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Guerra a Fanpage: “Mancanza di lavoro è dramma, togliere il reddito di cittadinanza non risolve nulla”

“La disoccupazione è una cosa serissima e molto grave. Il governo racconta una storia molto vecchia per cui la povertà è una responsabilità individuale, togliere il reddito di cittadinanza così non serve a nulla e lascerà qualcuno indietro”: lo dice in un’intervista con Fanpage.it la deputata Maria Cecilia Guerra.
A cura di Annalisa Girardi
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Poche risorse su scuola e sanità, misure che assomigliano a un regalo fiscale, una revisione del reddito di cittadinanza che lascerà delle persone indietro "in modo casuale e ingiusto". Per Maria Cecilia Guerra, esponente di Articolo Uno ed eletta alla Camera nella lista Italia Democratica e Progressista, la manovra del governo è "classista" e rischia di aumentare le diseguaglianze. In un'intervista con Fanpage.it la deputata, già sottosegretaria e viceministra, sottolinea come da un lato le ingenti risorse stanziate contro il caro energia (ben 21 miliardi) servano solo per coprire i primi tre mesi dell'anno, e dall'altro come i 14 miliardi rimanenti "vengano dispersi in mille rivoli per dare segnali identitari, o meglio propagandistici" senza però restituire una prospettiva più ampia.

Da marzo infatti, secondo Guerra, "ci troveremo a secco e con grosse difficoltà per i mesi successivi". Troppo poco, inoltre, è stato fatto in materia di transizione ecologica, sempre secondo la deputata. Che prosegue criticando nello specifico alcune misure, come la flat tax estesa per i redditi fino a 85 mila euro. "I professionisti sono quelli più favoriti da questa manovra. Un professionista arriva a pagare, se abita a Roma, fino a quasi 10 mila euro di tasse in meno rispetto a un dipendente. Una cifra assurda e va sottolineato anche che tutti quelli che entrano nei regimi flat tax non pagano neppure le addizionali comunali e regionali. Un'ingiustizia colossale".

E aggiunge: "Questi sistemi di spezzatino del sistema fiscale moltiplicano le ingiustizie che ci sono e mi troveranno sempre contraria".

Per quanto riguarda lo stralcio delle cartelle sotto i mille euro, per Guerra si sta parlando chiaramente di un condono: "Sembra una parola che non si può usare, ma ce ne sono dieci di condoni in questa manovra. Dicono che se uno ha fatto la dichiarazione dei redditi e poi non versa è perché non ha potuto versare. Non è vero, perché chi non può versare nel momento della dichiarazione può chiedere la rateizzazione. Ma non l'ha fatto e ha aspettato di essere scoperto". Secondo la deputata bisogna distinguere chi è davvero in difficoltà da coloro che potrebbero pagare, ma non lo fanno.

Sulle pensioni, Guerra per prima cosa sottolinea che non è vero che con la soluzione ponte di Quota 103 il governo abbia evitato il ritorno della legge Fornero: "La legge Fornero c'è sempre stata. Non è che se io faccio una finestra per alcuni, allora anche gli altri non vanno più in pensione con le regole di quella legge. La legge Fornero non viene assolutamente scalfita. Non c'è nessun scalone, questo si ha quando c'è un cambiamento normativo, ma non è questo il caso".

Guerra è anche molto critica sulla riforma annunciata dal governo in materia di reddito di cittadinanza. Tagliandolo, sottolinea, "lasceremo qualcuno indietro, e lo faremo in modo molto casuale e ingiusta". Per prima cosa secondo la deputata "non si annuncia una riforma tra un anno: o sai quello che vuoi fare, e allora lo fai, oppure aspetti". Il problema più grande è quello legato al concetto di ‘occupabili', attorno a cui il governo vuole rivedere il sussidio: "È giusto pensare che se si fa un'offerta di lavoro congrua a una persona, e questa non l'accetta, il beneficio non possa essere mantenuto. Il problema è che queste offerte non arrivano. Non abbiamo evidenze sul rifiuto, da parte dei percettori del reddito di cittadinanza, di offerte di lavoro.Con un tasso di disoccupazione così elevato, come abbiamo soprattutto al Sud, soprattutto per le donne, non basta fare un corso di formazione per poi avere il posto di lavoro".

E ancora: "La disoccupazione è una cosa serissima e molto grave. Loro raccontano una storia molto vecchia per cui la povertà è una responsabilità individuale. Non si risolvono i problemi in questo modo, la mancanza di lavoro è un dramma e si affronta con una riforma che smetta di umiliare i nostri giovani e le donne costringendoli a lavori precari, part time e sottopagati".

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