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Garavaglia dice che lo stop allo sci costerà 4 miliardi e mezzo di euro

Il neo ministro del Turismo, il leghista Massimo Garavaglia, ha già trovato un terreno di scontro con il collega alla Salute, Roberto Speranza. Il motivo? La decisione di mantenere chiusi gli impianti sciistici almeno fino al 5 marzo comunicata solo qualche ora prima del giorno che avrebbe dovuto sancire la riapertura. Per Garavaglia ora no basteranno i ristori, ma il governo dovrà pagare i datti ai lavoratori della montagna. Che avrebbero perso circa 4 miliardi e mezzo di euro a causa della chiusura.
A cura di Annalisa Girardi
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Secondo il neo ministro del Turismo, il leghista Massimo Garavaglia, mantenere chiusi gli impianti sciistici ancora fino al 5 marzo porterà un danno da quattro miliardi e mezzo di euro ai lavoratori della montagna. Questa sarebbe la cifra che gli stessi operatori del settore hanno comunicato al ministro durante il loro primo incontro: cifra che, naturalmente, servirà a valutare l'entità dei ristori che spetterà agli impiantisti. Secondo Garavaglia, che ha già aperto lo scontro con il collega alla Salute, Roberto Speranza, questa volta non basteranno solo i ristori, ma il governo dovrà pagare anche i danni alle attività colpite dalla chiusura all'ultimo minuto.

Il ministro del Turismo, in un'intervista con l'Agi, torna ad attaccare la decisione di mantenere chiuse le piste da sci, comunicata solo poche ore prima del giorno di riapertura. Il decreto che manteneva chiusi gli impianti, infatti, sarebbe scaduto il 15 febbraio: con con un'ordinanza della sera del 14 febbraio, il ministro della Salute ha disposto la sospensione delle attività sciistiche fino al 5 marzo. "Di sicuro sulla tempistica si può fare meglio. La disponibilità dei dati il venerdì implica delle scelte nel weekend, sarebbe meglio avere i dati qualche giorno prima e prendere le decisioni a metà settimana", ha detto il ministro. Definendo "assurdo" il fatto che il ministro della Salute possa prendere questo tipo di decisioni in autonomia.

Il decreto Ristori, ha proseguito l'esponente del Carroccio, è in sostanza già pronto al Mef. Conta di circa 32 miliardi di euro. Che chiaramente non saranno tutti dedicati al settore della montagna, ma potrebbe essere rivista l'entità dei ristori come conseguenza della nuova chiusura. "Questa proroga della chiusura degli impianti sciistici ha cambiato un po' le carte in tavola quindi sarà necessario metterci mano. Se c'era una quantificazione degli indennizzi per gli impianti a fune, se si aggiunge un mese di chiusura è chiaro che i numeri cambiano. Sono questioni molto tecniche".

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