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Il Parlamento europeo ha approvato il regolamento sul Recovery: anche la Lega ha votato a favore

Anche la Lega ha votato a favore del regolamento del Recovery Fund, lo strumento che racchiude tutti i dettagli per quanto riguarda importi, obiettivi, tempistiche e modalità di erogazione delle risorse europee. Nonché le condizionalità che gli Stati membri devono rispettare per beneficiarne. In precedenza il Carroccio si era astenuto sulla questione, in linea con i sovranisti di FdI. Ma ora, in nome dell’appoggio al governo di Mario Draghi, le cose sono cambiate.
A cura di Annalisa Girardi
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Il Parlamento europeo ha approvato il regolamento del Recovery Fund, che dovrebbe entrare in vigore dal prossimo 18 febbraio. Il regolamento sul dispositivo sulla ripresa e la resilienza è passato con 582 voti a favore, 40 contrati e 62 astenuti. Lo ha annunciato il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, in apertura della seduta plenaria.

Un voto che aveva creato qualche turbolenza in Italia, specialmente all'interno del centrodestra. La Lega si era infatti astenuta su questo tema in precedenza, ma ora, in nome dell'appoggio al governo Draghi, ha cambiato posizione decidendo di votare a favore. Riscoprendo la propria vena europeista, il Carroccio ha votato quindi a favore.

Prima del voto era arrivato l'appello da parte dell'alleato nel centrodestra (e nelle forze che appoggiano il governo Draghi): Antonio Tajani, vicepresidente di Fratelli d'Italia, aveva annunciato il voto favorevole degli azzurri con tutto il Partito popolare europeo, affermando di sperare in un atteggiamento simile da parte di Lega e Fratelli d'Italia. Il partito di Giorgia Meloni aveva però fatto sapere di non essere intenzionato a votare a favore di un regolamento che reintroduceva le regole dell'austerità, come detto da Raffaele Fitto, co-presidente del gruppo Ecr.

I leghisti all'Europarlamento, invece, al termine del secondo giro di consultazioni con Mario Draghi, avevano annunciato in una nota: "Preso atto dell’impegno che non ci sarà alcun aumento della pressione fiscale, che la stagione dell’austerity è finalmente archiviata, che si ridiscuteranno i vecchi parametri lacrime e sangue e che si aprirà una stagione nuova per l’utilizzo dei fondi del Recovery, prendiamo l’occasione per riportare l’Italia protagonista. Voteremo a favore del Recovery Resilience Facility per dare concretezza alla fase nuova che sta per iniziare".

Un cambio di passo in linea con l'appoggio a un governo, quello di Mario Draghi che si troverà a gestire i 209 miliardi del Recovery Fund, che ha tracciato l'europeismo come primo pilastro nel quale intende iscriversi. Una svolta necessaria, quindi, per andare a inserirsi nella nuova (larga) maggioranza che si va formando in queste ore. E che divide però la coalizione di centrodestra, che si troverà a far parte dell'area di governo e di quella dell'opposizione allo stesso tempo.

Ma cosa riguardava nello specifico il voto? Oggi il Parlamento europeo si è dovuto esprimere sul regolamento che disciplinerà l'azione del Recovery and Resilience Facility. In questo sono racchiusi tutti i dettagli per quanto riguarda importi, obiettivi, tempistiche e modalità di erogazione dei fondi. Ma anche sulle condizionalità che gli Stati membri dovranno rispettare per beneficiare delle risorse europee. Di fatto si chiede che i vari Recovery Plan nazionali rispettino una serie di specifiche. Per prima cosa questi dovranno essere in linea con le raccomandazioni del semestre europeo; dovranno anche avere come obiettivo la crescita economica; dovranno rispecchiare la transizione ecologica e infine dovranno promuovere quella digitale.

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