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Elezioni politiche 2018

Elezioni politiche 2018, nessuna maggioranza nemmeno con le altre leggi elettorali

Secondo un’analisi dell’Istituto Cattaneo l’Italia non avrebbe avuto una maggioranza dopo le elezioni nemmeno con le precedenti leggi elettorali. Con il Porcellum al Senato si sarebbe ottenuta una situazione simile a quella attuale.
A cura di Annalisa Cangemi
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In questi giorni, nelle analisi post elezioni, è andata per la maggiore la tesi secondo cui bisogna addossare a questa legge elettorale la responsabilità di non aver dato come esito del voto una chiara maggioranza. Ma uno studio del'Istituto Cattaneo ha dimostrato che anche con altre leggi elettorali sarebbe stato molto complicato raggiungere la maggioranza in Parlamento. Ma si tratta naturalmente di simulazioni, da prendere con cautela, e il perché lo spiega: Marco Valbruzzi, ricercatore del Cattaneo: "Le leggi elettorali, infatti, condizionano moltissimo sia il modo in cui gli elettori fanno le loro scelte sia le proposte politiche dei partiti, in termini di alleanze e di messaggi con cui presentarsi all'elettorato".

In primo luogo intanto è facile stabilire che con il Porcellum si sarebbe ottenuta una situazione simile. E come già accaduto nel 2013 si sarebbero probabilmente dovute chiamare in causa le larghe intese per il Senato. Il Porcellum avrebbe assegnato la maggioranza alla Camera su base nazionale alla coalizione vincitrice, ovvero al centrodestra. Al Senato invece, visto che il premio scattava a livello regionale la coalizione di centrodestra si sarebbe ritrovata a oltre venti seggi dalla maggioranza.

Con il Consultellum, la legge corretta dalla sentenza della Corte Costituzionale (dopo l'abolizione del Porcellum), che ha un impianto proporzionale, con soglie di sbarramento del 2 per cento per i partiti coalizzati e del 4 per cento per quelli non coalizzati, un governo si sarebbe potuto formare solo con la partecipazione di almeno un gruppo parlamentare fra M5s e Lega.

Se si fosse votato con l'Italicum nella versione approvata dal Parlamento, pensato solo per la Camera in parallelo alla riforma costituzionale, solo la forza politica vincitrice del ballottaggio avrebbe avuto la maggioranza assoluta (340 parlamentari).

"Ovviamente non possiamo sapere chi avrebbe vinto il ballottaggio – spiega Valbruzzi – anche se, alla luce dei flussi che abbiamo analizzato in questi giorni e alle dinamiche che si sono innescate in questi anni alle elezioni comunali, dove sono previsti i ballottaggi, è ipotizzabile che la vittoria sarebbe andata ai Cinquestelle".

L'Istituto Cattaneo non ha, invece, fatto simulazioni con il Mattarellum, la legge elettorale con la quale si è votato dal 1994 al 2001: "Con quella legge per la Camera si esprimevano due voti diversi e l'importanza del candidato nel collegio, e delle coalizioni che lo sostenevano, era determinante. Se le simulazioni con altre leggi elettorali vanno prese con cautela, quella sul Mattarellum sarebbe stata pura fantasia. Certo è – conclude Valbruzzi – che in uno scenario frammentato come quello a cui siamo di fronte, peraltro non così diverso da molti paesi europei, o si fa una legge elettorale che garantisce la governabilità, ma non vedo oggi maggioranze che potrebbero approvare una legge di questo tipo, oppure rimane unicamente la strada degli accordi fra i gruppi parlamentari".

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