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Migranti, 27 naufraghi a bordo del cargo Maersk Etienne da oltre un mese. Onu: “Fateli sbarcare ora”

Le Nazioni Unite, l’Organizzazione internazionale per le migrazioni e l’International chamber of shipping hanno lanciato un appello affinché le 27 persone soccorse più di un mese fa dal cargo Maersk Etienne siano fatte sbarcare immediatamente. “La Maersk Étienne ha adempiuto i propri obblighi marittimi ed evitato che si perdessero altre vite nel Mediterraneo. La UE e gli Stati membri ora devono fare la propria parte”, ha detto Filippo Grandi, Alto commissario dell’Unhcr.
A cura di Annalisa Girardi
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Immagine di repertorio.
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"L’International Chamber of Shipping (Ics), l’UNHCR, Agenzia ONU per i Rifugiati, e l’OIM, Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, chiedono lo sbarco immediato di 27 persone soccorse e bloccate a bordo di una nave cargo. Il gruppo, di cui fanno parte un bambino e una donna incinta, è sotto shock, trovandosi ormai a bordo della Maersk Etienne da oltre un mese": in un comunicato le Nazioni Unite, l'Organizzazione internazionale per le migrazioni e l'International chamber of shipping hanno lanciato un appello affinché le 27 persone soccorse più di un mese fa dal cargo Maersk Etienne siano fatte sbarcare immediatamente.

Nella nota le organizzazioni puntano il dito contro i governi dei Paesi membri, sottolineando come questi si siano "rifiutati di autorizzare il comandante della nave a far sbarcare i migranti e i rifugiati fuggiti dalla Libia, violando il diritto internazionale". L'equipaggio al momento condivide acqua, cibo e coperte con i naufraghi, ma " non sono opportunamente formati né in grado di assicurare assistenza medica a quanti ne abbiano necessità" e comunque "le imbarcazioni mercantili non costituiscono un ambiente sicuro per queste persone vulnerabili, le quali devono essere condotte immediatamente presso un porto sicuro".

L'Ics, da parte sua, si è appellata all'Organizzazione marittima internazionale affinché mandasse "un chiaro messaggio ribadendo che gli Stati devono garantire che i casi di ricerca e soccorso in mare siano risolti conformemente alla lettera e allo spirito del diritto internazionale". Secondo il diritto e le convenzioni marittime internazionali sono previsti una serie di chiari obblighi a carico tanto delle imbarcazioni quanto degli Stati costieri: questi servono per assicurare che le persone in difficoltà in mare siano prontamente soccorse e fatte sbarcare in un luogo sicuro. E sebbene la Maersk Etienne abbia onorato tutti questi doveri, sottolinea il comunicato, "ora si ritrova nel mezzo di un gioco diplomatico in cui tutti scaricano le proprie responsabilità".

"Oim e Unhcr si appellano da tempo agli Stati affinché abbandonino l’attuale approccio che prevede l’adozione di accordi ad hoc e istituiscano uno schema per cui gli Stati costieri si assumano pari responsabilità nell’assicurare un porto sicuro, e al quale gli altri Stati membri UE diano seguito mostrando solidarietà", ha dichiarato il direttore generale dell'Oim, António Vitorino. "Il soccorso in mare rappresenta un imperativo umanitario basilare", ha dichiarato Filippo Grandi, Alto commissario dell'Unhcr. E ancora: "La Maersk Étienne ha adempiuto i propri obblighi marittimi ed evitato che si perdessero altre vite nel Mediterraneo. La UE e gli Stati membri ora devono fare la propria parte per portare a compimento queste vitali operazioni di salvataggio consentendo alle persone soccorse di sbarcare, e dovrebbero, inoltre, mostrare solidarietà reciproca, in particolare mediante l’adozione di un meccanismo efficace e strutturato di ricollocamento".

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