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Opinioni

Meloni attacca Speranza, non parla di vaccini e archivia l’emergenza Covid (con un occhio ai No Vax)

Giorgia Meloni, nel suo discorso programmatico, non ha chiarito cosa intende fare nei prossimi mesi con il Covid-19, ma si è limitata genericamente a criticare il ‘modello Speranza’.
A cura di Annalisa Cangemi
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Le prime parole della presidente del Consiglio Meloni sul Covid-19 sono tutt'altro che chiare. Nel discorso programmatico, pronunciato ieri alla Camera, su cui oggi chiederà la fiducia anche al Senato, le frasi sulla gestione della pandemia sono state fumose. Non una parola sui risultati ottenuti con i vaccini, che hanno salvato decine di migliaia di vite, o sulle misure adottate in emergenza e su quelle da adottare, ma solo generici attacchi al precedente governo e all'ex ministro della Salute Roberto Speranza. In pratica una sintesi delle dichiarazioni fatte in campagna elettorale e contenute nel programma quadro del centrodestra.

"L'Italia ha adottato le misure più restrittive dell'intero Occidente, arrivando a limitare fortemente le libertà fondamentali di persone e attività economiche, ma nonostante questo è tra gli Stati che hanno registrato i peggiori dati in termini di mortalità e contagi. Qualcosa, decisamente, non ha funzionato e dunque voglio dire fin d'ora che non replicheremo in nessun caso quel modello", ha detto ieri a Montecitorio.

Soffermiamoci per un attimo sull'affermazione che riguarda i dati della mortalità dovuta al virus. Se da una parte è vero che L'Italia è tra i Paesi che in cui il Covid-19 ha fatto registrare, in relazione alla popolazione, più vittime che altrove, dall'altra è difficile non tenere conto di diversi fattori. Per esempio il fatto che i Paesi a basso reddito non hanno avuto e non hanno gli strumenti per rilevare tutti i casi. Nel confronto poi con Paesi paragonabili all'Italia per ricchezza è difficile ignorare le caratteristiche strutturali di questi Paesi, la composizione anagrafica della popolazione, ma anche l'accessibilità e la distribuzione sul territorio dei servizi sanitari, le condizioni pregresse del sistema sanitario, l'efficacia della campagna vaccinale e la strategia con cui è stata portata a termine. Mettendo insieme tutte queste variabili la giornalista scientifica Roberta Villa è arrivata alla conclusione che non è possibile risalire alla causa e spiegare perché in Italia abbiamo avuto così tanti decessi per Covid: semplicemente, dice la divulgatrice scientifica, non è possibile saperlo.

Oggi è il virologo Andrea Crisanti, in un'intervista a La Stampa, a proporre una lettura differente dei fatti. Secondo lo scienziato, che da poco è senatore, eletto con il Pd, l'alto numero di morti di Covid in Italia nonostante le misure restrittive è dovuto "alle regioni amministrate dal centrodestra che hanno sempre remato contro le misure restrittive. In Australia, Giappone, Nuova Zelanda e Corea hanno avuto un numero bassissimo di morti perché hanno adottato misure più restrittive delle nostre. Altro che approccio fallimentare".

Meloni però dice anche un'altra cosa: "L'informazione corretta, la prevenzione e la responsabilizzazione sono più efficaci della coercizione, in tutti gli ambiti – ha aggiunto –. E l'ascolto dei medici sul campo è più prezioso delle linee guida scritte da qualche burocrate, quando si ha a che fare con pazienti in carne ed ossa". In sostanza la presidente del Consiglio ha detto che le decisioni del governo Draghi, e prima ancora quelle del governo Conte, sono state prese in modo arbitrario. Addirittura ha detto che l'Italia è stata in mano ad "apprendisti stregoni". Come se non ci fosse un organismo, il Comitato tecnico scientifico, sciolto dopo la cessazione dello stato di emergenza Covid-19, creato proprio per supportare e indirizzare le decisioni del ministero della Salute.

Cosa vuole fare davvero Meloni nella gestione della pandemia

Fatte queste premesse, nel caso in cui fosse necessario un nuovo intervento, è difficile immaginare che il nuovo governo prediligerà un approccio scientifico e non si farà tentare da sirene ideologiche, cercando per esempio di non inimicarsi i No Vax. Gli stessi a cui Meloni si è rivolta nei due anni e mezzo di pandemia, prima della vittoria alle politiche, e che hanno contribuito al suo risultato elettorale.

Viste le frasi generiche del suo discorso programmatico, per capire su cosa si concentrerà l'azione del nuovo esecutivo e in particolare del nuovo ministro della Salute Schillaci, non possiamo che procedere per esclusione, cercando di capire cosa non farà.

Abbiamo già sentito i propositi di Giorgia Meloni e Fratelli d'Italia, che sono stati ripetuti in vari momenti della campagna elettorale. Si parla di "misure strutturali", come il ricorso alla "ventilazione meccanica controllata" e il "potenziamento dei trasporti", ma "senza compressione delle libertà individuali". E poi stop a qualsiasi obbligo vaccinale, anche per il personale sanitario. Al contrario ci sarà solo una "raccomandazione" per i fragili e per le fasce d'età a rischio. E naturalmente addio al Green Pass, strumento giudicato totalmente inefficace. E infine, come è stato ricordato anche ieri, si provvederà all'istituzione di una commissione d’inchiesta sulla gestione medica ed economica della pandemia da Covid-19 e sulle reazioni avverse legate al vaccino. Questa, a grandi linee, la ricetta sul Covid del nuovo esecutivo.

Cosa pensa Meloni del ‘modello Speranza'

Passando in rassegna le dichiarazioni degli ultimi anni è possibile rintracciare la strategia che Meloni metterà in atto, individuarne i punti salienti, e capire a chi si rivolge. La premier non ha mai smesso per esempio di rilanciare teorie complottiste, o di mettere in contrapposizione le misure restrittive con i migranti. Questo è un passaggio di un intervento alla Camera della leader di Fdi in risposta alle comunicazioni del presidente del Consiglio Conte sul Consiglio europeo del 15 e 16 ottobre 2020.

Il divieto di assembramento e l’obbligo di mascherina valgono anche per gli spacciatori nigeriani che bivaccano nelle nostre strade o quelli fate finta di non vederli, perché siete troppo impegnati a mandare la polizia a vietare le cene tra i parenti? Perché anche questo è un tema di credibilità.

In un'altra occasione, parlando di vaccini, aveva chiamato in causa ‘Big Pharma'. Questo è un post su Facebook del 7 agosto 2021.

Surreale. Il governo dice NO ai tamponi gratuiti perché sarebbero un disincentivo alla vaccinazione. Ma l’obiettivo della campagna del governo è fermare il contagio o fare marketing per le case farmaceutiche?

Si è detto che Meloni è contro il lockdown. Cosa significa esattamente? Se si va più nel dettaglio, quello che Meloni pensa delle chiusure è forse meno netto di quanto non appaia adesso. Esattamente due anni fa, in un'intervista a La Repubblica il 31 ottobre 2020, legava la questione delle eventuali chiusure al tema dei ristori.

Intanto, bisogna capire cosa si intende per lockdown perché ad esempio quello francese non è un lockdown come lo conosciamo noi: c’è solo la chiusura di alcuni esercizi. E poi l’eventuale chiusura si regge con provvedimenti che impediscano il collasso dell’economia. Anche in Germania chiudono, ma ristorano i piccoli imprenditori con il 75 per cento del fatturato dell’anno precedente.

Come si comporterà quindi il governo, in caso di una risalita dei contagi? Anche oggi che è a Palazzo Chigi Meloni non dice quale sarebbe il piano alternativo eventualmente previsto dal nuovo ministro Orazio Schillaci. Quest'ultimo – che prima di entrare nel governo faceva parte del comitato scientifico dell’Istituto superiore di sanità, non del Cts istituito durante l'emergenza epidemiologica – tra l'altro non è neanche contrario né alla certificazione verde né ai vaccini. Anzi. Nelle interviste rilasciate da direttore dell'Università Tor Vergata, in due differenti occasioni si è espresso a favore sia del Green Pass sia dei vaccini. In un’intervista rilasciata a Unomattina il 14 ottobre 2021, ha detto:

Il green pass rimane uno strumento indispensabile per garantire la sicurezza nelle aule universitarie.

E sui vaccini ha dichiarato:

Non abbiamo avuto alcun problema nel nostro ateneo. È straordinario che il 90% degli studenti si sia fatto vaccinare. Hanno dimostrato grande senso civico.

Il quadro non è ancora definito evidentemente e molto dipenderà dalla fase della pandemia che il governo si troverà ad affrontare. La fase più critica del Covid-19 sembra ormai alle spalle, ma non si può escludere nei mesi più freddi l'arrivo di nuove varianti e una recrudescenza del virus. Alla prova dei fatti si vedrà se il governo Meloni avrà davvero archiviato del tutto l'esperienza del modello Speranza, e sarà in grado di proporre delle strategie alternative di lotta contro il coronavirus.

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Giornalista professionista dal 2014, a Fanpage.it mi occupo soprattutto di politica e dintorni. Sicula doc, ho lasciato Palermo per studiare a Roma. Poi la Capitale mi ha fagocitata. Dopo una laurea in Lettere Moderne e in Editoria e giornalismo ho frequentato il master in giornalismo dell'Università Lumsa. I primi articoli li ho scritti per la rivista della casa editrice 'il Palindromo'. Ho fatto stage a Repubblica.it e alla cronaca nazionale del TG3. Ho vinto il primo premio al concorso giornalistico nazionale 'Ilaria Rambaldi' con l'inchiesta 'Viaggio nell'isola dei petrolchimici', un lavoro sugli impianti industriali siciliani situati in zone ad alto rischio sismico, pubblicato da RE Le Inchieste di Repubblica.it. Come videomaker ho lavorato a La7, nel programma televisivo Tagadà.
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