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Rovelli fuori da Fiera di Francoforte, commissario ci ripensa e lo invita, Murgia: “Levi si dimetta”

Il dietrofront di Ricardo Franco Levi, commissario straordinario del governo per la Fiera del Libro di Francoforte 2024, non spegne le polemiche per l’iniziale esclusione del fisico Rovelli. Per Anpi rimane il “vulnus della censura”, mentre la scrittrice Michela Murgia chiede le dimissioni del commissario.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il caso non sembra ancora chiuso. Ieri, sabato 13 maggio, appena 24 ore dopo la lettera con cui ha comunicato al fisico Carlo Rovelli la cancellazione del suo intervento alla cerimonia di apertura della Fiera Internazionale del Libro di Francoforte, dove l'Italia sarà ospite d'onore, il commissario straordinario del governo Ricardo Franco Levi ci ha ripensato e ha rinnovato l'invito al fisico, chiedendogli di partecipare alla kermesse di inaugurazione.
In una nota, Levi ci tiene a sottolineare di avere scritto quella lettera "senza aver ricevuto alcuna pressione o sollecitazione" e di averlo fatto "per adempiere con rigore alla responsabilità istituzionale" che gli è stata conferita con un decreto del Presidente della Repubblica.

"Rinnovo l'invito al professor Carlo Rovelli a partecipare alla cerimonia di inaugurazione di Francoforte 2024, per condividere con tutti noi la bellezza della ricerca e il valore della conoscenza", recita la nota del commissario.

Quindi Levi chiarisce: "Sono sensibile e accolgo con soddisfazione le dichiarazioni di esponenti del governo che confermano la volontàdi garantire un'aperta partecipazione alla Fiera di Francoforte, nel rispetto del principio e della difesa del pluralismo del pensiero e delle idee". Levi inoltre dice di avere apprezzato "la comprensione espressa dall'Associazione Italiana Editori (AIE) per le ragioni di prudenza istituzionale che mi avevano portato alle scelte espresse come commissario" e di aver raccolto l'auspicio dell'associazione, che tra l'altro Levi presiede, a rinnovare l'invito al professor Rovelli a Francoforte. E adesso la decisione finale spetta al fisico che per primo ha sollevato il caso, postando su Facebook la lettera del commissario della Fiera del Libro tedesca.

"L'Italia – aveva raccontato il professore – mi ha chiesto di rappresentarla alla cerimonia di apertura ma siccome ho osato criticare il ministro della Difesa (lo scorso 1 maggio, dal palco del Concertone romano, ndr) il mio intervento è stato cancellato". Rovelli infatti aveva attaccato il ministro della Difesa Crosetto dal palco del Concertone del 1 maggio. Nella lettera che Levi ha inviato a Rovelli si faceva esplicito riferimento al timore che l'intervento del fisico potesse trasformarsi in "in un motivo di imbarazzo per chi quel giorno rappresenterà l’Italia".

I rappresentanti del governo italiano a livello ufficiale hanno preso le distanze dalla decisione del commissario di escludere Rovelli, dicendo esplicitamente di non aver in alcun modo interferito con la scelta di Levi. Il ministro della Difesa Guido Crosetto su Twitter ha specificato di non conoscere nemmeno di persona Levi. Concetti poi ribaditi in una lunga nota nella quale si è definito dispiaciuto di "deludere gli esperti dei complotti all'italiana, sempre in servizio" e si è detto "assolutamente certo che nessun membro del governo o delle istituzioni abbia fatto alcuna pressione o rivolto richieste agli editori italiani per non far tenere al prof Rovelli la sua prolusione", augurandosi anzi che la decisione potesse essere rivista.

Sulla stessa lunghezza d'onda il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano: "Apprendo con somma sorpresa della vicenda, per me inedita, del fisico Carlo Rovelli – aveva ammesso – e della successiva lettera del commissario che cura l'organizzazione. In generale, avendo subito censure, sono contrario ad infliggerle ad altri".

Poi anche la stessa Aie ha diffuso una nota: "L'Aie – si legge nel testo – ha da sempre posto la libertà di espressione e di stampa al centro della sua missione istituzionale. L'ha sempre difesa, e intende continuare a farlo, in ogni occasione. Non saremmo editori se non mettessimo gli autori e il loro libero pensiero al centro del nostro lavoro".

Anpi: "La censura rimane"

"Rinnovato l'invito a Carlo Rovelli a rappresentare l'Italia alla Fiera del libro di Francoforte del 2024. Resta però il vulnus della censura, inqualificabile nel Paese della #Costituzione nata dalla #Resistenza che all'articolo 21 recita: ‘Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione'", ha commentato l'Anpi, che in un post sui social aggiunge: "Auspichiamo che la vicenda non si chiuda con una opportunistica archiviazione, ma che resti attiva la mobilitazione delle coscienze democratiche contro ogni discriminazione del pensiero critico".

Michela Murgia chiede le dimissioni di Levi

Anche la scrittrice Michela Murgia è tornata sul caso Rovelli e ha chiesto le dimissioni di Ricardo Franco Levi, commissario straordinario del governo per la Buchmesse 2024.

"Ieri (venerdì ndr) il presidente dell'Associazione Editori Italiani, Ricardo Levi, ha chiesto allo scienziato Carlo Rovelli, che doveva aprire con un suo intervento la partecipazione dell'Italia alla fiera di Francoforte, di farsi da parte per non causare ‘imbarazzo istituzionale'", ha scritto Murgia su Instagram.

"L'imbarazzo istituzionale deriva dalle opinioni espresse da Rovelli durante il concertone del primo maggio e non importa che Rovelli a Francoforte dovesse parlare di tutt'altro: il fatto di avere espresso una critica politica al ministro della difesa è stato sufficiente a fargli saltare la conferenza. Che cosa è accaduto dopo? Quello che succede normalmente in una democrazia: Rovelli ha pubblicato la lettera in cui gli si comunicava di farsi da parte e si sono sollevate così tante voci per difendere la libertà di parola critica che alla fine persino i ministri Crosetto e Sangiuliano, non proprio campioni della libertà di parola altrui, hanno detto di non aver mai chiesto una cosa simile. L'Aie, associazione di cui Levi sarebbe in teoria il presidente, ha emesso una nota in cui dice di non sapere niente della richiesta e alla fine l'invito a Rovelli è stato rinnovato".

"Ma chi ha pressato Levi per zittire Rovelli? Non si sa – ha continuato Michela Murgia – ma pare che abbia fatto tutto da solo, vittima di un terribile attacco di scoliosi morale che lo ha costretto a piegare la schiena ad angolo retto al solo pensiero dell'imbarazzo di un ministro. In un paese normale oggi Levi sarebbe giustamente senza lavoro, invece rilascia una penosa intervista a Repubblica in cui spiega perché non si dimetterà. Peccato, perché invece è la sola cosa sensata da fare. Come autrice esposta politicamente non mi sento per niente garantita dall'avere al vertice dell'Associazione Italiana Editori un uomo disposto a vendere il diritto di parola di un intellettuale per compiacere il potere. Come dice Chiara Valerio sul suo editoriale di ieri, è una pura questione di metodo".

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