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Diciotti, slitta di un’ora il voto su Rousseau per problemi tecnici. Salvini: “Sono sereno”

Slitta di un’ora il voto degli iscritti su Rousseau, la piattaforma online del M5S. I cittadini potranno esprimersi sull’autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini per il caso Diciotti dalle 11 alle 20 di oggi. I problemi tecnici rilevati potrebbero essere riconducibili all’eccessivo numero di utenti connessi alla piattaforma.
A cura di Annalisa Cangemi
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Oggi toccherà agli iscritti votare sull'autorizzazione a procedere nei confronti del ministro degli Interni Matteo Salvini, accusato di sequestro di persona aggravato per il caso Diciotti. Domani si riunirà di nuovo la Giunta per le autorizzazioni del Senato, che dovrà decidere del il vicepremier leghista dovrà difendersi in tribunale per aver trattenuto per giorni 177 persone a bordo del pattugliatore della Marina militare italiana. Il voto sulla piattaforma Rousseau era previsto per oggi dalle 10 alle 19, ma l'inizio è già slittato di un'ora: come specificato sul blog delle Stelle, si potrà votare su Rousseau nella giornata di oggi fino alle 20.00.

A pochi minuti dall'inizio della votazione online si sarebbero riscontrati infatti disguidi tecnici, non si sa di che natura. E i problemi, oltre che sulla piattaforma Rousseau, sono stati registrati anche sul blog dello Stelle: il collegamento al sito, fino a qualche minuto fa, appariva a singhiozzo, digitando l'indirizzo del blog a volte la connessione era inesistente. Nelle votazioni precedenti si erano verificati simili ritardi, legati all'eccessivo numero di utenti connesso alla piattaforma.

Matteo Salvini ha già pubblicato una sua foto questa mattina dalla Sardegna, dove si trova in visita, in vista delle elezioni che si terranno sull'isola il prossimo 24 febbraio. Il post recita: "Serenità a voi, amici", e sotto un'immagine con lo sfondo del mare, una bella giornata di sole, e il suo viso sorridente, per mostrare probabilmente una piena padronanza della situazione, e un'assoluta tranquillità riguardo al voto di oggi. Ieri ha sottolineato che la tenuta del governo comunque non è discussione, contrariamente alle voci che circolano nel M5S. Il braccio destro di Salvini, Giancarlo Giorgetti, lo ha ribadito: "In caso di autorizzazione a procedere nei confronti del ministro dell'Interno Matteo Salvini per il caso Diciotti, il governo non rischia di cadere. L'ha detto anche Salvini, il governo va avanti per fare le cose fatte bene. Non è questo che ci preoccupa".

E poi ha twittato così: "Gli italiani sanno che ho agito per il loro bene e per la loro sicurezza. Da inizio anno 215 sbarchi contro i 4.856 del 2018, meno 96%. E i rimpatri sono 795, quasi quattro volte gli sbarcati. Sento forte il vostro supporto, in Sardegna e ovunque io vada".

Nel Movimento si pentastellati sono divisi. Soprattutto la base, chiamata a esprimersi, non vuole tradire uno dei capisaldi del Movimento, ovvero la sua posizione sempre critica verso l'immunità parlamentare. Polemiche sono state sollevate anche per la natura stessa del quesito, che sarebbe stato posto in modo fuorviante. Ecco il quesito: "Il ritardo dello sbarco della nave Diciotti, per redistribuire i migranti nei vari paesi europei, è avvenuto per la tutela di un interesse dello Stato? – Sì, quindi si nega l’autorizzazione a procedere – No, quindi si concede l’autorizzazione a procedere". Gli iscritti quindi che voteranno ‘sì' non concederanno l'autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini, e viceversa. Persino il garante del Movimento Beppe Grillo è critico sulla formula del quesito del voto online: "Se voti ‘Sì' vuol dire ‘No' Se voti ‘No' vuol dire ‘Sì', Siamo tra il comma 22 e la sindrome di Procuste!". Poi però ha corretto il tiro: "La mia era solo una battuta, montata ad arte contro il M5S .Piena fiducia nel capo politico Luigi Di Maio".

Per Filippo Nogarin, sindaco di Livorno "negare l'autorizzazione a procedere nei confronti di un ministro significa rendere insindacabile il suo operato e questo rende, di fatto, questo ministro più uguale degli altri. Se il ministro Salvini è certo della coerenza e della correttezza del suo operato, non avrà problemi a dimostrarlo davanti ai giudici. E Luigi Di Maio, che in questi mesi ha svolto un lavoro eccellente portando a casa risultati storici per il Movimento come la legge Spazza-corrotti e il reddito di cittadinanza, affermerà nuovamente che ci si difende nei processi e non dai processi".

La pensa allo stesso modo la sindaca di Torino Chiara Appendino, in un intervento sul Fatto Quotidiano, che ha riportato anche la posizione della sindaca di Roma Virginia Raggi: "Ritengo corretto che a esprimersi nel merito siano i giudici, nei diversi gradi di giudizio. Non è obbligatorio condividere le accuse dei pm, anche perché non è assolutamente detto che portino a una condanna ed è sempre bene ribadire che ciascuno è innocente fino a sentenza definitiva. Il nostro ordinamento prevede che il luogo corretto per difendersi dalle accuse e far valere le proprie ragioni siano le aule di tribunale e credo che questo debba valere per tutti", ha detto Appendino. Per la posizione espressa la sindaca Appendino è stata attaccata dal Carroccio: "Quando non sei capace a fare il sindaco cosa fai? Mandi a processo l'unico ministro che ti aiuta a risolvere i problemi causati dalla tua incapacità", ha detto segretario torinese del Carroccio, Fabrizio Ricca.

Il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano ha provato a fare chiarezza su Facebook:

"Lunedì voteremo per il caso Diciotti e, siccome in tanti mi avete scritto per chiedermi perché sostenessi la diversità di questo voto rispetto alle nostre posizioni storiche (scoprirete a breve che così non è), credo sia importante che leggiate il testo che accompagna la votazione perché è molto ben spiegato.
In particolare questi passaggi:
‘Questo quindi non è il solito voto sull’immunità dei parlamentari. Di quei casi si occupa l’articolo 68 della Costituzione… […] Questo è un caso diverso: stiamo parlando infatti dell’articolo 96 della Costituzione. Nello specifico questo è un caso senza precedenti perché mai in passato si era verificato che la magistratura chiedesse al Parlamento di autorizzare un processo per un ministro che aveva agito nell’esercizio delle sue funzioni e non per azioni fatte per tornaconto privato e personale (tangenti, truffa, appalti, etc): in questo caso non ci porremmo neppure il problema e lo spediremmo in tribunale'
Ovvero siamo chiamati a decidere se Salvini, Di Maio, Toninelli e Conte abbiano scelto ‘per la tutela di un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante ovvero per il perseguimento di un preminente interesse pubblico nell’esercizio della funzione di Governo'.
Questi sono i fatti, poi farete le vostre scelte.

Sul voto online il ministro dei Beni culturali Alberto Bonisoli ha fatto sapere in che modo voterà: "Voterò dallo smartphone sulla piattaforma Rousseau. La mia scelta? Mi sento coimputato: partecipai insieme al governo alla decisione Dai dati del Ministero dell'Interno – ha aggiunto il ministro – rileviamo che in un anno c'è stato l'80% di arrivi in meno di migranti, da 119mila a 20mila arrivi". 

Il presidente della Giunta Maurizio Gasparri ha già dichiarato che voterà ‘no', perché ritiene che in questo caso la decisione non sia stata presa solamente dal ministro degli Interni, ma di concerto con il vicepremier Luigi Di Maio e con il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli, anche loro sotto indagine. Sono infatti arrivati alla Procura di Catania gli atti firmati dai tre esponenti del governo, allegati alla memoria del ministro Salvini. Il premier Conte e Luigi Di Maio si dichiarano corresponsabili della decisione di bloccare i migranti sulla Diciotti.

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