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Direttiva anti-ong, tensione Salvini-Difesa. Vertici militari: “Rispettiamo le gerarchie”

Il ministro degli Interni Matteo Salvini ha negato l’esistenza di qualsiasi scontro con i vertici militari, dopo la diffusione della nuova direttiva contro la nave ‘Mare Jonio’: “Dialogo quotidianamente con i vertici delle forze di sicurezza e non mi risulta nessun tipo di irritazione da parte di nessun vertice”.
A cura di Annalisa Cangemi
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AGGIORNAMENTO. Non è un mistero che la nuova stretta sulle ong abbia portato più di qualche malumore ai piani alti delle forze armate. Oggi lo Stato Maggiore della Difesa ha risposto con una nota: "Le Forze Armate sono uno strumento tecnico operativo al servizio del Paese e che ogni attività viene pertanto svolta in aderenza alle indicazioni politiche e secondo la prevista linea gerarchica". A margine del question time di oggi alla Camera il ministro degli Interni Matteo Salvini è tornato a parlare della direttiva emanata ieri contro le ong, per rispondere all'emergenza migranti che potrebbe esplodere come conseguenza della crisi libica, rivolta alle forze di polizia, ma anche alla Marina militare e al Capo di Stato maggiore della Difesa, il generale Enzo Vecciarelli. Nel documento il vicepremier leghista ha ammonito la nave della piattaforma umanitaria Mediterranea, la Mare Jonio, che da ieri è tornata operativa. "Non mi risulta nessun tipo di irritazione di nessun vertice" militare. Così il vicepremier leghista Matteo Salvini ha replicato ai giornalisti che lo hanno interpellato a proposito dell'irritazione trapelata ieri da fonti della Difesa per la sua direttiva sugli sbarchi.

"Io dialogo quotidianamente con i vertici delle forze di sicurezza e non mi risulta nessun tipo di irritazione da parte di nessun vertice – ha aggiunto – Chiedetelo al ministro della Difesa", rispondendo a chi gli chiedeva ulteriori chiarimenti sulla vicenda. E ha assicurato: "Lavoro quotidianamente con tutti i rappresentanti delle forze di sicurezza e non ho mai avuto un problema. Li ho sentiti anche oggi". Sollecitato a commentare anche le perplessità espresse dal vicepremier Luigi Di Maio sull'efficacia del nuovo atto ministeriale, ha ribattuto: "Vedo i numeri e i numeri dicono il contrario: il numero degli sbarchi, delle partenze e fortunatamente dei morti e dei dispersi dicono che stiamo gestendo bene il tema immigrazione". Quanto alla situazione nel territorio libico, dove secondo alcuni osservatori non sarebbe in atto una nuova emergenza, Salvini ha sottolineato: "Fortunatamente no, anche se quando volano i missili non è mai una buona notizia".

Dopo le tensioni con la ministra della Difesa Elisabetta Trenta, registrate nei giorni scorsi, la notizia del nervosismo tra vertici militari era stata diffusa ieri dall'AdnKronos, che aveva riportato le parole di una fonte anonima, che aveva letto la direttiva del Viminale come una "vera e propria ingerenza senza precedenti nella recente storia della Repubblica". Il problema è appunto rappresentato dal fatto che Salvini non si è limitato a inviare le disposizioni alle forze di polizia, ma avrebbe appunto oltrepassato le sue competenze. Le stesse fonti hanno aggiunto che "quel che è accaduto è gravissimo", perché "viola ogni principio, ogni protocollo" e costituisce "una forma di pressione impropria" nei confronti del Capo di Stato Maggiore della Difesa. "Non è che un ministro può alzarsi e ordinare qualcosa a un uomo dello Stato. Queste cose accadono nei regimi, non in democrazia. Noi rispondiamo al ministro della Difesa e al Capo dello Stato, che è il capo Supremo delle Forze Armate". 

In serata Salvini prova a spegnere le polemiche, con un post su Facebook: "Il Viminale lavora in perfetta sintonia con la Difesa per la protezione dei confini. Se però qualcuno, per ragioni politiche, vuole o immagina i porti riaperti lo dica chiaramente. Da responsabile dell'Interno confermo che in Italia entra solo chi ha il permesso!"

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