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Ministero contro governatori su rientro medici No Vax: “Valutiamo se impugnare delibere Regioni”

Il ministero della Salute sta valutando con i propri legali se e come intervenire sulle delibere regionali che si oppongono al rientro in corsia del personale sanitario non vaccinato.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il governo sta valutando se impugnare le delibere delle Regioni favorevoli alla permanenza dell'obbligo vaccinale per il personale sanitario. "Stiamo valutando con i nostri legali". Lo ha detto Orazio Schillaci, neoministro della Salute, intervistato questa mattina su Rai Radio1 al Gr1 delle 8.00, a proposito delle norme contenute nell'ultimo decreto emanato il 31 ottobre, con il quale è stato anticipato di due mesi lo stop all'obbligo vaccinale chi esercita la professione sanitaria. Il provvedimento come conseguenza ha dato il via al reintegro nelle strutture sanitarie di tutto il personale sospeso dal servizio perché non immunizzato.

Per il ministro, "l'aver messo a lavorare persone che comunque sarebbero rientrate tra due mesi è solamente dare un po' di ossigeno a tante carenze. Penso che il rientro di medici e infermieri in anticipo sia anche un segno di pacificazione".  Insomma per il ministro l'urgenza di richiamare in servizio questi sanitari è legata soprattutto  a un problema di mancanza di organico. Ma viene lasciata comunque discrezionalità alle singole direzioni sanitarie, affinché si possa decidere caso per caso in quale reparto e con quale mansione potranno tornare a lavorare i medici e gli infermieri che fino al 1 novembre erano sospesi.

Il caso che più ha sollevato le polemiche è quello della Puglia, ma naturalmente la riflessione del ministero della Salute riguarda tutte le Regioni. In Puglia in particolare è in vigore una legge regionale del 2018 – ampliata nel 2021 includendo anche il siero contro il Covid – che impone il vaccino a tutti i medici: oltre al vaccino contro l'infezione da SARS-CoV-2, l'obbligo per gli operatori sanitari pugliesi riguarda altri 1o vaccini, gli stessi previsti dal piano nazionale (epatite B, morbillo, parotite, rosolia, varicella, difterite, tetano, pertosse, influenza, tubercolosi).

Il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato nei giorni scorsi ha annunciato che la legge sarà impugnata. Ma il presidente della Puglia Michele Emiliano gli ha ricordato che la norma nazionale non è gerarchicamente superiore a quella regionale nelle materie concorrenti come la Sanità.

"Il sottosegretario Gemmato non aveva capito il senso" della legge pugliese sull'obbligo vaccinale per gli operatori sanitari, è stato fatto "tanto rumore per niente", ha detto il vicepresidente della Conferenza delle Regioni e presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, a Sky Tg24. "È chiaro – ha aggiunto – che è una battaglia ideologica. In Puglia c'è una legge fatta non da me ma da Consiglio regionale che dobbiamo applicare, punto. La legge è valida", ha tagliato corto.

Il ministro della Salute in ogni caso ha ricordato che i tempi per un eventuale giudizio finale potrebbero superare la scadenza naturale del provvedimento della Puglia, cioè il 31 dicembre: "Una riflessione su questo va fatta, dati i tempi della giustizia italiana", ha spiegato ieri.

Anche il governatore della Campania Vincenzo De Luca è contrario alle misure del governo Meloni: "La decisione del Governo di riammettere i no vax negli ospedali è stata una decisione sbagliata, per qualche verso irresponsabile, e soprattutto mistificatoria", ha spiegato nel corso di una diretta Facebook. Il presidente della Campania per questo ha emanato una direttiva inviata ai Direttori generali della Aziende Sanitarie Locali e delle Aziende Ospedaliere, con cui "si fa obbligo di definire l'impiego del personale sanitario non vaccinato tutelando la salute dei pazienti e degli operatori vaccinati".

Saranno pertanto messe in campo, si afferma nel documento "le necessarie azioni dirette a contrastare ogni ipotesi di contagio, evitando il contatto diretto del personale non vaccinato con i pazienti".

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