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Salta l’esenzione dal ticket per i disoccupati. Il Ministero: “Solo un refuso”

Il ddl sul lavoro prevede che i disoccupati e i figli a loro carico non siano più esentati dal pagamento per le prestazioni di diagnostica strumentale e di altre prestazioni specialistiche. Ma poi arriva la smentita.
A cura di Alfonso Biondi
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Mario Monti ddl lavoro

Per i disoccupati e i familiari a loro carico non ci sarà nessuna esenzione dei ticket per le prestazioni di diagnostica strumentale e di altre prestazioni specialistiche. E' questo quanto stabilito dal disegno di legge sulla riforma del mercato del lavoro, attualmente all'esame di Palazzo Madama. La misura, secondo quanto sottolineato nella relazione, risulta essere legata all'ingrossamento della platea di beneficiari dei trattamenti di sostegno al reddito, così come previsto dalle disposizioni contenute nel ddl che introdurranno l'Aspi (Assicurazione sociale per l'impiego).

Niente esenzione per disoccupati e i loro figli a carico- Niente esenzione dal ticket sanitario, quindi, per i disoccupati e i loro familiari a carico, appartenenti a un nucleo familiare che ha reddito inferiore ad 8.263,31 euro. Il valore arriva fino a 11.362,05 euro in presenza del coniuge e, per ogni figlio a carico, subisce un incremento di altri 516,46 euro. La disposizione è contenuta nell'articolo 64 del ddl di riforma del mercato del lavoro.

Le nuove norme non riguardano le esenzioni dei ticket per i medicinali- Bisogna però fare un po' d'attenzione. Il testo riguarda solamente il pagamento delle prestazioni di diagnostica strumentale e di laboratorio e delle altre prestazioni specialistiche, comprese le prestazioni di fisiokinesiterapia e le cure termali. Si tratta quindi di prestazioni che disoccupati e relativi figli a carico dovranno pagarsi da soli. Per i medicinali, però, non cambierà nulla (almeno per ora): le nuove norme- nonostante il contenuto del disegno di legge faccia pensare il contrario- non andranno a toccare le esenzioni dei ticket per i medicinali. E a ribadirlo ci pensa anche il Centro Studi del Senato. La competenza, in tal caso, spetterebbe infatti alle Regioni.

La smentita- In seguito alla diffusione della notizia, è arrivata la smentita da parte del Ministero del lavoro. In una nota, viene precisato il Ministero "ha già rilevato il refuso e pertanto dà assicurazione che ne farà oggetto di una proposta emendativa da presentare durante l'iter parlamentare del disegno di legge di riforma del mercato del lavoro".

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