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Fratoianni a Fanpage: “Grave che Draghi faccia accordi con il dittatore Erdogan, ignorando il Parlamento”

Il segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, in un’intervista a Fanpage.it, attacca Draghi dopo la firma dei 9 accordi con la Turchia: “Possibile che il nostro presidente del Consiglio non abbia trovato lo spazio per sollecitare la Turchia, anche in modo retorico, a un impegno sul rispetto dei diritti umani?”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il segretario di Sinistra Italia Nicola Fratoianni, che alla convention Nuove Energie ha siglato un patto con i Verdi – per formare una lista ‘rossoverde' in vista delle politiche del 2023 – commenta a Fanpage.it i nove accordi firmati ieri da Italia e Turchia, al vertice di Ankara a cui ha partecipato Draghi. Per Fratoianni è grave che il presidente del Consiglio, che pure aveva definito Erdogan un "dittatore", in occasione del discusso ‘Sofagate', adesso abbia stretto un'intesa con il presidente turco, e senza che la questione venisse prima affrontata in Parlamento.

Draghi è passato dal definire Erdogan un dittatore, a dichiarare che Italia e Turchia sono amici e alleati. Che ne pensa?

È la rappresentazione plastica di quanto la reapolitik travolga l'ipocrisia che domina il dibattito pubblico. In questo momento continuiamo a essere inondati di parole che raccontano l'impegno a difesa dei valori democratici dell'Occidente, ma questi valori sono quotidianamente traditi nel modo più imbarazzante. La batteria di accordi siglata dal governo italiano con il governo turco è lo specchio di questa logica. In nome dell'interesse economico e della geopolitica vengono completamente svenduti tutti quei valori che vengono richiamati continuamente come pilastri indiscutibili della nostra iniziativa politica e diplomatica.

Tra gli accordi firmati c’è pure quello sulla reciproca protezione delle informazioni classificate nell’industria della difesa. Un passaggio su cui bisognava sentire il Parlamento?

C'è questo, ma nella dichiarazione congiunta c'è pure un lunghissimo paragrafo dedicato alla lotta al terrorismo. E su questo non c'è nemmeno una parola di chiarimento, visto che la Turchia considera terroristi i curdi, e fa della lotta al terrorismo uno strumento di una infinita e indegna repressione nei confronti di tutto il popolo curdo, non solo del Pkk e dell'Ypg, formazioni che hanno combattuto a lungo in prima linea contro la minaccia dell'Isis. Al di là di questo specifico punto sulla protezione dei dati sulla difesa, io credo che il Parlamento vada consultato quando si stringono accordi così ampi con altri Paesi, in particolare quando i Paesi con cui discutiamo sono Paesi in cui i diritti umani e civili non sono minimamente garantiti e rispettati. L'idea che il nostro Paese possa siglare un accordo di questa natura con la Turchia, che è una delle peggiori dittature della scena attuale, senza che il Parlamento ne discuta, è semplicemente inaccettabile, e va oltre i singoli accordi. Possibile che il nostro presidente del Consiglio in una dichiarazione come questa non abbia trovato lo spazio per sollecitare la Turchia, anche in modo retorico, a un impegno sul rispetto dei diritti umani?

In conferenza stampa ha fatto un passaggio richiamando la questione della violenza sulle donne, incoraggiando Erdogan a rientrare nella Convenzione di Istanbul.

Come se quello fosse l'unico problema. Questa dichiarazione congiunta e questo accordo arrivano a poche ore da un altro accordo che ha contribuito ulteriormente a vendere i diritti di un popolo intero. E mi riferisco a quanto accaduto al vertice Nato di Madrid, con l'adesione di Svezia e Finlandia all'Alleanza atlantica. Anche in questo caso il dittatore turco è stato protagonista di un accordo il cui prezzo è stato ancora una volta la liberà del popolo curdo.

Certo dal Sofagate il quadro internazionale è cambiato, la Turchia è anche un importante partner energetico per l’Italia, con il gasdotto Tanap, e rappresenta la terza rotta di approvvigionamento di gas per l’Italia dopo i flussi dall’Algeria e dalla Russia. Nell’ottica di renderci sempre più indipendenti da Mosca forse è inevitabile un dialogo con Erdogan?

L'autonomia dal gas russo si costruisce in molti modi. Il modo meno efficace è quello di sostituire il gas russo con altro gas. Esiste un grande problema con l'energia, e ha a che fare con l'obiettivo ormai non più rinviabile del transizione verso energie pulite. Penso che in un Paese come questo, ormai schiacciato dalla siccità, e di fronte a tragedie come quella della Marmolada, continuare a pensare di investire sulle fonti fossili sia un errore. E in ogni caso qualsiasi patto richiede da parte di un Paese democratico come il nostro la forza di rendere insindacabili alcuni temi, su cui si fonda la democrazia. Sacrificare qualsiasi principio democratico è semplicemente indecente. Aggiungo che in quell'accordo c'è anche il rilancio della Dichiarazione Turchia-Ue del 18 marzo 2016, che è una vergogna dal punto di vista delle politiche migratorie: l'appalto alla Turchia della gestione dei flussi migratori, con un gigantesco dispositivo di respingimento.

Erdogan ha prospettato esplicitamente la possibilità che Italia e Turchia costituiscano un meccanismo congiunto per il controllo dei flussi migratori.

Fa riferimento a un meccanismo congiunto nell'ambito di quella Dichiarazione Turchia-Ue del 2016, fondato sostanzialmente su un enorme meccanismo di reclusione. Noi paghiamo come Europa miliardi di euro alla Turchia perché faccia il lavoro sporco al posto nostro, invece di riformare il Trattato di Dublino. E tutto questo avviene oggi, in un momento in cui tra l'altro si sono fatti dei passi avanti nei meccanismi di accoglienza per i profughi ucraini, meccanismi che però non vengono applicati per altri migranti, che avrebbero gli stessi diritti.

Draghi ieri ha detto che l’Italia sta facendo il massimo per l’accoglienza dei migranti, ma è arrivata al limite. Giustamente le ong hanno fatto notare che non esiste in realtà nel Mediterraneo un meccanismo di soccorso…

Sono parole gravi, perché tornano sul frame dell'invasione e dell'insostenibilità, e nascondono ancora una volta la completa inefficacia dei meccanismi di accoglienza del nostro Paese, la farraginosità delle leggi, come la Bossi-Fini che oggi rende praticamente impossibile l'arrivo in Italia attraverso canali ‘legali', e vogliono celare l'assoluta assenza di un meccanismo di ricerca e salvataggio che non sia affidato alle ong, a cui tra l'altro si continua a fare la guerra. Draghi ha ribadito sostanzialmente un modello di esternalizzazione delle frontiere, che si basa sulla costruzione di giganteschi campi di detenzione. Un modello non solo sbagliato dal punto di vista etico, ma anche perché del tutto inefficace. Lo dimostra il fatto che anche quando al Viminale c'era un signore di nome Salvini, che aveva sbandierato la capacità di sigillare le frontiere, i nostri confini venivano quotidianamente attraversati. Il fenomeno migratorio, come ogni fenomeno strutturale, ha bisogno di risposte strutturali, che devono certo chiamare in causa l'Europa, e non possono essere affidate a un solo Paese.

Voi avete detto che il patto Sinistra Italiana-Verdi è per governare, non per fare l’opposizione. Come pensate di riuscirci? Avete un dialogo aperto con Pd e M5s?

Abbiamo certamente un dialogo aperto con loro, ma abbiamo ribadito che per vincere le elezioni e battere la destra nazionalista e regressiva serve una proposta politica in grado di indicare un'alternativa, non una discussione astratta sulle alleanze, come avviene troppo spesso. Bisogna mettere in campo altre priorità, la lotta alle disuguaglianze, alla povertà, il salario minimo, un investimento sulla scuola, sulla sanità pubblica, sulla transizione energetica. Abbiamo davanti due rischi: uno è che al governo vada Salvini insieme questa volta a Meloni; l'altro è quello di stabilizzare il quadro attuale dell'agenda Draghi, con una maggioranza in cui c'è tutto e il contrario di tutto, una sorta di commissariamento perenne della politica.

Una parte del M5s spinge per uscire dal governo. Conte dovrebbe ascoltarla?

Questa discussione riguarda il M5s, io penso che questo governo non avrebbe dovuto nascere in queste condizioni, è il motivo per cui siamo all'opposizione. Ci sono con il M5s molti temi su cui esiste una convergenza. Rispetto al governo ritengo che immaginare di collocare dentro questa maggioranza l'attesa per la soluzione dei problemi, sia un errore di carattere strategico. È del tutto evidente che questo quadro politico non è in grado di dare le risposte di cui il Paese ha bisogno, perché la crisi che abbiamo davanti produce conseguenze molto radicali e l'Italia è un Paese ammalato di disuguaglianza. Lo abbiamo visto in tutti i passaggi decisivi, dalla riforma del fisco al tema delle pensioni, sono state fatte scelte frutto di fragili mediazioni al ribasso. Mi auguro che il prima possibile questo Paese vada al voto. La retorica secondo cui non si può votare perché c'è l'emergenza, prima per la pandemia e ora per la guerra in Ucraina, è diventata insopportabile, ed è solo italiana.

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