Pedaggi autostradali in aumento dal 1° agosto: ecco cosa prevede il nuovo emendamento

Mentre milioni di italiani si preparano a partire per le vacanze estive, arriva una novità tutt'altro che piacevole: un aumento dei pedaggi autostradali deciso a sorpresa tramite un emendamento al decreto Infrastrutture. La proposta è stata appena depositata dai relatori alla Camera e lunedì prossimo, 8 luglio, verrà votata in commissione. Il rincaro, se approvato, scatterà già dal 1° agosto, rendendo immediatamente più costosi gli spostamenti su gomma; si tratterebbe di un provvedimento che avrà effetti duraturi e tangibili per tutti gli automobilisti, dunque, anche al di là del periodo estivo.
Cosa prevede l'emendamento: aumenti calcolati al chilometro
Nel dettaglio, la modifica alla norma riguarda il canone che le concessionarie autostradali versano ad Anas, l'ente che gestisce buona parte della rete stradale nazionale. La nuova formulazione introduce un "sovrapprezzo" aggiuntivo, pari a 1 millesimo di euro per ogni chilometro percorso, che sarà applicato a tutte le principali classi di pedaggio, ovvero:
- Classe A: motocicli e automobili fino a 1,3 metri di altezza (le auto più comuni);
- Classe B: veicoli più grandi come SUV, furgoni e camper;
- Classi 3, 4 e 5: mezzi pesanti come camion e autobus.
Tradotto in termini pratici, ogni 1.000 chilometri percorsi corrisponderanno a 1 euro in più. Una cifra che, presa singolarmente, può sembrare trascurabile, ma che su scala nazionale equivale – secondo le stime della Ragioneria generale dello Stato – a un aumento complessivo di 37 milioni di euro nel solo 2025, tutti a carico degli automobilisti.
Quando scatteranno i rincari: la data chiave è il 1° agosto
L'emendamento prevede che l'aumento entri in vigore dal primo giorno del mese successivo alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale: considerando che il decreto scade il 20 luglio, e che la conversione in legge è attesa subito dopo, l'entrata in vigore è prevista per il 1° agosto. Dunque, proprio nei giorni clou delle vacanze estive, gli italiani si troveranno a pagare di più per viaggiare in autostrada. Non si tratta, però, di un intervento temporaneo: il rincaro sarà permanente e soggetto ad aggiornamenti ogni due anni, legati agli indici di inflazione. Un automatismo che renderà il pedaggio sempre più costoso nel tempo, anche senza l'esigenza di ulteriori interventi legislativi.
A cosa serviranno questi soldi in più
Una delle domande centrali riguarda l'utilizzo effettivo di queste nuove entrate; a chiarirlo è la relazione tecnica allegata all’emendamento. Secondo il testo, la misura è motivata dalla necessità di garantire ad Anas le risorse necessarie a coprire:
- L’incremento dei costi energetici, in particolare per l'illuminazione pubblica lungo le strade;
- La ridefinizione della rete stradale gestita da Anas, che negli ultimi anni ha assorbito nuove tratte;
- Altri "eventi recenti" che hanno comportato maggiori spese per l’ente.
Non ci sarebbe però alcun riferimento esplicito a un miglioramento della manutenzione delle infrastrutture stradali o a investimenti diretti sulla sicurezza della rete. Di fatto, l'intero onere dell'intervento ricade sugli automobilisti, senza che vi siano garanzie immediate su benefici tangibili per chi viaggia.
Una misura che pesa su cittadini e trasporti
L'aumento colpirà in modo uniforme sia i pendolari, che percorrono quotidianamente tratti autostradali per lavoro o studio, sia chi si muove occasionalmente; anche il trasporto merci ne risentirà, poiché i veicoli pesanti (classi 3, 4 e 5) saranno soggetti alla stessa tariffazione aggiuntiva. Un costo che potrebbe essere scaricato, come spesso accade, sui prezzi finali dei beni trasportati, con un impatto indiretto sull’inflazione.
Non solo, l'assenza di un collegamento diretto tra l'aumento del pedaggio e investimenti visibili sulle infrastrutture rischia di aumentare il malcontento tra gli utenti, già alle prese con costi di viaggio elevati, servizi spesso carenti e condizioni stradali non sempre ottimali.
Opposizioni all’attacco, tensioni nella maggioranza: "I cittadini non sono bancomat"
L'annuncio dell'aumento dei pedaggi ha quindi ovviamente subito acceso lo scontro politico. Dall'opposizione arrivano critiche durissime, mentre anche all'interno della maggioranza non manca chi prende le distanze: tra i primi a intervenire c'è Angelo Bonelli, deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, che attacca frontalmente il governo: "Mentre milioni di italiani si preparano alle vacanze estive, il governo Meloni ha pensato bene di fare loro un bel regalo: l’aumento dei pedaggi autostradali. È questa la destra sociale di Giorgia Meloni?". Secondo Bonelli, il rincaro colpirà famiglie e lavoratori, lasciando invece intatti i profitti delle concessionarie: "Meloni è forte con i deboli e debole con i forti: fa pagare Pantalone mentre le concessionarie autostradali continuano a incassare profitti miliardari senza una vera riforma". Il deputato chiede il ritiro immediato dell'emendamento, definendo i cittadini "il bancomat di un governo senza vision". Sul fronte del Partito Democratico, il vicepresidente della commissione Trasporti alla Camera Andrea Casu punta il dito direttamente contro Fratelli d'Italia, negando ogni tentativo di scaricare la responsabilità: "L'emendamento porta la doppia firma del partito di Giorgia Meloni: è sottoscritto da tutti e quattro i relatori di maggioranza, compresi gli onorevoli Milani e Baldelli di FdI. Non contano le voci di disappunto, contano le firme". Il PD si dice contrario a qualsiasi forma di aumento che gravi su cittadini e pendolari.
Anche Salvini chiede di ritirare l'emendamento sui pedaggi
Ma il malcontento arriva anche dall'interno della stessa maggioranza: a sorpresa, il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha chiesto infatti ufficialmente di ritirare l'emendamento, nonostante sia stato firmato da esponenti di tutte le forze politiche che sostengono il governo. Un segnale di tensione interna che potrebbe riaprire il confronto nei prossimi giorni.