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Le 4 mozioni dei candidati alla segreteria Pd: cosa propongono Bonaccini, Schlein, De Micheli e Cuperlo

Sono state depositate le mozioni congressuali dei quattro candidati in corsa per la segreteria del Pd: vediamo cosa propongono Bonaccini, Schlein, De Micheli e Cuperlo.
A cura di Annalisa Cangemi
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Manca meno di un mese alle primarie del Partito Democratico, e i quattro candidati in corsa, Stefano Bonaccini, Elly Schlein, Gianni Cuperlo e Paola De Micheli, hanno depositato le loro mozioni congressuali, che sono adesso consultabili da tutti.

I quattro candidati definiscono le loro priorità, anche con molti elementi di convergenza, dall'attenzione all'ambiente e al lavoro, all'impegno per la lotta alle disuguaglianze. Dai testi dei quattro documenti è possibile delineare l'identikit degli aspiranti segretari, e la loro visione della società.

Cosa dice la mozione di Stefano Bonaccini

Partiamo dalla proposta del governatore dell'Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, con la mozione ‘Energia popolare'. Il testo inizia con una citazione di Enrico Berlinguer "Ci si salva e si va avanti se si agisce insieme e non solo uno per uno". Si prosegue con le motivazioni che hanno spinto il candidato a correre per la segreteria:

È l’energia di questo popolo che ha portato i più grandi avanzamenti nella storia del nostro Paese e a livello internazionale: le lotte per la difesa dei lavoratori e per i diritti delle donne, per la sanità pubblica e per una scuola che sia strumento di emancipazione per tutti. E poiché è nei momenti di difficoltà che si riscoprono le proprie radici, sono convinto che le nostre radici e la nostra identità siano fatte di questa energia popolare: della passione e dell’impegno di donne e uomini che, insieme, vogliono cambiare questa società per renderla migliore.
Energia popolare per un grande partito democratico, per difendere e promuovere la democrazia e i diritti di libertà sanciti dalla Costituzione italiana.
Energia popolare per un grande partito ecologista, per proteggere il pianeta e restituirlo più vivibile ai nostri figli e nipoti, così come noi lo abbiamo ricevuto da chi c’è stato prima di noi.
Energia popolare per un grande partito laburista, per dare voce e rappresentanza a tutti coloro che lavorano, siano essi dipendenti o autonomi, per migliorare la loro condizione e per offrire a tutti l’opportunità di una buona occupazione.
Energia popolare per un grande partito progressista, per difendere ed estendere i diritti civili, politici e sociali, che non debbono mai essere disgiunti ma debbono anzi camminare insieme.
Energia popolare per un grande partito europeista, per costruire un’Europa federale, più unita e più giusta come motore di sviluppo nella pace e nella fratellanza tra i popoli.

Per quanto riguarda il futuro del Partito Democratico Bonaccini ha in mente diverse novità, per rivitalizzare il partito, come il rilancio dei circoli, la "Convenzione annuale del Pd" o gli "Osservatori democratici permanenti" per il rapporto con la società. Sulle "grandi scelte", si legge, "dovrà sempre essere organizzato un referendum vincolante tra tutti gli iscritti".

La mozione lancia anche l'idea di una "scuola di politica per formare la nuova classe dirigente e per ascoltare le
sue proposte", ma anche l’attivazione "di un meccanismo di finanziamento pubblico di stampo europeo che preveda per ogni partito l’opportunità di dotarsi di uno strumento che possa ricevere e rispondere in assoluta limpidezza dei contributi statali".

Sul fisco tra le proposte Bonaccini c'è quella di "un'unica imposta realmente progressiva su tutti i redditi" e "una riforma complessiva" che "riduca la tassazione del lavoro, soprattutto se a tempo indeterminato, e aumenti quella sulla rendita e sulla ricchezza". Sui diritti il governatore dell'Emilia-Romagna è per "istituire il matrimonio egualitario" e per "riformare il sistema delle adozioni superando ogni discriminazione".

Cosa dice la mozione di Elly Schlein

Il testo depositato dall'ex europarlamentare Elly Schlein si intitola ‘Parte da noi'. "Giustizia sociale e climatica sono inscindibili. Non si può lottare efficacemente contro le diseguaglianze se non si affronta nello stesso tempo l’emergenza climatica, che ne è insieme concausa ed effetto. E viceversa non si può attuare una vera conversione ecologica senza accompagnare in essa tutta la società, a partire da chi lavora e dalle fasce più fragili e più esposte, per non lasciare indietro nessuno". Inizia così la mozione della ex vice di Bonaccini in Emilia-Romagna. Tra le proposte anche "l'educazione affettiva e sessuale" nelle scuole, e la "regolamentazione legale della cannabis". 

Mentre sul fronte interno Schlein propone di introdurre l'"incompatibilità tra incarichi di partito e funzioni pubbliche e amministrative", e promette di coinvolgere sempre di più la base.

Un paragrafo è incentrato sul fisco si legge: "Chi ha di più deve essere chiamato a contribuire in misura maggiore". Il documento tratteggia una riforma fiscale in cui si sottolinea che "anche il tema dei grandi patrimoni deve essere affrontato in un'ottica redistributiva".

Un paragrafo è invece dedicato al diritto alla casa: "Un nuovo contratto sociale vuol dire rimettere al centro della nostra azione politica il diritto fondamentale alla casa. Dobbiamo occuparcene in tutte le sue declinazioni, a partire dal rilancio dell’edilizia residenziale pubblica, con un piano di investimenti di medio-lungo periodo, facendo leva sulla manutenzione e gli interventi di rigenerazione urbana a consumo di suolo zero per aumentare anche l’offerta di alloggi a canone sociale e migliorare la vivibilità delle periferie urbane". Si parla anche del rifinanziamento del Fondo sociale affitti e del Fondo morosità incolpevole, oltre che di aumento della disponibilità di alloggi a canone calmierato, per rispondere anche alle esigenze di "quella fascia intermedia che non ha i requisiti per accedere alle case popolari ma non riesce a vivere agli alti prezzi del libero mercato".

Ampio spazio ai diritti, a partire da quelli delle donne: "Attuare pienamente la legge 194 ed andare anche oltre, garantendo una percentuale di medici non obiettori in tutte le strutture". Poi, Ru486 "accessibile gratuitamente nei consultori". Una parte è dedicata alle tematiche Lgbtq+: "Vogliamo che il matrimonio sia un istituto aperto a tutte e tutti, con il pieno riconoscimento dei diritti delle famiglie omogenitoriali ", si legge nel testo.

Schlein si dichiara a favore del finanziamento pubblico, ma su base volontaria:

È necessario approvare una legge sui partiti e movimenti politici, per dare piena attuazione all’art. 49 della Costituzione e consentire il sostegno chiaro e trasparente dell’attività politica nel nostro Paese. Senza finanziamento pubblico ai partiti il rischio è che possa fare politica solo chi ha più risorse o più finanziamenti da privati. L’obiettivo che ci poniamo è stabilire standard elevati di trasparenza e democrazia interna nei partiti e movimenti politici e rafforzare il finanziamento pubblico della politica su base volontaria, attraverso una maggiorazione dell’attuale 2×1000, da destinare prioritariamente all’attività di formazione politica e una normativa per abbattere i costi dell’attività politica sul territorio

Cosa dice la mozione di Paola De Micheli

La mozione dell'ex ministra Paola De Micheli si intitola ‘Concretamente. Prima le persone'. "Ne vale ancora la pena?", è la prima domanda che la candidata si fa nel documento, e si dà una risposta: "Sì. Ne vale la pena. Non è una pena avere il privilegio delle idee, avere un desiderio mai esaurito di servire gli altri, di poter stare in una comunità che, in una rinnovata società, prova a cambiare il mondo".

De Micheli esorta il Pd a uscire dalla "comfort zone": "Alle elezioni del 25 settembre scorso abbiamo perso perché ci siamo persi". Ecco il ragionamento che muove De Micheli, che si propone come la "sindacalista degli iscritti":

Dobbiamo uscire dalla zona di comfort di ricette sempre uguali che non sembrano connesse al
nostro patrimonio di valori.

Serve uno scatto d’orgoglio di consapevole, vivace e libera partecipazione. Le ragioni fondative del Partito Democra-
tico, la sua missione storica, esistono ancora, ma vivranno nell’autenticità dei comportamenti individuali e collettivi, nella riconoscibilità del nostro agire politico, nella prossimità concreta ai bisogni delle persone. Dipende da noi. Per tornare a vincere, per cambiare l’Italia. Ai tanti italiani che hanno deciso di non andare alle urne dobbiamo dimostrare con comportamenti, proposte e visione del futuro che la democrazia continua a realizzare la sua promessa: migliorare la vita delle persone.

La sua mozione è quindi focalizzata sull'organizzazione del partito, ma non solo. Anche l'ex ministra invoca un ritorno al finanziamento pubblico. Ed è anche l'unica che prende esplicitamente di mira le correnti: per queste è previsto un numero minimo di iscritti Pd, un versamento annuale di solidarietà, 10 giornate di formazione e cultura politica all'anno e una specie di ruolo delle associazioni tematiche, un "luogo che viene consultato in maniera permanente dalla segreteria". De Micheli è anche l'unica a prevedere una sorta di registro anti lobby: "Tutti i parlamentari e i dirigenti PD dovranno rendere noto sul portale della Trasparenza democratica i loro incontri con eventuali lobbisti e stakeholders".

Tra i capitoli della mozione, quello sulla ‘Fine del partito maschilista' la candidata alla segreteria dem sottolinea che "È clamoroso che a esprimere la prima premier donna sia stata la destra: un bello schiaffo per la sinistra". E lancia due proposte:

1 La nostra proposta è quella di un modello di partito in cui le posizioni più rappresentative siano duali (ad esempio
responsabile economia e organizzazione) e una riorganizzazione della Conferenza delle Donne che non ha generato i
risultati attesi (sovrapponibile al modello di partito orizzontale).
2 Per questo proporremo una modalità di interazione nuova: non solo la presenza delle rappresentanti della conferenza
in segreteria, ma anche la possibilità dell’espressione di un voto di interdizione sulle candidature, che blocchi le troppo
spesso frettolose scelte del partito.

Sul lavoro De Micheli propone di "riscrivere lo Statuto dei lavoratori", "Una nuova legge sulla rappresentanza sindacale", e la "Sperimentazione della progressiva riduzione dell’orario di lavoro".

Cosa dice la mozione di Gianni Cuperlo

Gianni Cuperlo, nel suo documento ‘Promessa democratica' è tra i più netti nelle proposte sull'organizzazione interna. La sua mozione inizia così: "Ci siamo messe e messi in cammino con una buona dose di umiltà, ma con una piccola ambizione: dare una mano a riaccendere una scintilla di affetto e stima verso questa comunità oggi acciaccata e circondata da chi la vorrebbe svuotare. Per noi, invece, il PD – un nuovo PD – rimane decisivo per il futuro della sinistra".

Anche lui è per il ritorno del finanziamento pubblico e come Schlein dice no al doppio incarico per il leader ("dirigere il partito non deve essere l'autobus per andare altrove"), mentre propone che "il segretario o la segretaria del Pd venga scelto dagli iscritti mantenendo le primarie aperte per la scelta del candidato premier". 

Tra le varie proposte c'è quella la costituzione dal basso dei ‘Comitati per l'Alternativa', "perché l’opposizione non vivrà solo nelle istituzioni, ma dovrà percorrere il paese". Cuperlo è l'unico dei quattro che esplicitamente nella sua mozione dice: "Va superato il Jobs act". 

A livello internazionale, ecco la visione di Cuperlo:

La sinistra ha un solo sentiero per non rimanere marginale nel processo aperto ed è ricostruire i traguardi del suo internazionalismo solidale, contro la costruzione dei muri e la chiusura dei porti.
Non c’è avvenire per i Democratici in un solo paese.
I conflitti oggi aperti e che decideranno un nuovo ordine mondiale e un’altra economia dello sviluppo si affrontano solamente in una lotta che accomuni forze e culture del socialismo e dell’universo progressista nelle loro diverse declinazioni.
La carneficina consumata in Ucraina è la testimonianza più tragica di tutto ciò. La condanna dell’invasione russa assieme al sostegno della resistenza ucraina sono la bussola per ogni giudizio sull’evolversi di quella guerra. Dalla capacità di attivare una forte azione politica e diplomatica capace di coinvolgere in primo luogo Washington e Pechino discenderà l’autonomia identitaria e politica dell’Europa nel nuovo scenario globale.

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