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Matteo Salvini: “Migliaia di terremotati fuori dalle loro case, voglio occuparmi prima di loro”

Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, rilancia la questione dei terremotati del Centro Italia: “Dopo anni ci sono ancora migliaia di italiani terremotati fuori dalle loro case. Io mi voglio occupare prima di loro. Sbaglio?”. L’obiettivo del vicepresidente del Consiglio è quello di “rimandare nelle loro case” i terremotati.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini, rilancia il tema dei terremotati del Centro Italia che vivono ancora lontani dalle loro case. “Dopo anni – scrive Salvini sui suoi sociali network – ci sono ancora migliaia di italiani terremotati fuori dalle loro case. Io mi voglio occupare prima di loro. Sbaglio?”. Il ministro dell’Interno condivide, insieme a questa breve frase, anche lo spezzone di un video del suo intervento a Quarta Repubblica, la trasmissione di Rete 4. Salvini spiega di essere stato in Abruzzo nei giorni precedenti: “Ci sono ancora, per esempio a Teramo, migliaia di italiani che dopo anni sono fuori da casa loro. Mi voglio occupare di quegli italiani per rimandarli” nelle loro case, afferma il ministro dell’Interno.

Ma negli ultimi giorni la polemica tra il governo e le popolazioni terremotate sembra essersi ormai aperta. Non solo il sindaco di Amatrice, Filippo Palombini, che si schiera contro le “passerelle politiche” e spiega che lunedì 14 incontrerà il sottosegretario Vito Crimi, ma non altri esponenti politici. Negli scorsi giorni sono stati i terremotati dell’Umbria e, in particolare, il Comitato Rinascita Norcia, a scrivere al ministro dell’Interno Matteo Salvini. I terremotati elencano i “fattori che ci stanno facendo perdere la speranza in una rinascita del territorio”, creando “le condizioni per un abbandono della zona di molti cittadini, specialmente i più giovani”. Nella lettera si parla degli intenti espressi da Salvini, ma si sottolinea anche come questi contrastino “con alcune situazioni che si stanno verificando nella nostra zona negli ultimi tempi”. “I presidi pro sicurezza sono diminuiti enormemente – denunciano dal Comitato – l’esercito assicura la sua presenza in maniera più limitata. Il risultato di questa situazione sono i numerosi furti e atti di sciacallaggio che si verificano da qualche tempo”.

I terremotati denunciano anche il rischio di chiusura del distaccamento dei vigili del fuoco di Norcia, oltre ai “ritardi nella ricostruzione del sistema viario”. Una lettera con cui si spiega al ministro che la “rinascita non è solo la ricostruzione delle case, ma anche dei collegamenti viari, dei servizi, del tessuto economico, sociale e culturale di questo disgraziato territorio montano”.

A intervenire sulla situazione dei terremotati e sul paragone che è stato fatto negli ultimi giorni con i migranti è anche l’ex sindaco di Amatrice, e ora consigliere regionale del Lazio, Sergio Pirozzi. Parlando a L’Italia s’è desta, trasmissione di Radio Cusano Campus, Pirozzi spiega la vicenda: “È una vergogna. Girano foto della grande nevicata del 2017, oggi qui nevica, io sono partito ma nulla a che vedere con le foto che girano e con la speculazione politica che si sta facendo su questa vicenda. Questo è un periodo in cui ci si avvicina ad un appuntamento importante che è quello delle elezioni europee, però fino a ieri il terremoto era stato fuori dalle polemiche politiche. Al di là delle tante cose che non sono andate bene e che non vanno e che io ho sempre denunciato, far passare queste immagini cercando di portare le vicende del terremoto sul tema degli sbarchi mi sembra una cosa di cattivo gusto, anche perché passa un messaggio sbagliato. Ci sono tante cose che non vanno bene, però non mi sta bene che le nostre vicende vengano portate alla ribalta nazionale con foto del 2017 spacciandole per attuali e su una polemica che non c'entra niente con queste zone”.

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