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Di Maio sugli F35: “Non sono nostra priorità, nel 2019 ci sarà una revisione del programma”

Il vicepremier Luigi Di Maio chiarisce la posizione del Movimento: “Il M5S è sempre stato critico e resta critico sugli F35, dobbiamo tagliare le spese inutili e nel 2019 ci sarà una revisione del programma. Alcuni sono stati già acquistati, ma questo non vuol dire che bisogna spendere tutto. Gli F35 non sono una nostra priorità”.
A cura di Annalisa Cangemi
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"Il M5S è sempre stato critico e resta critico sugli F35, dobbiamo tagliare le spese inutili e nel 2019 ci sarà una revisione del programma". Lo ha detto il vicepresidente del Consiglio Luigi Di Maio, ospite ad Agorà questa mattina su Rai3: "Alcuni sono stati già acquistati, ma questo non vuol dire che bisogna spendere tutto. Gli F35 non sono una nostra priorità". Il vicepremier pentastellato cerca così di mettere a tacere le polemiche sollevate dopo le parole pronunciate a un convegno alla Camera dal sottosegretario Angelo Tofalo sui velivoli della Lockheed Martin."Avranno pure una tecnologia fantastica – ha aggiunto – però, in questo momento, per quanto mi riguarda, alle spese militari inutili bisogna tagliare, non bisogna aggiungere".

"Le parole del vicepremier e capo politico del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio sugli F-35 sono chiarissime e non lasciano alcun dubbio: nessuna marcia indietro su questo programma, su cui siamo sempre stati e continuiamo ad essere molto critici". A dirlo sono i senatori M5S della commissione Difesa di Palazzo Madama, che commentano, in una nota congiunta, le dichiarazioni del vicepremier.

"Un programma sul quale, infatti, abbiamo avviato un'approfondita verifica che, come già più volte ribadito dal ministro della Difesa Elisabetta Trenta, porterà nei prossimi mesi a una revisione del programma stesso, nel rispetto degli impegni presi, ma tenendo anche conto dell'interesse nazionale. Tenendo conto quindi – prosegue la nota – della sostenibilità economica di questi aerei, non solo in termini di acquisto ma anche di costi operativi, delle reali ricadute economiche, industriali ed occupazioni e dell'effettiva rispondenza del programma alle esigenze di difesa nazionali, valutando costi e benefici dei diversi scenari di rimodulazione della nostra partecipazione al programma e le alternative che potrebbero meglio soddisfare gli interessi della Difesa e dell'industria italiana con il massimo risparmio di denaro pubblico".

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