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Governo, Segre vota sì a fiducia e attacca Salvini: “Utilizzo simboli religiosi fa effetto”

La senatrice a vita, Liliana Segre, annuncia il suo voto favorevole in occasione del voto di fiducia al governo Conte 2. Ma, allo stesso tempo, critica il clima d’odio creato negli ultimi mesi con attacchi – neanche tanto velati – a Matteo Salvini, sia per la gestione dell’immigrazione che per il suo linguaggio.
A cura di Stefano Rizzuti
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La senatrice a vita, Liliana Segre, voterà sì alla fiducia al governo Conte 2, composto da M5s e Pd. L’annuncio è stato dato dalla stessa senatrice, intervenendo nell’Aula di Palazzo Madama nel giorno del suo 89esimo compleanno. Tuttavia Segre non si limita ad annunciare il suo voto favorevole, ma spiega come sia arrivata a maturare questa decisione, non risparmiando attacchi al precedente esecutivo e prendendosela soprattutto con la Lega e con l’ex ministro dell’Interno, Matteo Salvini. “Il mio atteggiamento di fronte alla realtà e al clima che ha segnato la nascita del nuovo governo – esordisce Segre – è di preoccupazione e speranza. Mi hanno preoccupato i numerosi episodi susseguitosi durante l’ultimo anno, che mi hanno fatto temere un imbarbarimento della nostra società. I casi di razzismo trattati con indulgenza e che sembrano entrati nella normalità del vivere civile. Allarmante è anche il linguaggio di odio”.

I riferimenti a Salvini diventano più espliciti quando Segre parla del ricorso all’utilizzo di simboli religiosi, sostenendo: “A me fanno effetto. Sono un farsesco e pericoloso revival del ‘Gott mit uns'" (‘Dio con noi', motto nazista). Venendo criticata da parte dell’Aula, la senatrice a vita sottolinea: “Forse solo a me in quest’Aula”. Poi Segre continua il suo discorso parlando del linguaggio dell’odio: “La politica che investe nell’odio è sempre una medaglia a due facce, non danneggia solo i bersagli ma incendia anche gli animi di chi vive con rabbia e disperazione il disagio provocato dalla crisi. A me hanno insegnato che chi salva una vita salva il mondo intero, per questo il mondo in cui chi salva vita anziché premiato viene punito mi sembra un mondo rovesciato. Credo che l’accoglienza renda più saggia la nostra umanità”.

Segre critica poi l’atteggiamento di una parte della classe politica rispetto al 25 aprile: “La festa del 25 aprile che dovrebbe unire il popolo italiano è stata, da alcuni irresponsabili, ridotta a una sorta di faida”. Quindi la senatrice a vita parla del futuro governo:

Vorrei che il nuovo governo nascesse non solo da legittime valutazioni di convenienza politica, ma anche dalla sensazione di scampato pericolo. Mi attendo che operi concretamente per ripristinare un terreno di valori condivisi, fatto di difesa costante della democrazia e di quei principi di solidarietà previsti dalla Costituzione. Anche io faccio una semplice richiesta, avanzata nelle sedi parlamentari: a inizio legislatura ho presentato un disegno di legge, poi trasformato in mozione: l’istituzione di una commissione sui fenomeni dell’hate speech, dell’intolleranza, dell’antisemitismo. Ho vissuto sulla mia pelle come dalle parole dell’odio sia facile passare ai fatti.

Segre chiede anche di rimettere al centro l’insegnamento della storia, che “ci insegna a non ricadere negli errori del passato”. Sostiene di aver apprezzato l’introduzione dell’educazione civica a scuola, ma chiede che giunga “a tutti noi cittadini con l’esempio che dà la classe politica: la Costituzione dice di comportarci con disciplina e onore, ma anche sobrietà e rispetto per gli avversari. Una classe politica che non agisca secondo uno stile nuovo e democratico non sarà all’altezza. Ma la mia speranza è che il governo faccia proprio anche il senso civile”. Segre conclude, prima di annunciare il suo voto di fiducia: “Vorrei che questo governo nascesse dalla consapevolezza di uno scampato pericolo, dal senso di sollievo dopo che si è giunti sull'orlo di un precipizio e ci si ritrae in tempo. Occorre ripristinare un terreno di valori condiviso nella difesa costante della democrazia e dei principi di solidarietà nati dalla Costituzione e dalla Resistenza”.

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