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Opinioni

Perché il bacio tra Rosa Chemical e Fedez sul palco di Sanremo non è solo spettacolo

Il bacio che Rosa Chemical ha dato a Fedez dal palco di Sanremo è molto più di una trovata del cantante per far parlare di sé il giorno dopo, è più di un’operazione acchiappa like: è un atto politico di ribellione alla destra oscurantista che è al governo.
A cura di Annalisa Cangemi
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La performance di Rosa Chemical sul palco dell'Ariston non può essere derubricato a semplice show, astuta operazione acchiappa like. Il rapper, il cui vero nome è Manuel Franco Rocati, a Sanremo 2023 ha portato una canzone in cui prende in giro il ‘Made in Italy' tanto decantato dalla destra al governo – da cui il brano intitolato proprio ‘Made in Italy' – a cui contrappone la libertà di essere come si è, di mettere "il rossetto in ufficio lunedì", di amare come si vuole.

Durante la sua esibizione Rosa Chemical si è avvicinato a Fedez che era seduto in platea, e ha iniziato a mimare un amplesso. A quel punto si è visto il marito di Chiara Ferragni, visibilmente imbarazzato, trascinato sul palco: al termine della canzone Rosa Chemical lo ha baciato appassionatamente sulla bocca. "Questo è il festival dell'amore, mi è scattato così all'improvviso", si è giustificato l'artista, non appena si sono affacciati da dietro le quinte Amadeus e la co-conduttrice della serata, Chiara Ferragni, che poi ha ironizzato: "Avrò diritto anch'io al bonus limone".

A giudicare dalle espressioni impacciate di Fedez, che non sembrava per nulla a suo agio, non pare che il siparietto fosse stato concordato tra i due, come ha confermato lo stesso Rosa Chemical: "Non ci siamo messi d'accordo, nulla di preparato in quel bacio. Era una perfomance, siamo artisti e facciamo anche quello". E lo stesso ha fatto sapere Amadeus, direttore artistico: "Le cose non vengono preventivate. Rientra in una totale libertà che fa parte di una diretta. Poi ci affidiamo al buon senso di tutti. Ma non è nostra volontà voler turbare il pubblico a casa".

Magari Rosa Chemical non aveva calcolato che il rapper milanese avrebbe anche potuto non gradire, non si è chiesto se fosse consenziente o meno. Probabilmente se Fedez fosse stata una donna sarebbe stata la prima questione che avremmo posto sul tavolo, e sarebbe giusto porla anche nel caso in cui a essere forzato a far qualcosa contro la propria volontà fosse un uomo. Ma per il momento siamo ancora nel campo delle ipotesi e delle congetture.

La risposta di Rosa Chemical a Fratelli d'Italia

Quello che invece possiamo dire con certezza è che quello a cui abbiamo assistito ieri sera non è stata soltanto una trovata del cantante per far parlare di sé il giorno dopo, e per aumentare il proprio consenso nelle generazioni più giovani, che più sono recettive ai temi che l'artista vuole veicolare. È stata senza dubbio una scena che ha rafforzato l'immagine che il personaggio vuole offrire al suo pubblico – sul palco nella serata dei duetti Rosa Chemical aveva anche portato un sex toy – ma soprattutto è un atto politico, voluto e studiato.

Quello che è accaduto ieri sera cozza un po' con quello che lo stesso cantante aveva dichiarato sul brano in gara: "È una canzone sull'amore libero. Non voglio provocare, ma solo lanciare un messaggio contro ogni forma di discriminazione". E invece Rosa Chemical ha voluto proprio provocare, e lo ha fatto deliberatamente in risposta anche all'intervento in Aula della deputata Maddalena Morgante di Fratelli D’Italia, che prima dell'inizio della kermesse musicale, citando il nome del rapper piemontese, si era detta preoccupata per "la rivoluzione fluida sul palco dell’Ariston", tuonando contro "il sesso, l'amore poligamo e il porno su Onlyfans".

Oggi, in diretta su RTL 102.5, il cantante ha commentato così il suo gesto: "Sto ancora pensando a quel bacio, se basta così poco per far parlare solo di quello, direi che ho fatto benissimo a farlo". E in effetti, a giudicare dalle reazioni di diversi esponenti politici, da Pillon a Berlusconi, Rosa Chemical non ha torto.

"Io al Festival – ha aggiunto – volevo mandare un messaggio di amore, di libertà e di uguaglianza. Se sono arrivato ottavo dopo tutte quelle polemiche, significa che mi hanno capito e che il messaggio è arrivato". Rosa Chemical ha tratto le sue conclusioni: "Hanno parlato di me in politica, la canzone è piaciuta tanto, c'è stata tanta libertà, quindi ho vinto io il Festival". Dunque obiettivo centrato: lo scopo, nemmeno tanto velato, era rispondere agli attacchi arrivati dal principale partito al governo, Fratelli d'Italia.

Il filo rosso che lega Rosa Chemical e Fedez

Del resto c'è un filo rosso che lega Rosa Chemical a Fedez. Anche il compagno di Ferragni è infatti al centro delle polemiche da giorni, da quando si è esibito con un freestyle scritto da lui, che non era stato preventivamente approvato dalla Rai. Nel testo, oltre a prendersela con la ministra Roccella che minaccia l'aborto, il rapper milanese dice: "Se va a Sanremo Rosa Chemical scoppia la lite, forse meglio il viceministro vestito da Hitler", con un riferimento al viceministro Bignami, che in una vecchia foto indossava una divisa nazista. Fedez sul palco ha anche strappato la foto di Bignami che aveva con sé, scatenando l'ira di Palazzo Chigi.

Rosa Chemical contro il governo (sulla scia di Achille Lauro)

Ora, è chiaro che non è la prima volta che succede, due uomini si sono già baciati sul palco di Sanremo. Lo aveva già fatto Achille Lauro baciando Boss Doms: in quel caso sulle note di "Me ne frego" il cantante si era presentato sul palco vestito da sposa, con un abito bianco nuziale, accompagnato dal produttore discografico e musicista Boss Doms, che indossava un abito bianco da sposo. Certo anche quella era stata una provocazione, un gesto di rottura e ribellione contro l'omofobia, per smuovere, e anche scioccare, il sonnacchioso pubblico benpensante, ostile ai cambiamenti, e che non ama che a Sanremo si parli di temi sociali e attualità.

Ma era il 2021, il clima politico era completamente diverso: al governo c'era Mario Draghi, non si pensava ancora che la peggiore destra oscurantista e patriarcale potesse arrivare al potere. Ora che la comunità LGBTIQ+ è ancora più esposta agli attacchi, che arrivano soprattutto da chi siede nei posti di comando del Paese, quel bacio di ieri sera assume un valore differente, ha più il sapore della lotta politica, della guerriglia con il pugnale fra i denti. Basti pensare che Giorgia Meloni quest'estate durante un comizio, rivolgendosi a un giovane attivista che chiedeva più diritti, aveva risposto ‘Hai già le unioni civili', dichiarandosi ancora una volta contraria alle adozioni per le coppie omosessuali.

E allora quel bacio di ieri sera è molto di più di una coreografia, è più di una spilla appuntata sul petto per poter essere accolti e ben voluti da una comunità e accrescere i propri followers. Quel bacio assomiglia alle ‘sfide' che diversi giovani lanciarono a Salvini, quando il leader della Lega era ministro dell'Interno e vicempremier del governo Conte, nel 2019, e si trovò improvvisamente davanti a richieste di selfie, che poi si trasformarono in foto e video virali di ragazzi e ragazze che si baciavano sulle labbra. Quella era la protesta di chi non si voleva rassegnare all'odio, e al fatto che una parte del governo andasse a sfilare al Congresso delle Famiglie di Verona.

Oggi avvertiamo ancora di più l'urgenza di gesti dimostrativi pacifici come quelli. E se qualcuno continua a scandalizzarsi per un bacio tra due uomini vuol dire che non siamo mai andati avanti, e significa che di messaggi come quello lanciato da Rosa Chemical, dal palco della kermesse musicale più importante dell'anno, ne abbiamo ancora un disperato bisogno.

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Giornalista professionista dal 2014, a Fanpage.it mi occupo soprattutto di politica e dintorni. Sicula doc, ho lasciato Palermo per studiare a Roma. Poi la Capitale mi ha fagocitata. Dopo una laurea in Lettere Moderne e in Editoria e giornalismo ho frequentato il master in giornalismo dell'Università Lumsa. I primi articoli li ho scritti per la rivista della casa editrice 'il Palindromo'. Ho fatto stage a Repubblica.it e alla cronaca nazionale del TG3. Ho vinto il primo premio al concorso giornalistico nazionale 'Ilaria Rambaldi' con l'inchiesta 'Viaggio nell'isola dei petrolchimici', un lavoro sugli impianti industriali siciliani situati in zone ad alto rischio sismico, pubblicato da RE Le Inchieste di Repubblica.it. Come videomaker ho lavorato a La7, nel programma televisivo Tagadà.
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