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Per Salvini le elezioni in Russia sono state regolari: “Quando un popolo vota ha sempre ragione”

Matteo Salvini ha commentato il risultato delle elezioni presidenziali in Russia, che hanno confermato per la quinta volta Putin alla guida del Cremlino: “In Russia hanno votato, ne prendiamo atto; quando un popolo vota ha sempre ragione”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il segretario della Lega Matteo Salvini commenta il plebiscito per Vladimir Putin, che è stato votato da quasi 76 milioni di persone, e che resterà alla guida del Cremlino fino al 2030. Il presidente russo, al suo quinto mandato, ha ottenuto più dell'87% delle preferenze, secondo i risultati ufficiali relativi allo spoglio del 99,75%, con un'affluenza alle urne record, del 77,44%, più del 74,66% registrato alle elezioni del 1991.

"In Russia hanno votato, ne prendiamo atto; quando un popolo vota ha sempre ragione", ha detto il vicepremier Matteo Salvini, a margine dell'incontro "Guidare il cambiamento. Innovazione e sostenibilità per il trasporto pubblico locale del XXI secolo", a Milano, commentando l'esito delle elezioni presidenziali in Russia. "Le elezioni fanno sempre bene, sia quando uno le vince sia quando uno le perde. Io quando le perdo cerco di capire dove ho sbagliato e come fare meglio la prossima volta", ha detto.

In Russia "ci sono state delle elezioni; prendiamo atto del voto dei cittadini russi, sperando che il 2024 sia l'anno della pace". Piuttosto, ha affermato, "mi preoccupa che qualche leader europeo parli come se fosse naturale di esercito, di guerre e di militari da mandare a combattere, perché la terza guerra mondiale è l'ultima cosa che voglio lasciare in eredità ai miei figli".

"Mi riferisco evidentemente a Macron", ha precisato il leader del Carroccio. Una posizione molto distante da quella espressa dal vicepremier, e alleato di Salvini, Antonio Tajani: "Le elezioni in Russia non sono state né libere né regolari ed hanno riguardato anche territori ucraini occupati illegalmente. Continuiamo a lavorare per una pace giusta che porti la Russia a terminare la guerra di aggressione all'Ucraina nel rispetto del diritto internazionale". ha scritto ieri sera sul social X il ministro degli Esteri, commentando i risultati.

Il leader della Lega dimentica però di menzionare le proteste, e le tante persone arrestate o fermate in Russia, per aver aderito alla contestazione promossa dalla vedova dell'oppositore Alexei Navalny e denominata "mezzogiorno contro Putin", formando lunghe code ai seggi all'orario prestabilito: più di 85 persone sono state fermate, una ventina solo a Mosca e nella città di Kazan, secondo i dati diffusi dall'organizzazione non governativa russa Ovd Info. Secondo il ministero degli Interni di Mosca complessivamente nella tre giorni elettorale sono stati aperti 61 procedimenti penali, mentre le segnalazioni di possibili violazioni sono state circa 1.400

Le dichiarazioni di Salvini sono invece in linea con quelle del presidente cinese Xi Jinping, che ha inviato un messaggio di congratulazioni a Putin, sottolineando al suo omologo russo che la rielezione alla presidenza "riflette pienamente il sostegno del popolo russo". Al contrario l'Unione europea ha condannato "lo svolgimento illegale delle cosiddette ‘elezioni' nei territori dell'Ucraina temporaneamente occupati dalla Russia: Repubblica autonoma di Crimea e città di Sebastopoli, nonché in alcune parti di Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia e nelle regioni di Kherson", ha fatto sapere l'Alto rappresentante dell'Ue per la Politica estera, Josep Borrell, in una dichiarazione a nome dell'Ue.

"Le cosiddette ‘elezioni' in questi territori rappresentano l'ennesima violazione manifesta da parte della Russia del diritto internazionale, inclusa la Carta delle Nazioni Unite, e dell'indipendenza, sovranità e integrità territoriale dell'Ucraina. Facendo riferimento alle due risoluzioni dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite del 12 ottobre 2022 e del 27 marzo 2014, esortiamo la Russia a rispettare i confini e la sovranità dell'Ucraina riconosciuti a livello internazionale", si legge ancora nella dichiarazione. "L'Unione europea ribadisce che non riconosce e non riconoscerà mai né lo svolgimento di queste cosiddette ‘elezioni' nei territori dell'Ucraina ne' i loro risultati. Essi sono nulli e non possono produrre alcun effetto giuridico. La leadership politica russa e coloro che sono coinvolti nella sua organizzazione dovranno affrontare le conseguenze di queste azioni illegali", ha dichiarato Borrell.

La precisazione della Lega

Poco dopo le dichiarazioni di Matteo Salvini è arrivata una nota della Lega, che ha leggermente aggiustato il tiro: "In Russia hanno votato, non diamo un giudizio positivo o negativo del risultato, ne prendiamo atto e lavoriamo (spero tutti insieme) per la fine della guerra ed il ritorno della pace. Con una guerra in corso non c'è niente da festeggiare".

Sulle parole del segretario leghista è intervenuto anche il portavoce per gli affari Esteri della Commissione europea, Peter Stano, che ha detto: "Non commentiamo le osservazioni e le dichiarazioni delle singole persone. L’Italia è parte di una dichiarazione dell’Ue a 27 in cui l’Ue espone chiaramente le ragioni per cui gli elettori russi in realtà non hanno avuto la libertà di scegliere liberamente e in un processo equo".

Per poi sottolineare che i 27 Paesi membri dell'Ue hanno sottoscritto una dichiarazione in cui si afferma che le elezioni russe "si sono svolte in un contesto molto ristretto, esacerbato anche dalla guerra illegale di aggressione della Russia contro l'Ucraina" in cui "le autorità russe hanno continuato ad aumentare la sistematica repressione interna reprimendo i politici dell'opposizione, le organizzazioni della società civile, i media indipendenti e altre voci critiche con l'uso di leggi repressive e pene detentive motivate politicamente".

Nella dichiarazione è anche inserita una dichiarazione dell'Alto rappresentante Josep Borrell, che parlando a nome dell'Ue, ha ribadito  che "le elezioni si sono svolte in uno spazio politico sempre più ristretto, che ha provocato un aumento allarmante delle violazioni dei diritti civili e politici, ha impedito la candidatura di molti candidati, compresi tutti quelli contrari alla guerra illegale di aggressione della Russia, e ha privato gli elettori russi di una possibilità scelta reale e limitavano fortemente il loro accesso a informazioni accurate".

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