1.577 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito
Pensioni

Pensioni, quota 100 con beffa per i dipendenti statali: fino a 8 anni per ricevere la buonuscita

Un dipendente statale che decide di beneficiare della quota 100 per anticipare la pensione rischia di dover aspettare fino a otto anni per ricevere la buonuscita, con un rinvio di cinque anni sulla liquidazione, previsto dal decreto che stabilirà le regole per l’avvio del superamento della legge Fornero.
A cura di Stefano Rizzuti
1.577 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

L’ultima novità riguardante la quota 100 tocca da vicino i dipendenti statali che vogliono beneficiare della misura che verrà introdotta con un apposito decreto dopo lo stanziamento dei fondi necessari con la legge di Bilancio. Il Messaggero spiega che il problema è quello della buonuscita: verrà pagata, a chi aderisce alla quota 100, solamente una volta che verranno maturati i requisiti previsti dalla legge Fornero, ovvero quando il pensionato avrà compiuto i 67 anni. Con la quota 100, invece, è possibile lasciare il lavoro con 62 anni di età e 38 di contributi versati. Le nuove regole saranno contenute nel decreto legge che riforma le pensioni e introduce il reddito di cittadinanza: un provvedimento che dovrebbe essere approvato il 14 gennaio in Consiglio dei ministri.

Il trattamento di fine servizio (Tfs) e il trattamento di fine rapporto (Tfr) per gli statali avrebbero un costo molto elevato, stimato dal Messaggero in più di 7 miliardi di euro in un anno. Da sommare ai 21 previsti per il triennio. Allora l’idea, espressa nel decreto, è quella di ritardare la data di incasso della liquidazione per chi aderisce alla quota 100 rinviandola di qualche anno. La nuova norma si somma a quelle già in vigore per la liquidazione: quelle fino a 50mila euro verranno versate in un’unica rata, quelle tra 50 e 100mila euro in due rate annuali (con un ritardo, quindi, di 12 mesi), e quelle sopra i 100mila euro in tre rate annuali. Il che, tradotto, vuol dire che chi va in pensione a 62 anni, con la quota 100, e ha una liquidazione superiore ai 100mila euro, dovrà aspettare in totale otto anni: cinque per arrivare ai 67 anni e poi altri tre per ricevere tutta la buonuscita.

Il governo sta provando a risolvere questo problema contrattando con l’Abi: l’idea è quella di ricevere un anticipo bancario che possa permettere agli statali di accorciare i tempi per ricevere il Tfs. Intanto il decreto prevede anche le prime uscite per chi aderisce a quota 100: per i lavoratori privati ad aprile, per gli statali sembra confermata la data di luglio. Confermato anche il congelamento per il pensionamento con anzianità contributiva di 42 anni e 10 mesi per gli uomini e di 41 anni e 10 mesi per le donne.

Altro rinnovo è quello di Opzione donna e Ape social, come spiega Il Sole 24 Ore. La proroga verrà confermata nel decreto e dovrebbe essere di almeno un anno per entrambe le misure. Con l’Opzione donna le lavoratrici dipendenti potranno andare in pensione se hanno versato almeno 35 anni di contributi e se sono nate entro il 31 dicembre 1959 per le dipendenti ed entro la stessa data del 1958 per le autonome. Per loro ci sarà un ricalcolo contributivo dell’assegno previdenziale. L’Ape sociale invece viene erogata ai lavoratori in condizioni di disagio con almeno 63 anni di età e 30 di contributi.

1.577 CONDIVISIONI
207 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views