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Il governo Meloni rinuncia alla flat tax incrementale, non ci sarà nella riforma fiscale

Il governo Meloni ha eliminato con un emendamento la flat tax incrementale dalla legge delega per la riforma fiscale. Sparisce una delle misure annunciate in campagna elettorale, per fare spazio a una detassazione della tredicesima.
A cura di Luca Pons
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La flat tax incrementale sparisce dal testo della legge delega fiscale. Con un emendamento presentato del governo Meloni, che non è ancora stato ufficialmente approvato – lo sarà oggi – ma è già sicuro di avere il voto favorevole della maggioranza. La tassazione ridotta per gli aumenti di reddito viene così rimossa dalla riforma fiscale che l'esecutivo ha ampiamente annunciato e porterà avanti nei prossimi mesi.

Nel testo dell'emendamento, presentato ieri, si legge che comunque si vuole mantenere "la complessiva valutazione, anche a fini prospettici, del regime sperimentale di tassazione degli incrementi di reddito". Cioè, in un futuro non si esclude che questa misura possa tornare a essere proposta. Ma per il momento – e si parla di una riforma che verrà messa in atto nel corso di due anni – è da escludere.

La flat tax incrementale in passato è stata uno dei cavalli di battaglia dell'attuale maggioranza. Nel 2023, il governo l'ha applicata per gli autonomi e le partite Iva. In pratica, permette di pagare una tassazione ridotta (il 15%) sul reddito in più che si ha in un certo anno rispetto ai tre anni precedenti. Ad esempio, se una partita Iva guadagna 130mila euro nel 2023, e negli anni precedenti non ha mai superato i 100mila, su quei 30mila euro ‘extra' pagherà un'imposta del 15%. Il resto del fatturato, invece, rientra nei normali scaglioni Irpef.

L'intenzione del governo, nella prima versione del testo, era di estendere la flat tax incrementale a tutti i lavoratori dipendenti. "Chi produce di più è giusto che venga premiato, è un segnale di merito", aveva detto proprio Giorgia Meloni spiegando la proposta. Lo voleva fare già nella scorsa legge di bilancio, approvata a dicembre, ma i conti non tornavano. La stessa cosa è successa in questo caso.

Va ricordato che la flat tax incrementale non ha a che fare con la flat tax, o tassa piatta, che si rivolge alle partite Iva con un reddito fino a 85mila euro. Quel regime forfettario non si applica solo al reddito ‘in più', ma a tutte le entrate. È una delle bandiere della Lega, in particolare, e la delega fiscale del governo esclude di raggiungerla a breve ma la pone come un obiettivo distante. Il passaggio intermedio per ottenerla, dice, è la riduzione delle aliquote Irpef.

Per quanto riguarda la flat tax incrementale, invece, questa nella legge delega è stata sostituita da una detassazione della tredicesima. Non più un premio per chi produce di più, quindi, ma un taglio delle tasse ancora da quantificare che potrebbe essere al 15% e che si rivolgerà a molti dipendenti, a prescindere dalla produttività. E che, come avviene sempre per i tagli delle imposte, premierà in particolare chi ha un reddito più alto.

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