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Primarie PD 2023

I “signori delle primarie” sono il vero male del Pd che Elly Schlein deve combattere

I “signori delle primarie” che hanno condizionato a favore di Stefano Bonaccini il voto di domenica 26 settembre in Campania sono il primo problema che la neo segretaria dem dovrà affrontare. Perché non si può pensare di governare il Paese se non si fa pulizia a casa propria.
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Che il Partito Democratico sia l’unica forza politica realmente contendibile in Italia è un dato di fatto, dimostrato dalle primarie del 26 febbraio corso che hanno incoronato Elly Schlein, l’outsider, nuova segretaria. Allo stesso modo, è altrettanto vero che la contendibilità del Pd, e la trasparenza dei processi democratici che dovrebbero garantirla, sono costantemente messi alla prova dai tentativi della nomenclatura del partito e dei suoi notabili locali, di controllare quei processi con qualsiasi mezzo possibile.

È da anni che noi di Fanpage stiamo documentando con certosina costanza queste cattive pratiche fatte di tesseramenti gonfiati, congressi farsa, primarie truccate. E ogni volta, passata l’indignazione del momento, ci siamo ritrovati a constatare, amaramente, come nessun segretario eletto abbia mai davvero deciso di eradicare questo sistema, o anche solo di combatterlo. Tante parole, ma contro i signori delle tessere, e delle primarie non è stato mai fatto nulla. Troppo importanti per vincere elezioni locali, nella perdurante crisi della sinistra italiana. Troppo interessi, troppe reti di potere, troppo controllo del territorio per poterne fare a meno.

Le primarie del 26 febbraio e il congresso del Pd che hanno preceduto l’appuntamento elettorale non sono state da meno. E la Campania, territorio in cui questo fenomeno è da decenni oltre ogni possibile livello di guardia, è stato ancora una volta l’epicentro del sisma. Il racconto de “I signori delle primarie”, inchiesta di Fanpage.it, è l’ennesimo dito puntato che mostra quanto il re sia nudo, oltre ogni ragionevole dubbio.

Mostra il tesseramento gonfiato in numerose province, per permettere a Stefano Bonaccini, il candidato favorito, quello scelto dai notabili locali per perpetrare il loro potere, di vincere i congressi nei circoli. Mostra seggi delle primarie monopolizzati da un unico gruppo di potere, che per l’intera giornata di voto ha provato a indirizzarlo in ogni modo possibile: gonfiando la partecipazione in spregio a ogni regolamento, usando gli scrutatori per suggerire chi votare, allontanando i giornalisti che cercavano di testimoniare tutto questo con minacce e intimidazioni.

Bonaccini ha perso, avranno perso anche loro, direte voi. Sbagliato. Perché nonostante Schlein abbia conquistato la segreteria, le percentuali nordcoreane a favore di Bonaccini nei loro seggi, di segno diametralmente opposto rispetto all’andamento nazionale del voto, hanno permesso ai signori delle primarie – a De Luca, Fiola, Casillo, Oliviero – di mantenere il controllo sul partito a livello locale, nella terza regione più popolosa d’Italia, in uno dei territori-crocevia di ogni elezione politica. Un controllo che vuol dire poltrone, nomine, auto-conservazione di persone e pratiche. Un controllo che vuol dire, in ultima istanza, resistenza a ogni istanza di cambiamento.

Ed è qui che Elly Schlein e la nuova segreteria del Partito Democratico sono chiamate in causa. Perché è anche da come affronteranno il problema dei signori delle tessere e delle primarie che si capirà se la loro sarà davvero la “piccola rivoluzione” annunciata, o un semplice e ignavo avvicendamento al potere, in cui quel che conta davvero è tirare a campare. La diciamo meglio: coi signori delle tessere al loro posto, con chi pensa che i processi democratici si possono alterare, con chi vive la politica come mero esercizio del potere sulle persone, con chi alza le spalle di fronte a truffe conclamate perché in fondo “che ci vuol fare, si è sempre fatto così”, nessuna rivoluzione è possibile, piccola e grande che sia. Né all’interno del partito, né in parlamento, né tantomeno al governo del Paese. Fare pulizia a casa propria è la precondizione per farla altrove. Ora la palla è nel campo di Elly Schlein. Hic Rhodus, hic salta.

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Francesco Cancellato è direttore responsabile del giornale online Fanpage.it e membro del board of directors dell'European Journalism Centre. Dal dicembre 2014 al settembre 2019 è stato direttore del quotidiano online Linkiesta.it. È autore di “Fattore G. Perché i tedeschi hanno ragione” (UBE, 2016), “Né sfruttati né bamboccioni. Risolvere la questione generazionale per salvare l’Italia” (Egea, 2018) e “Il Muro.15 storie dalla fine della guerra fredda” (Egea, 2019). Il suo ultimo libro è "Nel continente nero, la destra alla conquista dell'Europa" (Rizzoli, 2024).
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