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Decreto dignità, arrivano gli emendamenti di M5s e Lega: come cambia il provvedimento

M5s e Lega hanno concordato circa 30 emendamenti che modificheranno il Decreto dignità voluto dal ministro del Lavoro Luigi Di Maio. Tra le novità principali che verranno approvate in Parlamento c’è lo slittamento della stretta sui contratti a termine che non sarà più immediata ma solo a partire da ottobre.
A cura di Stefano Rizzuti
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Saranno circa 890 gli emendamenti presentati nelle commissioni Lavoro e Finanze della Camera sul Decreto dignità, provvedimento voluto fortemente dal ministro del Lavoro Luigi Di Maio e che verrà discusso la prossima settimana con l’approdo in aula a Montecitorio previsto per il 26 luglio. In particolare, l’agenzia di stampa Ansa sottolinea alcuni degli emendamenti presentanti in accordo da Movimento 5 Stelle e Lega e che quindi dovrebbero essere approvati dalla maggioranza parlamentare. In primis, le forze di governo dovrebbero rimandare la stretta sui contratti a termine a ottobre e non già da oggi come inizialmente previsto. Poi si prevede, con un altro emendamento, di estendere il bonus del 50% dei contributi alle assunzioni anche degli under 35 per il 2019 e il 2020.

Per quanto riguarda la stretta sui contratti a termine, dovrebbe essere introdotto un periodo transitorio fino al 30 settembre: in questa fase si potranno applicare le vecchie regole ai contratti già esistenti, in modo da dare più tempo alle aziende per adeguarsi. Tra gli emendamenti c’è – come ampiamente annunciato – anche il ritorno dei voucher che nel mondo dell’agricoltura dovrebbero essere utilizzati in un arco temporale di 10 giorni e non, come adesso, per tre soli giorni.

Il bonus sui contributi per l’assunzione di giovani viene quindi esteso agli under 35 sia per il 2019 che per il 2020: un bonus che vale il 50% dei contributi. Secondo quanto era inizialmente previsto, dal prossimo anno questa detrazione sarebbe stata valida solo per le assunzioni di under 30. Anche per gli over 35 viene previsto un incentivo alla stabilizzazione: in questo caso si prevede uno sconto “pari a ciascun aumento” dello 0,5% ai datori di lavoro a ogni rinnovo.

Sono circa trenta le proposte concordate da M5s e Lega e tra queste rientrano anche alcune correzioni. Si rivedono le norme sulla somministrazione, eliminando le causali dai contratti stipulati dalle agenzie ed escludendo gli intervalli tra un contratto e l’altro. Vengono previste anche multe per la somministrazione fraudolenta e si considera che questo tipo di contratti faccia parte del tetto del 20% dei contratti a termine che una azienda può stipulare rispetto al totale della forza lavoro. Per quanto concerne le norme contro la delocalizzazione, c’è un ammorbidimento rispetto alla misura iniziale, prevedendo che i benefici per le aziende decadranno solo se il taglio dei posti di lavoro supererà il 50%.

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