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Perché con la variante Delta c’è il rischio che durante l’estate torni la zona rossa

L’Italia sta per diventare tutta bianca, ma già si torna a parlare di zona rossa. Il motivo è uno: la variante Delta, che continua a diffondersi in tutto il Paese. Così Franco Locatelli, coordinatore del Cts, ipotizza nuove zone chiuse per fermare i cluster. L’arma migliore è ancora il vaccino, ma è fondamentale completare il ciclo perché una dose “non copre adeguatamente”. Palamara dell’Iss rivela che presto la variante Delta diventerà predominante in Italia rimpiazzando la Alfa, ma non è finita qui: “Ne arriveranno tante altre”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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La variante Delta pende come una spada di Damocle sull'Italia e sull'Europa in generale. L'estate è appena cominciata all'insegna delle ultime riaperture, della zona bianca, del green pass, dell'addio alla mascherina all'aperto. Nel giorno in cui il Comitato tecnico scientifico ha annunciato il via libera alla riapertura delle discoteche, il coordinatore Franco Locatelli lancia chiaramente l'allarme: potrebbero tornare le zone rosse per cercare di fermare la nuova variante del Covid. Il presidente del Consiglio superiore di sanità spiega che ora l'obiettivo più importante è "lavorare nella maniera più intensiva sul tracciamento e sul sequenziamento". Certo è che una volta sequenziato e scoperto delle zone di incidenza più alta "ci sono delle decisioni che devono seguire per cercare di contenere il tutto". Se necessario "vanno create delle zone per fermare i cluster, come ad esempio è successo in Umbria per la variante brasiliana".

Contro la variante Delta è fondamentale fare la seconda dose di vaccino

Insomma, la variante Delta fa sempre più paura in Italia e in Europa, perché rischia di far tornare rapidamente il Paese nell'incubo. La soluzione, però, è portata di mano: il vaccino. Ma attenzione: "Una sola dose non copre adeguatamente", sottolinea Locatelli a SkyTg24. L'esempio del Regno Unito è lampante. Bisogna, in ogni caso, "completare il ciclo vaccinale". Lunedì verranno pubblicati i dati dell'indagine flash survey, ma dai primi numeri che trapelano sembra che la variante Delta e il suo sottotipo Kappa rappresentino circa il 16,8% dei casi in Italia. Prevalente ancora la variante Alfa (ex inglese) con il 74,92%. Di questo passo è evidente che presto la variante Delta prenderà il posto delle altre.

La variante Delta presto sarà prevalente, ma ne arriveranno tante altre

Anna Teresa Palamara, direttrice del dipartimento di Malattie infettive dell'Iss, richiama tutti all'attenzione, ma senza allarmismi. "I sequenziamenti dei tamponi positivi evidenziano che la Delta sta crescendo – spiega al Corriere – Presto rimpiazzerà la Alfa, il ceppo inglese, oggi ancora predominante". Insomma, è solo questione di tempo, ma ci si può preparare e affrontarla: "Mantenere la mascherina al chiuso, evitare assembramenti all'aperto, prestare attenzione a situazioni che potrebbero essere rischiose". Già i nuovi contagi giornalieri in Italia sono in diminuzione da settimane, grazie a "vaccinazione e misure di contenimento". Ora abbiamo aumentato "la capacità di sequenziare" con una nuova piattaforma digitale. Di varianti, spiega Palamara, "ne arriveranno tante", ma dobbiamo "metterci in testa che questa è una gara tra noi e il virus" e "vince chi ha più intelligenza".

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