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La moglie e la suocera di Aboubakar Soumahoro sono state arrestate: ora si trovano ai domiciliari

Svolta nel caso Soumahoro: agli arresti domiciliari la moglie Liliane Murekatete e la suocera Marie Therede Mukamatsindo.
A cura di Annalisa Cangemi
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Agli arresti domiciliari la moglie Liliane Murekatete e la suocera Marie Therede Mukamatsindo del parlamentare Aboubakar Soumahoro. È quanto disposto dal gip di Latina nell'ambito della gestione di cooperative che si occupavano della gestione di migranti e di minori non accompagnati nella provincia di Latina.

Insieme agli arresti domiciliari per le due donne, membri del cda della cooperativa sociale Karibu, è stato disposto l'obbligo di dimora per un altro figlio della suocera del deputato Aboubakar Soumahoro. I finanzieri hanno eseguito anche il sequestro preventivo, finalizzato alla confisca, di quanto gli indagati hanno incassato, del "profitto del reato – scrive la procura di Latina – nei confronti degli stessi e di un altro soggetto legato a loro da vincoli di parentela, ma attualmente all'estero".

Le indagini condotte dalla procura di Latina e dalla Guardia di Finanza hanno consentito di accertare condotte, contestate a vario titolo e a seconda delle posizioni, di frode nelle pubbliche forniture, bancarotta fraudolenta patrimoniale (per distrazione) e autoriciclaggio. In particolare, le cooperative Karibu e Consorzio Agenzia per l'inclusione e i diritti d'Italia, oltre alla Jambo Africa (per il tramite della Karibu) avrebbero percepito ingenti fondi pubblici da diversi Enti (Prefettura, Regione, Enti locali etc.) destinati a specifici progetti o piani di assistenza riguardanti i richiedenti asilo e i minori non accompagnati, fornendo tuttavia un servizio inadeguato e comunque difforme rispetto a quello pattuito.

Secondo quanto emerso, le somme destinate alla gestione delle strutture per i migranti erano "reimpiegate in attività imprenditoriali e comunque estranee rispetto alle finalità di assistenza e gestione in Italia dei migranti e/o richiedenti asilo". La "distrazione" dei fondi è stata oggetto di investigazioni da parte degli inquirenti che hanno appunto ipotizzato i reati di bancarotta fraudolenta patrimoniale (per distrazione) a seguito dell'accertamento giudiziario dello stato d'insolvenza della cooperativa Karibu, e di autoriciclaggio di parte delle somme in questione, che sono state trasferite all'estero (Ruanda, Belgio e Portogallo) e "reimpiegate in attività imprenditoriali e comunque estranee rispetto alle finalità di assistenza e gestione in Italia dei migranti e/o richiedenti asilo".

Nel marzo scorso il sostituto Procuratore della repubblica di Latina Andrea d'Angeli aveva notificato l'avvio della chiusura delle indagini su Karibu e Consorzio Aid, finite sotto inchiesta nell'autunno scorso. La vicenda aveva avuto delle conseguenze politiche, e aveva portato il deputato ad auto-sospendersi dal gruppo con cui era stato eletto alle elezioni del 25 settembre, Avs, nonostante non fosse personalmente coinvolto nell'inchiesta.

L'avvocato di Liliane Murekatete, Lorenzo Borrè, aveva fatto sapere che la donna si dichiarava "estranea ai fatti", assicurando che sarebbe stata fatta chiarezza, e sarebbe stata "dimostrata la totale innocenza". Secondo il gip Giuseppe Molfese, Liliane Murekatete, sua madre e il fratellastro Michel Rukundo avevano messo in atto un "programma delinquenziale a gestione familiare", caratterizzato da una "elevata spregiudicatezza criminale".

A dicembre 2022 era stato inoltre disposto il sequestro preventivo di 639mila euro alla suocera dell'onorevole Soumahoro, Mukamitsindo, e di oltre 13mila euro a ciascuno dei due figli. Per il gip di Latina non solo la suocera di Soumahoro aveva svolto "un ruolo centrale nella dinamica delittuosa" ma i due figli Michel e Liliane, avevano "offerto consapevole e attiva partecipazione al meccanismo fraudolento".

Alloggi per i migranti fatiscenti e senza acqua calda

Sovrannumero di ospiti, alloggi fatiscenti con arredamento inadeguato, condizioni igieniche carenti, con presenza di umidità e muffa, e riscaldamento assente, così come le operazioni di derattizzazione e deblattizzazione. È quanto contesta la Procura Latina agli indagati. Nelle strutture i militari della Guardia di Finanza hanno inoltre riscontato carenze nell'erogazione dell'acqua calda, nella conservazione delle carni e scarsa qualità del cibo. Si parla anche di insufficiente consegna di vestiario e prodotti per l'igiene.

"L'inosservanza delle condizioni – concretizzatasi nelle gravissime criticità rilevate dagli ispettori della Prefettura anche congiuntamente a quelli della Asl di Latina e ai Vigili del Fuoco, tali da far vivere gli ospiti in condizioni offensive dei diritti e della dignità degli uomini e delle donne, aggravate dalla condizione di particolare vulnerabilità dei Migranti richiedenti protezione internazionale – ha generato considerevoli risparmi di spesa/profitti, che sono stati utilizzati per spese varie (alberghi, ristoranti, abbigliamento di lusso, accessori, gioielli ecc.) e investimenti del tutto estranei alle finalità del servizio pubblico e assolutamente non inerenti con l'oggetto sociale delle cooperative e la loro natura di enti no profit", scrive la Procura di Latina.

Queste "distrazioni di denaro hanno consentito di ipotizzare a carico degli indagati i reati di bancarotta fraudolenta patrimoniale (per distrazione) a seguito dell'accertamento giudiziario dello stato d'insolvenza della cooperativa Karibu e di autoriciclaggio di parte di dette somme, che sono state trasferite all'estero (Ruanda, Belgio e Portogallo) e reimpiegate in attività imprenditoriali e comunque estranee rispetto alle finalità di assistenza e gestione in Italia dei Migranti e richiedenti asilo".

L'attività di indagine riguarda, in particolare, le strutture dei Cas di Aprilia (Via Lipari), di Latina (Hotel de la Ville Central) e di Maenza (Casal dei Lupi) gestiti dalla Karibu nonché quelle dei Cas di Latina (Via Romagnoli e Via del Pioppeto) gestiti da Consorzio Aid.

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