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La protesta degli aspiranti avvocati: “Dopo anni di tirocini gratis vogliamo fare l’esame”

Oggi gli aspiranti avvocati sono scesi in piazza in sette città italiane per chiedere certezze al ministero sulle prove di idoneità professionale, che avrebbero dovuto iniziare proprio oggi. Con loro a Roma anche due deputati della Lega “per manifestare contro l’indifferenza di Bonafede che ha dimenticato le sorti di 25 mila aspiranti avvocati che non potranno sostenere l’esame previsto proprio per questa data”.
A cura di Annalisa Girardi
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Dopo il rinvio dell'esame da avvocato, i praticanti sono scesi in piazza in sette città italiane per chiedere certezze al ministero sulle prove di idoneità professionale, che avrebbero dovuto iniziare proprio oggi. Dopo mesi di pratica, spesso non pagata, gli aspiranti avvocati chiedono di poter finalmente fare l'esame. A Torino, Milano, Bologna, Roma, Napoli, Vibo Valentia, Palermo i praticanti hanno alzato i cartelli con scritto: "Dopo anni e anni di tirocini gratis vogliamo fare l'esame" o "È tempo di decidere, non possiamo più aspettare".

Oggi avrebbero dovuto sostenere la prova scritta. La protesta è stata sostenuta anche dalla Lega, che ha puntato il dito contro il Guardasigilli, Alfonso Bonafede. Nella capitale i praticanti si sono ritrovati davanti al ministero della Giustizia "per manifestare contro l'indifferenza di Bonafede che ha dimenticato le sorti di 25 mila aspiranti avvocati che non potranno sostenere l'esame previsto proprio per questa data". In una nota i deputati della Lega Jacopo Morrone, già sottosegretario di Stato per la Giustizia, e Luca Toccalini, coordinatore federale Giovani della Lega, hanno aggiunto: "Dopo mesi di rinvii e tempo dedicato allo studio questi giovani, a causa dell’impreparazione del governo, non conoscono la data del loro esame perché il Ministero non è stato in grado in tanti mesi di trovare dei luoghi idonei a sostenere le prove in sicurezza e tuttora i ragazzi navigano nell’incertezza. La Lega è accanto a questi aspiranti professionisti abbandonati e domani chiederemo tutti insieme delle risposte concrete al Guardasigilli".

"Siamo qui oggi con tanti giovani dottori in legge, praticanti avvocati che per anni hanno vissuto sulle spalle dei loro genitori che vedevano la data dell'esame avvicinarsi, ma che per l'emergenza sanitaria è stata posticipata. Purtroppo non c'è certezza, il ministro Bonafede non ha dato ancora una data, non si sanno le modalità e i luoghi in cui si potrà svolgere l'esame. Se continua l'emergenza sanitaria si potrà fare negli stessi luoghi che si erano inizialmente previsti?", ha anche aggiunto Morrone, sceso in piazza a Roma con i praticanti. Per il deputato del Carroccio Bonafede è il "ministro dell'incertezza" e conclude: "Non so se c'è un'altra strada, oltre le dimissioni. Spero che il governo se ne possa accorgere. Il sistema giustizia non è mai stato così lasciato andare".

Toccalini, a margine della manifestazione di questa mattina in piazza Cairoli a Roma ha aggiunto: "Siamo qui per portare la voce di oltre 20 mila praticanti avvocato, che chiedono solo chiarezza e certezze: ad oggi non sanno quando potranno coronare il sogno della loro vita, quello di diventare avvocati. Noi siamo con tantissimi dottori e dottoresse che non vedono l’ora di entrare nel mondo del lavoro e grazie all’incompetenza di questo governo stanno perdendo ulteriori mesi, non è solo questione di pandemia ma siamo di fronte all’incapacità di un ministro".

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