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Insulti dell’ex deputato Corsaro: “Padre di Meloni? Ilaria Cucchi eletta perché suo fratello spacciava”

Il grave insulto dell’ex deputato Massimo Corsaro a Ilaria Cucchi: “Non so cosa facesse il padre di Meloni quando lei era bambina e lui aveva lasciato casa. So per certo che la sinistra ha portato in Parlamento una persona perché suo fratello spacciava”.
A cura di Annalisa Cangemi
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L'ex deputato Massimo Corsaro, ex missino ed ex Pdl eletto l'ultima volta con Fratelli d'Italia (partito lasciato poi nel 2015), prende la difese di Giorgia Meloni, attaccata nei giorni scorsi, prima dalla stampa spagnola e poi da quella italiana, per vicende passate che riguardavano suo padre, punta il dito contro il campo del centrosinistra. L'ex parlamentare sul suo profilo Twitter prende di mira Ilaria Cucchi, eletta al Senato alle ultime elezioni politiche sotto le insegne dell'Alleanza Sinistra italiana-Verdi: "Non so cosa facesse il padre di Meloni quando lei era bambina e lui aveva lasciato casa. So per certo che la sinistra ha portato in Parlamento una persona perché suo fratello spacciava". L'accusa gravissima è rivota a Stefano Cucchi, morto in custodia cautelare il 22 ottobre 2009 a Roma, dopo aver subito un pestaggio.

Corsaro ha risposto così alle polemiche sollevate per la vicenda del padre di Meloni, Francesco, che nel 1995, in Spagna, fu  condannato a nove anni di reclusione per narcotraffico. In quel momento la presidente di Fdi aveva da poco raggiunto la maggiore età e aveva interrotto i contatti con il genitore da sette anni.

Sui social non è la prima volta che Corsaro pubblica frasi provocatorie. Era già accaduto con un post di insulti antisemiti indirizzati al parlamentare del Partito Democratico Emanuele Fiano. Nel 2017 aveva infatti pubblicato una foto del parlamentare dem, aggiungendo questa didascalia: "Che poi, le sopracciglia le porta così per coprire i segni della circoncisione…". In seguito commentò una copertina di Charlie Hebdo: "Sì, in effetti penso che l’Isis debba tornare in redazione – a Parigi – e finire il lavoro". E ancora, in un'altra occasione, se la prese con l'allenatore Mihajlovic (all’epoca alla guida del Torino) chiamandolo "zingaro". 

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