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Eutanasia, approvato in commissione alla Camera il testo base: ecco cosa prevede

Dopo mesi e mesi di stallo le commissioni congiunte di Giustizia e Affari sociali della Camera hanno dato il via libera al testo base della legge per l’eutanasia. La proposta di legge si intitola “Disposizioni in materia di morte volontaria medicalmente assistita” e stabilisce i casi in cui una persona possa chiedere assistenza medica per porre fine volontariamente e autonomamente alla propria vita e i casi di impunibilità per le persone terze.
A cura di Annalisa Girardi
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Mentre continua il dibattito sul ddl Zan, in Parlamento si discute anche di un altro tema di diritti civili: dopo mesi e mesi di stallo, infatti, le commissioni congiunte di Giustizia e Affari sociali della Camera hanno dato il via libera al testo base della legge per l'eutanasia. La proposta di legge, "Disposizioni in materia di morte volontaria medicalmente assistita", si affianca ad un'altra iniziativa, quella del referendum a favore dell'eutanasia legale promosso dall'Associazione Coscioni.

Il via libera al testo base arriva due anni dopo la sentenza sul caso Cappato, in cui la Corte costituzionale stabilì che in determinate condizioni non sia punibile l'aiuto al suicidio. Si sono espressi in modo favorevole il Partito democratico, il Movimento Cinque Stelle, Liberi e Uguali, Italia Viva, Azione e +Europa, mentre Forza Italia, Fratelli d’Italia e la Lega hanno votato contro. La relatrice azzurra, Giusi Bartolozzi, si è espressa a favore per poi però fare un passo indietro visto il dissenso con il suo gruppo: "Ho ritenuto di rimettere il mandato perché io ho una posizione di assoluta adesione al testo base. Sui grandi temi etici e morali Forza Italia e il presidente Berlusconi hanno sempre lasciato i parlamentari liberi di determinarsi e io ritengo che in uno Stato di diritto non si possa essere contrari su un testo come quello base sull'aiuto al suicidio", ha commentato Bartolozzi in un'intervista con Radio Radicale.

Il primo articolo del testo stabilisce "la facoltà della persona affetta da una patologia irreversibile o con prognosi infausta di chiedere assistenza medica per porre fine volontariamente e autonomamente alla propria vita". L'articolo 3 determina chi può fare richiesta di morte volontaria medicalmente assistita: è la persona maggiore di età "capace di prendere decisioni libere e consapevoli e affetta da sofferenze fisiche o psicologiche ritenute intollerabili". Si deve trattare di una persona "affetta da una patologia irreversibile o a prognosi infausta", "portatrice di una condizione clinica irreversibile", "tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale o dipendente da trattamenti farmacologici o dipendente totalmente dall’assistenza da terzi" oppure "assistita dalla rete per le cure palliative" o che ha "espressamente rifiutato tale assistenza".

L'articolo 5 ribadisce che le "procedure per la morte volontaria medicalmente assistita devono essere esercitate nel rispetto della dignità della persona malata e in modo da non provocare ulteriori sofferenze e da evitare abusi". Non solo: si stabilisce anche che il paziente deve essere adeguatamente informato di tutti i "trattamenti sanitari ancora attuabili e di tutte le possibili alternative terapeutiche". L'articolo 7 invece afferma invece che "le disposizioni contenute negli arti- coli 580 e 593 del codice penale non si applicano al medico e al personale sanitario e amministrativo che abbiano attuato o concorso ad attuare la procedura di morte volontaria medicalmente assistita né a coloro che abbiano agevolato in qualsiasi modo la persona malata nell’attivare, istruire e portare a termine la predetta procedura, qualora essa sia eseguita nel rispetto delle disposizioni della presente legge".

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