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Covid 19

Quali sono le Regioni italiane che fanno realmente più (e meno) tamponi

La polemica sul numero di tamponi effettuati da ogni singola Regione e su tutto il territorio italiano si riaccende continuamente. Spesso si considerano virtuose alcune Regioni solamente per il numero assoluto di test effettuati, non tenendo in conto però altre variabili fondamentali – come la popolazione residente e il numero di contagi – per capire quale sia stata la risposta dal punto di vista del tracciamento. Andiamo a vedere quali Regioni stanno effettivamente facendo più e meno tamponi rispetto a queste variabili.
A cura di Stefano Rizzuti
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Negli ultimi giorni si è riaccesa la polemica sul numero di tamponi effettuati, ritenuti spesso insufficienti per proseguire nell’operazione di tracciamento da affiancare all’utilizzo dell’app Immuni. Soprattutto alcune Regioni sembrano essere più in difficoltà, ma il dato che viene solitamente evidenziato è quello dei tamponi effettuati in numero assoluto. Cifre che, però, non sono completamente esaustive e non tengono in considerazione molte variabili. Per capire quali Regioni effettuano realmente più tamponi, infatti, bisognerebbe considerare alcune variabili. Proviamo a farlo con due: la popolazione residente della Regione in questione e il numero di contagi e quindi la diffusione del Covid-19 in quel territorio.

La popolazione residente è la prima variabile considerata: ovviamente chi ha più abitanti è costretto a fare più tamponi e ha anche più strutture che possono svolgere i test. Bisogna inoltre considerare che alcune Regioni hanno iniziato prima a fare i tamponi e quindi si trovano con numeri più alti di altre. Poi c’è la seconda variabile, quella che considera quanti tamponi vengono fatti per ogni persona contagiata. Un dato forse più attendibile, perché utile a capire quanto si stiano cercando le persone contagiate laddove il virus sta effettivamente circolando di più. In entrambi i casi, comunque, bisogna differenziare tra i tamponi effettuati e le persone testate, considerando che spesso sullo stesso paziente devono essere fatti più tamponi (pensiamo che una persona per essere consdierata guarita deve effettuare almeno tre tamponi). I dati analizzati da Fanpage.it sono quelli aggiornati all’11 giugno e vengono confrontati con quelli di quasi due mesi fa, il 19 aprile.

Il numero di tamponi effettuati in ogni Regione

La prima cosa da fare è vedere quali sono i dati sui tamponi effettuati in numero assoluto: le cifre di riferimento sono quelle fornite dalla Protezione Civile l’11 giugno, con quasi 4 milioni e mezzo di tamponi. Andiamo a vedere i dati partendo dalla Regione che ne ha effettuati di più a quella che ne ha fatti di meno.

I tamponi in numero assoluto:

  • Lombardia 858.994
  • Veneto 780.445
  • Emilia-Romagna 385.220
  • Piemonte 357.957
  • Lazio 287.888
  • Toscana 283.638
  • Campania 226.823
  • Sicilia 174.429
  • Friuli Venezia Giulia 153.763
  • Puglia 141.322
  • Liguria 122.654
  • Marche 117.720
  • Trento 98.969
  • Abruzzo 87.566
  • Umbria 79.234
  • Calabria 79.025
  • Bolzano 74.106
  • Sardegna 66.133
  • Basilicata 33.957
  • Molise 17.710
  • Valle d’Aosta 16.268

Consideriamo poi, sempre sulla base dei dati dell’11 giugno, il numero di casi testati:

  • Lombardia 509.853
  • Veneto 364.110
  • Lazio 233.158
  • Piemonte 229.096
  • Emilia-Romagna 227.500
  • Toscana 200.500
  • Sicilia 146.290
  • Campania 114.073
  • Puglia 93.130
  • Friuli Venezia Giulia 90.508
  • Calabria 76.963
  • Marche 71.531
  • Liguria 66.755
  • Abruzzo 59.505
  • Umbria 56.310
  • Sardegna 56.226
  • Trento 52.795
  • Bolzano 35.553
  • Basilicata 33.167
  • Molise 16.916
  • Valle d’Aosta 12.606

I tamponi effettuati in rapporto alla popolazione delle Regioni

Il primo calcolo lo effettuiamo rapportando il numero dei tamponi alla popolazione di ogni singola Regione, sulla base dei dati ufficiali Istat. Il calcolo avviene considerando, ipoteticamente, che per ogni abitante venga effettuato un solo tampone. Quel che ne viene fuori è che le Regioni che hanno effettuato più tamponi in rapporto alla popolazione sono quelle del Nord, soprattutto quelle più colpite e quindi con più necessità di fare i test. In particolare le migliori da questo punto di vista sono le province autonome di Trento e Bolzano, ma anche il Veneto e la Valle d’Aosta. In fondo troviamo le Regioni con meno casi, quelle del Sud: Campania, Puglia e Sicilia. Vediamo qual è la percentuale di tamponi fatti per abitanti e di quanto sono aumentati rispetto ad aprile (con una crescita abbastanza omogenea e coerente con quanto visto da inizio pandemia).

Il numero di tamponi effettuati in rapporto alla popolazione (tra parentesi l’aumento rispetto ad aprile):

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  • Trento 18,29% (+13,8%)
  • Veneto 15,90% (+10,69%)
  • Bolzano 13,95 (+8,24%)
  • Valle d’Aosta 12,94 (+9,22%)
  • Friuli Venezia Giulia 12,65 (+8,98%)
  • Umbria 8,98 (+6,13%)
  • Emilia-Romagna 8,63 (+5,83%)
  • Lombardia 8,53 (+5,91%)
  • Piemonte 8,21 (+6%)
  • Liguria 7,90 (+5,87%)
  • Marche 7,71 (+5%)
  • Toscana 7,60 (+4,82%)
  • Abruzzo 6,67 (+4,56%)
  • Basilicata 6,03 (+4,88%)
  • Molise 5,79 (+4,62%)
  • Lazio 4,89 (+3,33%)
  • Calabria 4,05 (+2,83%)
  • Sardegna 4,03 (+3,13%)
  • Campania 3,90 (+3,07%)
  • Puglia 3,50 (+2,45%)
  • Sicilia 3,48 (+2,49%)

Il numero dei tamponi rapportati ai contagiati in ogni Regione

La seconda variabile considerata ci fornisce un dato forse più interessante ed esaustivo, in grado di darci l’idea di quanti positivi si trovino per ogni tampone effettuato. Il dato viene da una semplice divisione: il totale dei tamponi della singola Regione per il suo numero di contagi. Il totale nazionale, se facessimo una media, sarebbe di 18,81: non una percentuale ma un valore standard da considerare per capire quali Regioni siano sopra o sotto la media. Lo stesso calcolo, effettuato per i casi testati e non per il numero assoluto di tamponi, dà una media di 11,63.

Ora che la situazione si è stabilizzata e la fase acuta di emergenza è passata, con meno pressione sulle strutture, è forse più facilmente interpretabile qual è stata e qual è la capacità di rispondere dal punto di vista del tracciamento. I migliori tassi si registrano tutti al Sud, con Basilicata, Calabria e Sicilia, a cui si aggiunge l’Umbria. I peggiori si registrano dove ci sono stati più contagi, quindi al Nord. Il maggior incremento di tamponi effettuati in rapporto ai contagi, inoltre, si registra sempre nelle Regioni meno colpite, quelle del Sud.

I tamponi in numero assoluto rispetto ai contagi (tra parentesi l’incremento rispetto ad aprile):

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  • Basilicata 84,68 (+65,6)
  • Calabria 68,06 (+45,11)
  • Umbria 55,23 (+36,56)
  • Sicilia 50,48 (+32,17)
  • Sardegna 48,55 (+36,33)
  • Campania 46,89 (+34,93)
  • Friuli Venezia Giulia 46,77 (+30,52)
  • Veneto 40,65 (+24,06)
  • Molise 40,34 (+27,05)
  • Lazio 36,49 (+20,54)
  • Puglia 31,31 (+19,24)
  • Bolzano 28,43 (+15,68)
  • Toscana 27,92 (+15,51)
  • Abruzzo 26,80 (+15,78%)
  • Trento 22,28 (+15,39)
  • Marche 17,43 (+10,25)
  • Emilia-Romagna 13,76 (+8,23)
  • Valle d’Aosta 13,65 (+9,36)
  • Liguria 12,43 (+7,6)
  • Piemonte 11,56 (+6,98)
  • Lombardia 9,44 (+5,46)

Per il rapporto tra casi testati e contagi vale lo stesso principio: le Regioni meno colpite sono quelle che riescono a effettuare più tamponi, in rapporto al numero di persone positive. Al Nord, dove i contagi sono molti di più, la situazione è ben diversa.

I casi testati in rapporto ai contagi:

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  • Basilicata 82,71
  • Calabria 66,29
  • Sicilia 42,34
  • Sardegna 41,28
  • Umbria 39,21
  • Molise 38,53
  • Lazio 29,55
  • Friuli Venezia Giulia 27,53
  • Campania 23,58
  • Puglia 20,63
  • Toscana 19,73
  • Veneto 18,96
  • Abruzzo 18,21
  • Bolzano 13,64
  • Trento 11,88
  • Marche 10,59
  • Valle d’Aosta 10,58
  • Emilia-Romagna 8,12
  • Piemonte 7,40
  • Liguria 6,76
  • Lombardia 5,60
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