stare più tranquilli – spiega – La delazione di Stato non fa parte del mio Paese ideale”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Riaperture, coprifuoco e ancora il ministro Speranza. Gli argomenti toccati da Matteo Salvini, intervenuto nel primo pomeriggio a Un giorno da pecora su Radio 1, sono più o meno sempre gli stessi. Con il passo avanti fatto dal governo Draghi, voluto fortemente dalla Lega, l'Italia dal 26 aprile tornerà a riaprire alcune attività economiche in alcune Regioni: "Sulle riaperture penso di essere d’accordo con alcune decine di milioni di italiani – spiega Salvini – Io aspetto che la scienza dia il suo parere, non ha vinto Salvini, non ha vinto la Lega". E insiste: "Noi chiediamo quello che chiedono gli imprenditori ma anche tanti medici, perché la chiusura a oltranza fa danni sanitari e psichici difficilmente rimediabili, quindi se ci sono le condizioni per tante regioni d’Italia riaprire mi sembra doveroso".

Salvini ha risposto anche ad una domanda specifica, che riguardava l'eventualità in cui ci fosse una festa in casa del suo vicino: "Gli faccio un colpo di campanello e gli chiedo se possono stare più tranquilli – spiega il leader della Lega – La delazione di Stato non fa parte del mio Paese ideale, se c’è qualcuno che si gloria alla Gassmann di aver denunciato i vicini, penso siano altri i meriti civici".

Il segretario della Lega torna sul tema delle riaperture: "È chiaro che se tu tieni uno rinchiuso a vita questo rischia di meno, non rischia di fare un incidente con la macchina o di essere rapinato per strada, però che vita è?", sostiene Salvini. "Se perfino Speranza è arrivato alla conclusione che all’aperto si rischia meno che al chiuso non penso che le 22, le 23 o le 24 faccia la differenza", aggiunge parlando del coprifuoco. "C’è una gran voglia di tornare a vivere, ma anche la consapevolezza dei rischi che corriamo ancora – continua – Confido nel senso della responsabilità e della misura, e riaprire aiuta, perché se continui a tenere la gente chiusa in casa prima o poi la pentola scoppia". Duro ancora sul ministro Speranza: "Non ce l’ho con lui, ma deve lavorare nell’interesse collettivo".

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