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Salvini: “Conte vuole mandare a casa Draghi, ma il governo va avanti anche senza di lui”

Il leader della Lega, Matteo Salvini, ritiene che Giuseppe Conte voglia mandare a casa il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ma si dice certo che non riuscirà a mettere in difficoltà l’esecutivo, neanche portando i 5 Stelle fuori dalla maggioranza: “Facciano quel che credono, tanto il governo va avanti lo stesso”.
A cura di Stefano Rizzuti
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La tenuta del governo non è a rischio: per Matteo Salvini un’eventuale decisione di Giuseppe Conte di uscire dalla maggioranza non creerebbe problemi all’esecutivo guidato da Mario Draghi. Il leader della Lega parla in un’intervista al Corriere della Sera della riforma della giustizia della ministra Cartabia, definendola “un passo avanti utile dopo mesi di nulla”. I 5 Stelle, però, potrebbero farla saltare in Parlamento: “Se hanno fatto confusione prima, figuriamoci dopo. Noi siamo la garanzia per Draghi e Cartabia. M5s e Pd creano solo problemi”, afferma Salvini. Secondo cui il governo non rischia comunque la crisi, nonostante le perplessità del M5s: “Io spero che vinca Draghi e che perdano Conte e Grillo”.

Il segretario della Lega ritiene che “Conte farà di tutto per mandare a casa Draghi perché lo accusa di avergli rubato il posto”. E potrebbe anche tentare di far cadere il governo: “Cercheremo di impedirlo con ogni mezzo democratico. Ma sa cosa le dico? Facciano quel che credono, tanto il governo va avanti lo stesso”, assicura Salvini. Che poi si rivolge ai partner di maggioranza: “Ai 5 Stelle, ma anche a Letta, dico chiaro che non si sta dentro il governo per dire no. Ci si sta per costruire. Se vogliono distinguersi o rompere, si accomodino”. Le elezioni, per Salvini, non sono comunque vicine: “Penso nel 2023 perché anche se Conte vuole mandare a casa Draghi i 5 Stelle non vogliono rimanere senza lavoro e senza stipendio prima del tempo. Noi saremo al fianco di Draghi fino alla fine. Poi si voterà e avremo, spero, un governo a guida Salvini che come primo atto introdurrà la flat tax”.

Il leader della Lega parla anche delle sue prossime tappe estive, a partire da un ritorno al Papeetea fine mese: è una tradizione da dieci anni”. E conferma la possibilità che si candidi alle elezioni comunali a Milano: “Se serve sì, ma non è detto. Anzi, penso che due terzi della lista della Lega sarà composta da non iscritti”. Proprio sul tema delle comunali e dei candidati che il centrodestra ha faticato a trovare il leader leghista aggiunge: “Ci abbiamo messo un po’ di tempo ma alla fine abbiamo fatto scelte unitarie e puntato su figure della società civile. Manca solo Bologna su cui conto di chiudere oggi puntando su un imprenditore. Poi, ci daremo da fare per aumentare lo stipendio dei sindaci e per garantire loro maggiore tutela legale”.

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