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Referendum eutanasia, prosegue raccolta firme: cosa dice il testo depositato in Corte di Cassazione

Una nuova tappa del tour che il tesoriere dell’Associazione Coscioni, Marco Cappato, sta facendo in giro per l’Italia per promuovere il referendum per l’eutanasia legale: oggi l’Associazione Coscioni ha lanciato la raccolta firme a Massa Carrara, domani previsti due appuntamenti, a Milano e Torino. E intanto slitta ancora il voto in commissione Giustizia alla Camera per l’adozione del testo base sul fine vita e l’eutanasia.
A cura di Annalisa Cangemi
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È stato rinviato ancora il voto sul testo base sul fine vita e l'eutanasia, in commissione Giustizia alla Camera. Il testo sarà probabilmente adottato mercoledì della prossima settimana. A quanto si apprende, è stato il gruppo della Lega a chiedere una settimana in più di tempo.

Intanto Marco Cappato, tesoriere dell'associazione Luca Coscioni e promotore di ‘Eutanasia legale', ha aperto questo pomeriggio a Massa Carrara la raccolta di firme a sostegno del referendum a favore dell'Eutanasia. Una nuova tappa dopo gli eventi dei giorni scorsi a Mantova, Piacenza e Lodi. Domani mattina è previsto un nuovo incontro a Milano, poi Cappato farà anche un passaggio a Torino nel pomeriggio. La scelta di Massa Carrara non è stata casuale, visto che proprio di questa città era originario Davide Trentini, malato di sclerosi multipla morto a 53 anni in Svizzera dopo aver contattato l'associazione Luca Coscioni, per poter porre fine volontariamente alla sua vita attraverso il suicidio assistito.

Per quella morte sia Marco Cappato che Mina Welby sono stati dapprima processati e poi assolti per il reato di aiuto al suicidio. I promotori del referendum per l'Eutanasia legale devono raggiungere le 500mila firme autenticate da consegnare alla Corte di Cassazione entro il prossimo 30 settembre. Per centrare l'obiettivo hanno già aderito oltre 6000 volontari in tutta Italia e una rete di Sindaci, avvocati e autenticatori.

Per Marco Cappato si tratta di "Una risposta iniziale sorprendente, visto il silenzio della politica "ufficiale" che ci consente di partire ma che deve crescere a 10.000 persone per raccogliere le 500.000 firme da consegnare in Corte di Cassazione il 30 settembre. Siamo incoraggiati dall’entusiasmo di si sta registrando per concorrere alla raccolta firme ai tavoli. Una rete in continua crescita che vuole garantire il diritto al referendum su un tema come quello dell'eutanasia. Chiamiamo dunque a raccolta le persone che vogliono aiutare, oltre agli avvocati avvocati, sindaci e amministratori locali, parlamentari e consiglieri regionali che possono autenticare le firme e offrire un’adeguata informazione intorno a questa opportunità".

Cosa è il referendum per l'eutanasia

Il referendum per l’Eutanasia Legale è stato depositato su iniziativa dell’Associazione Luca Coscioni lo scorso 20 aprile in Corte di Cassazione. Il testo prevede in pratica una parziale abrogazione dell’art. 579 del codice penale ("omicidio del consenziente"), che impedisce la realizzazione di ciò che comunemente si intende per "eutanasia attiva" (sul modello olandese o belga). In caso di approvazione, si passerebbe dal modello dell’"indisponibilità della vita", sancito dal codice penale del fascismo nel 1930, al principio della "disponibilità della vita" e dell’autodeterminazione individuale, già introdotto dalla Costituzione, ma che deve essere tradotto in pratica anche per persone che non siano dipendenti da trattamenti di sostegno vitale (per i quali è invece intervenuta la Corte Costituzionale con la sentenza Cappato – Antoniani).

Firme digitali per referendum

Sono stati presentati oggi emendamenti al decreto Semplificazioni che disciplinano in dettaglio le modalità digitali di raccolta firme per iniziative popolari e referendum, sia per quanto riguarda la piattaforma che sarà realizzata dal Governo che la possibilità dei promotori di raccogliere le sottoscrizioni tramite firma digitale e certificarle in maniera elettronica.

La questione è stata sollevata dall'Associazione Luca Coscioni. Questa mattina, il co presidente dell’associazione, l'attivista Marco Gentili, malato di SLA, e Mario Staderini – che proprio sulla violazione dei diritti referendari ha recentemente fatto condannare Italia dal Comitato diritti umani dell’Onu – hanno consegnato i testi degli emendamenti ad una delegazione di deputati, che li hanno poi depositati.

Marco Gentili nelle settimane scorse aveva lanciato un appello per l'introduzione della firma digitale al Ministro Colao, parte della campagna #DemocraziaNegata: "Al termine di una battaglia che con Staderini facciamo da anni, oggi abbiamo consegnato a una delegazione di deputati, guidata da Riccardo Magi e Lisa Noia, i nostri emendamenti per restituire a tutti i cittadini il diritto a promuovere referendum. Confidiamo che all’attenzione mostrata del governo segua un ampio consenso parlamentare su una riforma necessaria per la democrazia e per i diritti politici anche di chi è disabile o malato. Non è questo il tema su cui far prevalere calcoli politicisti legati all’interesse di questo o quel partito".

"Essere contrari alle firme digitali e ai certificati elettronici sui referendum non vuol dire soltanto essere contro la modernizzazione della democrazia – ha detto Mario Staderini – ma essere contro il diritto costituzionale e contro gli obblighi internazionali. Dopo che il Comitato Diritti Umani dell’ONU ha condannato l’Italia per la violazione del diritto a promuovere referendum, a causa delle “restrizioni irragionevoli” previste da una legge del 1970, l’Italia deve modificare le leggi in materia di referendum e iniziative popolari. La scorsa legge di bilancio ha introdotto la firma digitale sui referendum dal 2022, ma questo non interrompe le violazioni per l’anno in corso, come di recente ribadito dal Comitato Onu.  Per questo c’è da introdurre da subito la firma digitale, come ha convenuto anche il Ministro Colao dopo il confronto con Marco Gentili. Altrimenti i referendum resteranno un privilegio solo di grandi partiti e sindacati, come accaduto negli ultimi dieci anni".

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