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Covid 19

Variante Delta in Italia, l’Iss: “È il 16,8% dei casi, a giugno quadruplicata rispetto a maggio”

Secondo le prime segnalazioni monitorate dal Sistema di Sorveglianza Integrata Covid-19 dell’Iss, in attesa della flash survey, anche se in Italia la variante dominante resta l’Alfa (ex inglese) aumenta la circolazione della variante Delta (ex indiana): “Rappresenta ad oggi il 16,8% dei casi di Coronavirus nel nostro Paese, quadruplicata a giugno rispetto solo al mese scorso, quando invece era presente nel 4,2% dei contagi”.
A cura di Ida Artiaco
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La variante Delta (ex indiana) prende piede anche in Italia. Secondo i dati pubblicati oggi, venerdì 25 giugno, dall'Istituto superiore di Sanità, la mutazione del Covid-19, individuata nei mesi scorsi in India, rappresenta ad oggi il 16,8% dei casi di Coronavirus nel nostro Paese, quadruplicata a giugno rispetto solo al mese scorso, quando invece era presente nel 4,2% dei contagi. È quanto emerge dalle prime segnalazioni delle ultime settimane, monitorate dal Sistema di Sorveglianza Integrata Covid-19 dell'Iss, in attesa della flash survey. Attualmente, dunque, anche se è ancora la variante Alfa, la cosiddetta "variante inglese", la più diffusa nel nostro Paese con una percentuale del 74,9% sul numero di casi, è inequivocabile l'aumento della circolazione di altri ceppi virali. "Dalla nostra sorveglianza epidemiologica – ha commentato Anna Teresa Palamara, direttrice del Dipartimento Malattie Infettive dell’Iss – emerge un quadro in rapida evoluzione che conferma come anche nel nostro Paese, come nel resto d’Europa, la variante Delta del virus stia diventando prevalente. Con la prossima flash survey avremo una stima più precisa della prevalenza".

Il sequenziamento

Sul sito dell'Iss viene precisato che "questi dati, contenuti nel terzo bollettino dell’ISS “Prevalenza e distribuzione delle varianti di SARS-CoV-2 di interesse per la sanità pubblica in Italia”, riguardano 31.158 casi di infezione da SARS-CoV-2 con genotipizzazione tramite sequenziamento (2.732 in più rispetto al precedente rapporto del 6 giugno) e indicano come in Italia, grazie alla piattaforma per la sorveglianza genomica delle varianti di SARS-CoV-2 (I-Co-Gen), sviluppata dall’ISS e attiva dalla fine di aprile, stia aumentando rapidamente la capacità di sequenziamento dei ceppi virali circolanti. Ad oggi il modulo, dedicato all'analisi e condivisione dei dati di sequenziamento del SARS-CoV-2 a livello nazionale, conta più di 5.000 sequenze". Si segnala inoltre come la percentuale di casi genotipizzati riportati al Sistema di Sorveglianza Integrata Covid-19 è aumentata passando da circa 0,5% a gennaio a 2,5% a giugno.

Le varianti Covid circolanti in Italia

Stando dunque ai dati del bollettino emerge che la variante di Sars-CoV-2 prevalente in Italia è risultata essere la variante Alfa (conosciuta anche come variante inglese o del Kent prima della nuova nomenclatura stabilita dall'Oms) con prevalenza al 74,9% che è anche la più diffusa a livello globale. Sebbene presenti una trasmissibilità più elevata rispetto ad altre varianti diffuse in Italia, ci sono evidenze che i vaccini in uso mantengano la loro efficacia nel prevenire casi di malattia ed infezione dovuti a questa variante. La variante gamma (ex brasiliana) ha una diffusione maggiore in alcune Regioni, soprattutto del Centro Italia, con prevalenza complessiva pari al 6,5%. Casi associati a varianti Kappa e Delta (lignaggio B.1.617.1/2) sono complessivamente pochi nel periodo gennaio-giugno, tuttavia si segnala un recente rapido aumento nella frequenza e diffusione di queste segnalazioni sul territorio nazionale dovuto a diversi focolai. Inoltre, la maggior parte di essi appartengono alla variante Delta.

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