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Migranti, due navi Ong bloccate in porto e multate per aver violato il decreto del governo Meloni

La Mare Go e la Sea Eye 4, due navi di Ong impegnate nel soccorso di persone migranti nel Mediterraneo, sono state messe in fermo amministrativo per venti giorni. La prima per essere sbarcata a Lampedusa invece che a Trapani, la seconda perché ha effettuato due salvataggi in mare invece di uno.
A cura di Luca Pons
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In un solo giorno sono arrivati due fermi amministrativi, con annessa multa, per due navi di Ong dedicate al soccorso di persone migranti che tentano di attraversare il Mediterraneo e si trovano in pericolo di vita. Si tratta della Mare Go, legata all'omonima Ong tedesca, e della Sea Eye 4, della Ong Sea Eye, sempre tedesca. Le imbarcazioni dovranno restare ferme in porto per venti giorni.

Perché le due navi Ong sono state punite con il fermo amministrativo

La sanzione è uguale, perché entrambe hanno violato il decreto Ong del governo Meloni, diventato legge da febbraio. In particolare, la Mare Go ha rifiutato di andare al porto di Trapani, come le era stato indicato, e si è invece diretta a Lampedusa. Il motivo è che Lampedusa era il porto più vicino, mentre Trapani si trovava "a un minimo di 32 ore di distanza", come detto immediatamente dalla Ong. "Abbiamo comunicato alle autorità che Mare Go non è attrezzata per curare le persone soccorse per quel periodo di tempo", quindi "è irragionevole continuare così tante ore di navigazione". Una decisione di cui "la Capitaneria e la Guardia di finanza sono state informate".

A bordo della Mare Go si trovavano 36 persone migranti soccorse in mare e, dato che la nave solitamente fa attività di monitoraggio e di assistenza a imbarcazioni in difficoltà, non aveva le attrezzature, né gli spazi o le strutture, necessarie per tenere a bordo quelle persone a lungo. "Abbiamo violato il decreto legge del governo postfascista di Meloni, che è un altro strumento per lasciare affogare la gente che emigra ed impedire a chi fa solidarietà di intervenire", ha dichiarato la Ong.

La Sea Eye 4, invece, resterà bloccata in porto per venti giorni a Ortona, in Abruzzo, perché ha effettuato più di un salvataggio prima di arrivare all'approdo, oggi. In un primo momento, in una zona di mare tra Libia e Tunisia in area Sar libica, la nave aveva soccorso 17 persone. Ritornando verso l'Italia, invece di dirigersi immediatamente al porto indicato ha messo in atto un'altra operazione di soccorso, rivolta questa volta a 32 persone migranti in mare. Secondo la Guardia costiera, che ha effettuato accertamenti per entrambe le imbarcazioni, le Sea Eye 4 ha ha soccorso un barca verso cui "si stava già dirigendo in soccorso una motovedetta sar della Guardia costiera italiana".

"Il Sea-Eye 4 ha interrotto il suo avvicinamento a Ortona martedì sera – ha risposto la Ong – perché c'era una chiamata di soccorso da una barca con più di 400 persone nella zona di ricerca e soccorso maltese. Poiché nessun attore statale ha confermato il coordinamento dell'emergenza marittima e Malta non ha coordinato per molti mesi le emergenze, la missione di salvataggio aggiuntiva per Sea Eye era senza alternative".

Il governo Meloni esulta: "Non deleghiamo il controllo delle frontiere"

Il sottosegretario al ministero dell'Interno, il leghista Nicola Molteni, ha rivendicato le sanzioni: "Fermo amministrativo per due navi delle Ong, la ‘Mare Go' e la ‘Sea Eye 4', per avere entrambe violato le indicazioni del Governo italiano, applicato il decreto Ong con il blocco delle navi. E alla prossima violazione scatta il sequestro. Il Governo non delega a imbarcazioni private che battono bandiera straniera, finanziati da Stati esteri, il controllo delle frontiere e il soccorso".

È arrivata solidarietà, invece, dalla Ong Sea-Watch Italia: "Punite per aver salvato vite in mare. Dove lo Stato inventa leggi ingiuste per calpestare i propri doveri e criminalizzare la società civile, questa può e deve disobbedire per pretendere il rispetto dei diritti di chi fugge", ha scritto l'organizzazione su Twitter.

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