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La Camera approva il decreto Crescita: ecco gli emendamenti e le novità

La Camera ha votato, con 288 voti favorevoli, la fiducia sul decreto Crescita, dopo un iter di scontri, emendamenti e rinvii. E ha poi dato il via libera al provvedimento. Il testo dovrà ora passare all’esame del Senato ed essere convertito in legge entro il 29 giugno, pena la scadenza. Vediamo qualcuna fra le principali novità e modifiche al decreto, dal Salva-Roma, al fondo per Radio Radicale e le norme per contrastare l’evasione fiscale.
A cura di Annalisa Girardi
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Aggiornamento: Dopo il voto di fiducia, l'Aula della Camera dei deputati ha approvato anche il decreto Crescita, con il via libera arrivato con 270 voti favorevoli, 33 contrari e 49 astenuti. Ora il provvedimento passa al Senato per l'approvazione definitiva, che dovrà arrivare entro il 29 giugno, giorno della sua scadenza.

La Camera ha approvato la fiducia sul decreto Crescita, con 288 voti favorevoli, 181 contrari e 3 astenuti. Il provvedimento dovrà ora passare all'esame del Senato ed essere convertito in legge entro il prossimo 29 giugno, per non incorrere nella scadenza. L'iter del disegno di legge è stato segnato da polemiche e scontri tra gli alleati di governo, risultati in una lunga serie di rinvii ed emendamenti. Il DNA del decreto dovrebbe concentrarsi in un insieme di misure volte ad accelerare la crescita economica e a risolvere la stagnazione produttiva che da anni interessa il Paese, ma in realtà contiene soluzioni specifiche a molte altre questioni. Vediamo quindi le principali novità che su cui ha espresso la fiducia la Camera.

Il decreto salva tutto

Nel disegno di legge è prevista una clausola Salva-Comuni che interesserà principalmente la città di Roma, su cui pare si sia finalmente raggiunto un accordo. Parte del debito della capitale, circa 1,4 miliardi,  passerà a carico dello Stato, ma tutti i risparmi che deriveranno dalle nuove negoziazioni dei mutui di Roma dovranno finire in un fondo creato ad hoc per aiutare le altre città in dissesto finanziarie. Per Alessandria, Catania e i comuni della provincia di Campobasso sono state indicate norme specifiche.

Sono stati inoltre stanziati circa 3 milioni di euro nel 2019 per il Salva-Radio Radicale, una misura su cui il dissidio tra Lega e Movimento 5 Stelle si è fatto particolarmente aspro. Mentre il Carroccio ha infatti votato a favore della proposta arrivata dal Partito Democratico, il partito di Luigi Di Maio si è opposto fermamente e il leader pentastellato ha definito l'istituzione del fondo un "atto gravissimo" di cui l'alleato di governo "dovrà rispondere davanti ai cittadini". L'obiettivo della misura è quello di favorire la conversione digitale e la conservazione dell'archivio multimediale.

Nel decreto è anche presente la norma Salva-Mercatone Uno. Nello specifico, si tratta di una manovra per salvare i fornitori ampliando la platea dei beneficiari del Fondo per le vittime dei mancati pagamenti, annunciato da Luigi Di Maio. Non solo le piccole e medie imprese che rifornivano la catena di supermercati fallita, ma anche i professionisti che sono stati danneggiati dalla bancarotta, potranno usufruire del sostegno economico.

Arriva anche il Salva-Banca Popolare di Bari, un'agevolazione fiscale per il gruppo a cui si aggiunge un emendamento per favorire le fusioni bancarie nel Meridione. Con la modifica, le attività fiscali differite potranno essere trasformate in credito d'imposta, fino a 500 milioni di euro. Popolare di Bari non è l'unico istituto bancario menzionato nel decreto Crescita: è anche contenuto un riferimento alla Banca Carige, per cui si prevede una proroga a fine anno delle garanzie statali concesse dal ministero dell'Economia sulle emissioni obbligazionarie in scadenza a fine mese. La garanzia è anche valida per i finanziamenti erogati dalla Banca d'Italia per far fronte alle crisi di liquidità. Un'altra questione riguardante le banche presente nel decreto è rappresentata dall'istituzione di una corsia preferenziale per rimborsare più velocemente i risparmiatori truffati. Questa sarà valida solo per i rimborsi al di sotto dei 50 mila euro, ma allo stesso tempo si amplierà la platea di coloro che avranno diritto agli indennizzi.

Si prevede inoltre un fondo Salva-Opere per garantire un completamento rapido delle opere in corso, tutelando in questo modo i lavoratori e le imprese di sub-appalto. Il fondo verrà costituito grazie al versamento dello 0,5% del valore del ribasso offerto da parte dell'impresa vincitrice nella gara d'appalto di un lavoro pubblico dai 200 mila euro in su.

Le altre novità del decreto crescita

Un altro punto importante sancito dal decreto crescita interessato dal voto della Camera è il taglio dell'Ires dall'attuale aliquota del 20,5% a un 20% nel 2023. La riduzione della tassa sul reddito delle società sarà sugli utili di esercizio accantonati a riserve diverse da quelle di utili non disponibili. A quanto anticipato, le risorse per coprire il taglio arriveranno dal fondo per quota 100. Arriva anche una norma per l'Inpgi, che sospende il commissariamento dell'Istituto di previdenza dei giornalisti fino a fine anno, con l'obiettivo di un riequilibrio finanziario. Viene inoltre contemplata una modifica riguardante l'ex Ilva di Taranto, limitando l'esonero da responsabilità e revocando l'immunità pensale in materia di ambiente, tutela della salute e della sicurezza sul lavoro. Il decreto fissa al 6 settembre prossimo l'eliminazione dello scuso penale, creato per permettere all'acciaieria di uniformarsi ai principi ambientali.

Novità anche in tema di pensioni, per cui si imposta uno scivolo aziendale che permetterà alle imprese con più di 1.000 dipendenti di licenziare i lavoratori più anziani, offrendo appunto in cambio uno "scivolo" di cinque anni a carico delle imprese stesse, invece di sette, come previsto dalla precedente versione del disegno legge. Si riaprono inoltre i termini della rottamazione-ter delle cartelle e del saldo e stralcio per quei contribuenti che non sono riusciti a rispettare la scadenza del 30 aprile. I debitori in quetsione avranno tempo fino al 31 luglio per presentare domanda di adesione e procedere poi al pagamento entro il 30 novembre. Un'altra modifica del decreto crescita è quella riguardante gli scontrini elettronici, che dovranno essere adottati anche dai piccoli esercizi commerciali, i quali godevano al momento di una deroga. Solo a chi è sprovvisto di copertura Internet sarà concesso più tempo per la trasmissione telematica all'Agenzia delle entrate.

Un'altra misura contro l'evasione fiscale contenuta nel decreto è quella sugli affitti brevi e sulle case vacanze, volta a contrastare chi evade la tassa di soggiorno. Si istituirà un Codice identificativo nazionale per segnalare tutte le strutture ricettive, che dovranno essere iscritte ad una banca dati dell'Agenzia delle entrate. Multe dai 500 ai 5.000 euro per chi non rispetta la nuova direttiva. Per quanto riguarda invece l'Imu, l'imposta municipale propria, dal 2023 salirà al 100% la deducibilità sugli immobili strumentali, come per esempio i capannoni industriali. Per il 2019 la deducibilità sarà fissata al 50%, al 60% nel 2020-21 e al 70% nel 2022.

Fino al 30 settembre saranno prorogati i versamenti Isa, i nuovi indici sintetici di affidabilità fiscale. Si prevede inoltre un taglio da 600 milioni delle tariffe Inail, che diventerà strutturale a partire dal 2023, anche se si calcola un'esclusione per il 2022. Anche in questo caso, a quanto anticipato, le risorse per il taglio proverranno dal fondo per quota 100. Altre norme contenute nel decreto sono quella a tutela del Made in Italy, per cui si prevede l'utilizzo di un emblema di Stato contro la contraffazione, quella che estende ai sexy shop le agevolazioni per la promozione dell'economia locale, e quella che conferisce ai Comuni la competenza per la manutenzione delle casette destinate ai terremotati, con 2,5 milioni di euro di risorse su quelle già stanziate per il superamento dello stato di emergenza.

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